Chi sono io da sola dopo di te

A volte non è la mancanza dell'altra persona a farci star male, quando più il fatto di non riuscire a essere più quelle che eravamo prima, quando eravamo in due

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Preservare la propria individualità: è questo il monito da non dimenticare quando intraprendiamo una relazione sentimentale, perché conosciamo tutti molto bene l’importanza di ritagliarsi degli spazi personali e individuali quando quell’io si trasforma in un noi.

Eppure in quel noi riconoscersi come singolo diventa difficile. Perché c’è un intreccio di sensazioni, di emozioni, di momenti e di corpi che si fondono tra loro. E capire dove comincia uno e finisce l’altro è quasi impossibile. Una sensazione bellissima e potente, questa, che al contempo fa paura, perché non si può spiegare.

In mezzo a questo, poi, ci sono le abitudini, quelle dolci, banali e a volte persino fastidiose che caratterizzano la quotidianità condivisa e tutti quegli attimi che sono destinati a ritagliarsi spazi troppo ingombranti nel cuore e nella mente che riaffiorano in forma di ricordi dolorosi e nostalgici quando restiamo sole.

Ed è facile ripetersi di concentrarci sull’amore personale, di ripartire da noi stesse e solo con le nostre forze, quando fino a poco tempo prima tutto quello che eravamo era diviso e condiviso. E lo sappiamo che il tempo guarirà le ferite e che torneremo felici un giorno, ma non possiamo cancellare tutto ciò che siamo state.

Perché abbiamo imparato ad ascoltare e a dialogare, a impegnarci affinché quella relazione funzionasse. Perché abbiamo imparato a progettare a costruire, giorno dopo giorno. Abbiamo smussato gli angoli e abbiamo trovato dei compromessi, e ci abbiamo riprovato quando era richiesto. E non lo abbiamo mai fatto da sole.

Ecco perché la fine di un amore fa male. Non lo fa solo perché abbiamo il cuore spezzato o perché i nostri sogni sono stati distrutti. Ma anche e soprattutto perché non sappiamo più chi siamo senza l’altra persona, dopo l’altra persona.

“Per amore non si muore”, dicono gli altri. E lo sappiamo anche noi che dalle ceneri di un sentimento distrutto siamo rinate, come ha fatto la fenice. Ma non sempre il primo volo che si intraprende è quello giusto. Perché le strade che ci attendono sono tante, e alcune di queste le avevamo percorse sempre in due.

Ci vuole tempo per superare il distacco di una persona amata, ma ci vuole più tempo per ritrovarsi. Perché tutte quelle cose che prima erano condivise, ora lasciano spazio alla solitudine. Ed è proprio in questi momenti che i ricordi diventando più vividi, portandoci sempre lì, a chi eravamo noi prima.

E a volte non è tanto la mancanza della persona amata che provoca quella sensazione di soffocamento e smarrimento, quanto più il fatto di non riuscire a essere più quelle che eravamo prima, quando eravamo una coppia. E allora chi siamo adesso?

Prima lo sapevamo. Prima potevamo specchiarci negli occhi dell’altro e in quel riflesso ritrovarci. Potevamo farlo anche semplicemente guardando quelle azioni quotidiane che caratterizzavano la nostra intera esistenza. E allora sì che potevamo ritrovarci quando assalite dai dubbi e dalle incertezze.

Ora per ritrovarci possiamo contare solo su noi stesse, perché noi siamo tutto ciò che ci resta. Ed è facile smarrirsi quando restiamo sole, ma per ritrovarsi è necessario perdersi ogni tanto.