Bibliomania: cos’è e come si manifesta

Non tutti sanno della sua esistenza, ma di biblomania sono affetti diversi "lettori": ecco di cosa si tratta

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Cos’è e come si manifesta

La bibliomania consiste nell’accumulo di libri in quantità tale da renderne impossibile la lettura. Si tratta di una condizione diversa dalla bibliofilia, cioè dall’amore per i libri. Le persone appassionate di libri, generalmente li acquistano per il piacere di leggerli o per collezionismo. I bibliomani, invece, sono semplicemente ossessionati dai libri, non dalla lettura o dal loro valore intrinseco: possono acquistare o accaparrarsi libri sottraendoli ad amici e familiari o anche attraverso furti in libreria o biblioteca con il solo scopo di accumularli.

Il termine bibliomania fu coniato all’inizio del XIX secolo dal medico John Ferriar, che lo utilizzò in una poesia che dedicata a un amico bibliomane, Richard Heber. Nello stesso periodo fu pubblicato il libro Bibliomania; or Book Madness di Thomas Frognall Dibdin, critico letterario che criticava la mania di collezionare libri tra gli aristocratici, per dimostrare il loro status sociale. Da subito, il termine venne adoperato proprio per descrivere chi collezionava libri in modo ossessivo, ma oggi lo si utilizza per delineare chi soffre di un disturbo compulsivo che si manifesta attraverso l’accumulo di libri.

Chi soffre di bibliomania si circonda di libri spesso privi di valore, che non avrà mai modo di leggere e magari nemmeno interesse a leggere; a volte, il bibliomane compra più copie dello stesso volume, poiché non ricorda nemmeno quali titoli possiede già nella sua libreria o, più di frequente, sparsi per casa. La bibliomania è dunque un disturbo che poco ha a che vedere con il piacere della lettura e che fa parte dei disturbi legati all’accumulo di oggetti.

Accumulatori compulsivi

La bibliomania è un tipo di disposofobia, che include una serie di disturbi di accumulo. Gli accumulatori seriali possono accumulare qualsiasi tipo di oggetto acquistato, preso in prestito, o rubato. La tendenza ad accumulare può riguardare anche i libri, come nel caso della bibliomania, e addirittura anche animali domestici. Gli accumulatori raccolgono oggetti anche sapendo che non li utilizzeranno e non riescono più a separarsene. Chi soffre di questo disturbo accumula anche oggetti rotti e inutilizzabili e tendono ad accatastarli in modo disordinato, rendendo nel tempo la propria casa praticamente invivibile. Quando gli oggetti occupano molto spazio, infatti, l’abitazione diventa impossibile da pulire e da abitare, oltre che poco sicura.

Generalmente a soffrire di disturbi da accumulo sono persone adulte che vivono sole e che hanno subito un trauma nel corso della loro vita, di solito durante l’infanzia. Di solito questo disturbo si presenta in contemporanea con altri problemi mentali tra cui depressione, ansia, demenza, schizofrenia. Si può però diventare accumulatori di libri o di altri oggetti anche dopo un lutto, una separazione, una grave perdita. Sembra che la tendenza ad accumulare oggetti o libri colpisca maggiormente le persone disordinate e che faticano a prendere decisioni.

Come si diventa bibliomani o accumulatori in generale? Il disturbo può manifestarsi con uno o più oggetti legati a persone, eventi significativi o ricordi che non si vogliono dimenticare. Con il tempo, chi ne soffre inizia ad accumulare oggetti simili: in breve, l’accumulatore si ritrova letteralmente sommerso di oggetti privi di utilità che occupano spazi sempre maggiori in casa e da cui non riesce a separarsi.

Come smettere di accumulare libri

Smettere di accumulare libri o altri oggetti non è semplice. Per prima cosa occorre rendersi conto di avere un problema e, in secondo luogo, chiedere aiuto a un professionista. Di solito amici e familiari si accorgono del disturbo prima della persona interessata, dunque se qualcuno fa notare che c’è qualcosa di strano nella propria passione per i libri, probabilmente è bene non sottovalutare la cosa. Se si ha il sospetto di soffrire di bibliomania, meglio rivolgersi a un/una psicoterapeuta e raccontare la propria situazione in modo aperto e sincero. Il professionista potrebbe chiedere quanti libri si acquistano in un mese e quanti se ne leggono, quanti volumi si possiedono in tutto, dove sono collocati, quanto incide l’acquisto di libri a livello economico e che impatto hanno i libri nella qualità della propria vita: rispondendo in modo onesto, è possibile valutare se si è di fronte a un disturbo di accumulo, determinarne la gravità, i possibili rischi associati, diagnosticare eventuali altre condizioni sottostanti e intervenire per risolvere la situazione.

In genere i disturbi di accumulo vengono trattati con successo grazie alla terapia cognitivo comportamentale individuale o di gruppo. Dopo aver indagato sulle cause che portano ad accumulare libri che non si potranno mai leggere, si lavorerà sui pensieri, sulle emozioni e sui comportamenti alla base della bibliomania. Esistono anche rimedi naturali che possono essere utilizzati durante il percorso psicoterapeutico per ridurre i sintomi dell’ansia legati alla bibliomania. Ad esempio si possono utilizzare piante che migliorano l’umore come l’iperico, lo zafferano e la camomilla oppure estratti naturali di passiflora, melissa, tiglio e biancospino che favoriscono il relax e contrastano ansia e agitazione. Grazie all’aiuto di un/una professionista con il tempo è possibile modificare il proprio comportamento, combattere la bibliomania e migliorare il proprio benessere generale.