Abbiamo ancora bisogno dei concorsi di bellezza?

In un'epoca in cui il body positivity e l'accettazione delle diversità sono sempre più importanti, i contest di bellezza sembrano essere un retaggio superato del quale (forse) non abbiamo più bisogno.

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

La bellezza è un concetto astratto e complesso, in continua evoluzione e spesso influenzato da fattori culturali, sociali e storici. Nel corso del tempo, ci sono stati imposti canoni rigidi e spesso inaccessibili, che hanno modellato la nostra visione del mondo e di noi stessi.

Ma è davvero giusto avere degli standard di bellezza? In un’epoca in cui l’individualità e l’autenticità sono valori sempre più apprezzati, ci si interroga sulle ragioni per cui continuiamo a dare importanza a questi ideali estetici e su come possiamo superarli per abbracciare la bellezza nella sua molteplicità di forme, colori e sfumature.

In un mondo che cerca di opporsi agli stereotipi e alle discriminazioni basate sull’aspetto fisico, anche i concorsi di bellezza risultano ormai obsoleti e sessisti tanto che, persino un evento celebre come Miss Italia, ha tentato di reinventarsi mettendo in primo piano la body positivity e l’empowerment, piuttosto che solo la bellezza fisica.

Oggi, infatti, si trattano anche argomenti sul femminismo e sulla discriminazione di genere, cercando di far apparire questi eventi come un’opportunità per mostrare talento, intelligenza e interessi e per trasmettere messaggi positivi alle ragazze che seguono lo show da casa.

Per quanto lodevole possa essere il tentativo, le concorrenti continuano comunque ad essere sottoposte a una valutazione dei loro corpi, tra le critiche e i commenti del pubblico. E mentre un’altra miss è pronta a commuoverci con la sua storia tragica, si finge di ignorare il vero scopo del concorso nel quale, alla fine, la solita bellezza canonica, magra e “perfetta”, continua ad essere la vincitrice indiscussa.

L’ossessione del corpo perfetto

Nonostante il crescente dibattito, sono ancora migliaia le ragazze che continuano a voler partecipare a questi eventi. Un fenomeno che può essere interpretato come un riflesso della profonda influenza che questi standard continuano a esercitare tutt’oggi sulle giovani donne.

Anche la tecnologia contribuisce a modellare questa falsa percezione, dai social media all’industria della chirurgia estetica. Piattaforme come Instagram, infatti, hanno sdoganato la possibilità di creare immagini manipolate tramite i “filtri fotografici”, ampiamente utilizzati dai giovani (e non solo), che hanno contribuito alla creazione di un’illusoria idea di perfezione e di bellezza, distorcendo la realtà e alimentando insicurezze e frustrazioni. Molti utenti si affidano a questi strumenti per migliorare o modificare il proprio aspetto, nascondendo imperfezioni e creando un’immagine idealizzata di sé stessi.

Al contempo, la chirurgia estetica è diventata sempre più accessibile e popolare negli ultimi anni, offrendo soluzioni apparentemente semplici e rapide per raggiungere l’immagine desiderata.

Questa corsa alla perfezione ha però un prezzo, sia sul piano individuale che collettivo. A livello personale, l’impossibilità di conformarsi agli standard imposti possono minare la nostra autostima e la nostra felicità. A livello sociale, invece, la diffusione di immagini ritoccate e idealizzate contribuisce a creare un clima di insoddisfazione e di competizione malsana, in cui ognuno è costantemente sotto pressione per apparire sempre perfetto.

Ma davvero, ancora oggi, siamo disposte ad accettare l’oggettificazione del nostro corpo? La comparazione continua con un trend momentaneo di magrezza o forma fisica aumenta uno squilibrio già esistente di potere tra i generi, alimentando così il sessismo. Perché, nonostante le battaglie per la parità, siamo ancora vittime di un bombardamento mediatico incessante che, inevitabilmente, continua a condizionarci.

La rivoluzione delle imperfezioni

Tuttavia, c’è anche chi sta cercando di invertire questa tendenza, promuovendo una visione della bellezza che valorizza i difetti e le imperfezioni come segni di autenticità e unicità. Questa rivoluzione si basa sull’idea che la bellezza non risieda nella perfezione, ma nella varietà e nella diversità che caratterizzano il mondo naturale.

Alcuni influencer e personalità del mondo dello spettacolo stanno dando il buon esempio, mostrando il loro aspetto reale senza filtri e incoraggiando i loro follower a fare lo stesso.

Come ha fatto Lady Gaga, che ha dimostrato quanto potente possa essere lo struccarsi durante la sua performance agli Oscar del 2023, mostrando al mondo la sua bellezza naturale senza filtri o trucchi teatrali. E non è l’unica ad abbracciare la voglia di apparire libere e naturali, sfidando la pressione di dover essere sempre impeccabili.

Anche alcune marche di moda e cosmetici stanno aderendo a questa filosofia, scegliendo di utilizzare modelli con caratteristiche fisiche diverse e imperfette nei loro spot pubblicitari e campagne di comunicazione.

Le nostre imperfezioni sono l’espressione della nostra storia, delle nostre esperienze e delle sfide che abbiamo affrontato lungo il cammino della vita. Abbracciare e amare i nostri difetti significa riconoscere la nostra fragilità umana e riscoprire la forza nella vulnerabilità

Piuttosto che seguire gli standard estetici imposti dalla società, impariamo a darci valore e a riconoscere la nostra bellezza unica e irripetibile che trascende le convenzioni e i canoni superficiali. È arrivato il momento di spezzare le catene dell’oggettivazione e della pressione sociale e trovare la nostra autostima e il nostro potere nell’accettazione e nell’amore per noi stesse, con tutte le nostre imperfezioni e sfumature.

Solo allora potremo vivere una vita in cui brillare per il nostro valore, senza dipendere dall’approvazione altrui, ma dalla consapevolezza della nostra dignità e della nostra unicità.