È durato 9 ore l’interrogatorio di Filippo Turetta, assassino di Giulia Cecchettin. Nove ore nelle quali, stando a quanto riportato dalle testate giornalistiche, si è lasciato andare ai silenzi, alle lacrime, a lunghe pause. “Mi è scattato qualcosa in testa”, ha consegnato queste parole al PM di Venezia, Andrea Petroni, che si occupa di coordinare l’inchiesta dei carabinieri. “Ho perso la testa”, una frase di quattro parole che non è sufficiente né lontanamente accettabile per spiegare l’orrore avvenuto.
L’interrogatorio di Filippo Turetta: la confessione
La vita tolta a Giulia Cecchettin, l’ex fidanzata; l’autopsia sul corpo, che ha svelato un’inaudita ferocia; l’interrogatorio durato 9 ore, tra pause, risposte e “non ricordo”. Al PM ha confessato: “L’ho accoltellata e l’ho vista morire”. Le parole su Giulia Cecchettin fanno male, spengono qualsiasi barlume di speranza nell’umanità. Dall’esame autoptico è emerso che la giovane è morta a seguito delle coltellate: uno shock emorragico. Si è spenta l’11 novembre, poco prima della mezzanotte, come riportato da Rai News. Con lei, si sono spenti tutti i suoi sogni.
Turetta si è limitato a esprimere parole di rito, di circostanza: “Affranto, dispiaciuto per la tragedia”. Si è detto anche pronto ad affrontare le sue responsabilità e che intende ricostruire quanto accaduto quella sera. “Le emozioni e quello che è scattato in me”, riporta Il Sole 24 Ore. Attualmente in carcere a Verona, le accuse sono quelle di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Ma ci sono ancora troppi nodi da sciogliere, come quello delle aggravanti: premeditazione e crudeltà, come spiegato da Roberta Bruzzone. Gli accertamenti sono ancora in corso, e l’esame autoptico stabilirà ulteriori dettagli.
L’autopsia di Giulia Cecchettin
L’esame autoptico sul corpo di Giulia Cecchettin è durato oltre 12 ore. Uccisa da più di 20 coltellate, secondo i primi risultati emersi. Una ferocia che Turetta ha provato a spiegare con “Mi è scattato qualcosa in testa”, tra le lacrime. Guido Viel, anatomopatologo, si è concentrato sulla lesione al collo, una ferita profonda. L’elemento che potrebbe confermare l’aggravante della crudeltà. Non è escluso che Turetta verrà interrogato nuovamente la prossima settimana, quando è previsto il funerale di Giulia Cecchettin, stando a quanto specificato da LaPresse.
Filippo Turetta, i genitori rinunciano all’incontro in carcere
Ai microfoni di Chi l’ha visto, il padre di Turetta, Nicola, ha affidato un ulteriore commento: “È un ragazzo che comunque è un bambino”. Parole contestate fortemente sui social, dove si invita al silenzio e al rispetto per la morte di Giulia. “Purtroppo le cose sono peggiorate, forse voleva farle paura poi la cosa è precipitata e a lui è saltato l’embolo”. Stando ai parenti e agli amici di Giulia, però, Turetta mostrava un comportamento possessivo, geloso, ossessivo.
Dopo la cattura, Turetta è stato estradato in Italia il 25 novembre 2023. Da allora non ha ancora incontrato i genitori. Avrebbero dovuto vederlo in carcere il 29 novembre, ma, come condiviso dall’Agi, “il colloquio era stato autorizzato ma, a quanto si apprende, le implicazioni emotive per mamma Elisabetta, papà Nicola e il figlio detenuto per l’omicidio di Giulia Cecchettin hanno spinto i genitori a prendersi del tempo per affrontare il momento in condizioni più serene”. Rimane ora, fermo più che mai, il grido della sorella di Giulia, Elena Cecchettin: facciamo rumore.