Valeria D’Esposito, la giornalista morta a 49 anni per Covid: l’ultimo messaggio

"Il Covid non è arrivato in punta di piedi, è stato come una bomba": le parole di Valeria D'Esposito morta a 49 anni per complicanze legate al Covid

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Valeria D’Esposito era una nota giornalista campana, morta a soli 49 anni, compiuti lo scorso 15 febbraio, per complicanze legate al Covid.

Il 22 febbraio descriveva sul suo profilo Instagram  l’incontro col Covid: “Ho contratto il C. Tachipirina, cortisone, antibiotici e saturimetro da quasi una settimana sono i miei migliori compagni di viaggio, insieme al mio compagno di vita che, manco a dirlo, è ammalato pure lui. Il C non è arrivato in punta di piedi, tutt’altro. È stato tipo lo scoppio di una bomba: all’improvviso siamo precipitati entrambi in uno stato di stordimento, malore, dolore diffuso, abbattimento. Abbiamo deciso subito di isolarci, abbiamo chiamato un laboratorio per fare i tamponi molecolari a domicilio, e ho iniziato ad avvisare le persone che avevamo incontrato nei giorni precedenti. Li abbiamo chiamati tutti, ad uno ad uno, per chiedere loro di verificare eventuali positività. Per fortuna tutti bene”.

Proseguiva, mettendo in guardia sulla pericolosità del virus: “L’esito dei nostri tamponi è arrivato il giorno dopo, tramite messaggio del ministero, e ha confermato quello che ormai ci era già abbastanza chiaro. Scrivo queste righe tra una febbre e l’altra, in un momento di tranquillità, dopata di tachipirina e corticosteroidi. Respiro, mangio, prendo farmaci. La pandemia è ancora in corso, non rilassatevi“.

Nell’ultima newsletter del suo sito VisitCampania, Valeria D’Esposito raccontava: “Nella terza ondata, che non avrebbe dovuto esserci, il covid ha raggiunto anche me. Ebbene sì, mentre ero in attesa della chiamata per il vaccino, un giorno all’improvviso mi sono sentita poco bene.
È stato davvero un attimo: ero al pc, tranquilla a scrivere e a bere il mio tè, e in un secondo ho sentito le forze venire meno, mentre la gola iniziava a bruciare e la testa a pulsare di dolore”.

Poi i giorni delle cure, chiusa in casa: “I giorni seguenti sono passati tra terapie, innalzamenti improvvisi della temperatura, spesa online, saturimetrie, emozioni contrastanti, ansia e frustrazione. Non ne siamo ancora fuori, ma tra una febbre e l’altra ho trovato l’energia per scrivere queste righe”. E il pensiero rivolto al futuro: “Le mie priorità future? Due cose che già avevo nel cuore: avere massima cura di me stessa e riprendere a viaggiare”. Due desideri che Valeria non potrà più realizzare.