Perché la sparatoria in Texas è una strage che non possiamo più accettare

La sparatoria avvenuta in Texas, alla Robb Elementary School, fa male. E lo fa soprattutto perché le vittime della follia umana erano solo dei bambini innocenti

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

È successo ancora e noi siamo rimasti a guardare, inermi, attoniti. Come se fossimo gli spettatori di un film horror il cui nastro è riavvolto all’infinito. E magari si trattasse solo di un film! Magari potessimo svegliarci domani, tutti quanti, cancellando i ricordi di quello che è stato il peggior incubo notturno. E invece dobbiamo fare i conti con una realtà terribile, tragica e disumana, quella dell’ennesima strage che non possiamo più accettare.

L’America è ancora sotto shock, tutto il mondo lo è. Perché il fuoco è stato aperto all’improvviso, in maniera subdola e meschina. Un fuoco che ha generato morte, dolore e sofferenza e che ha segnato il mondo con una scia di sangue che è impossibile lavare via.

La sparatoria avvenuta in Texas fa male. E lo fa sopratutto perché le vittime innocenti di quella follia umana erano solo dei bambini. Spensierati, felici e con tanti sogni da realizzare, gli stessi distrutti da un omicida senza precedenti. Certo il killer ha già pagato per le sue colpe con la sua stessa vita, ma questo non basta a cancellare l’ennesimo capitolo insanguinato della nostra storia.

24 maggio 2022

24 maggio 2022: è questa la data dell’ennesima strage umana, di un massacro consumato tra i corridoi della scuola elementare di Uvalde, una cittadina del Texas di appena 15mila anime, quelle che dovranno portare il peso di quello che è successo per tutta la vita.

Un peso che porta a sua volta lo stigma di un numero che non si può dimenticare: sono diciannove i bambini e due gli adulti, tra cui anche un insegnante, le vittime del killer del Texas, un ragazzo di soli 18 anni che la mattina di martedì 24 maggio ha scelto di sparare a sangue freddo sugli alunni della scuola elementare.

Le notizie corrono confuse da una parte all’altra del Paese arrivando fino a noi, mentre tra le strade, le piazze e i social network le persone si chiedono perché in America continuano a esserci questi massacri, perché solo nel 2022 ci sono state già 200 sparatorie.

Se lo è chiesto anche Joe Biden che, visibilmente commosso, ha esortato il Congresso a fare qualcosa di concreto contro la lobby delle armi nel Paese. E se lo chiedono tutti i cittadini di Uvalde che ancora increduli vagano tra l’assordante silenzio della città interrotto solo dalle lacrime strazianti delle famiglie delle vittime.

La strage nella Robb Elementary School

Cos’è successo martedì 24 maggio lo sappiamo tutti, anche se le autorità stanno ancora cercando di fare chiarezza. Quello che sappiamo per certo è che Salvador Ramos, appena 18enne, ha sparato un colpo di arma da fuoco contro sua nonna, quella mattina, prima di mettersi in macchina verso una destinazione sconosciuta. Si trattava già della scuola pubblica della città.

Dopo un incidente in auto, il ragazzo è sceso dall’auto dotato di giubbotto antiproiettile, ha imbracciato il suo fucile ed è entrato nell’edificio verso le ore 13 aprendo il fuoco in alcune classi uccidendo i bambini e non solo. È stato allora che, dotato di giubbotto antiproiettile, ha imbracciato il suo fucile ed è entrato nell’edificio aprendo il fuoco su alcune classi, uccidendo i bambini e non solo. Dopo uno scontro a fuoco con gli agenti di polizia accorsi sul luogo, Ramos è rimasto ucciso.

La strage di Uvalde si è consumata a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico e, quasi come se fosse uno scherzo del destino, a distanza di qualche giorno dalla convention annuale della National Rifle Association, organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco degli Stati Uniti d’America, fissata per il 27 maggio a Houston, nel Paese che piange i suoi bambini. Tra l’eco della grida e il rumore delle lacrime per quelle vite spezzate.

Ed è impossibile non pensare a quanto tutto questo sia sbagliato, così come è facile ricadere nello stesso oblio in cui il Paese è sprofondato nel 2012 con il massacro di Sandy Hook, quando Adam Lanza aprì il fuoco sui bambini della scuola elementare e ancora prima con quello della Columbine High School.

Salvador Ramos
Fonte: IPA
Salvador Ramos

Salvador Ramos: chi era il killer della strage in Texas

Cosa spinge un ragazzo di soli 18 anni a compiere una tale atrocità? Cosa lo allontana dalla voglia di vivere la sua età, di realizzare sogni e di progettare grandi cose per impugnare un fucile? Si tratta forse di follia? Di mostri e demoni che non è riuscito a sconfiggere?

Perché Salvador Ramos ha aperto il fuoco sui bambini di quella scuola elementare ce lo stiamo chiedendo tutti. Lo facciamo, forse, per dare un senso a quella che è l’ennesima tragedia che un senso non ce l’ha.

Di Ramos, in realtà, sappiamo ancora molto poco. Ma le informazioni che sono giunte fino a noi sono inquietanti. Il diciottenne, che aveva frequentava il liceo della città e lavorava in un ristorante non lontano dalla scuola elementare, era già in possesso di armi e non lo nascondeva, anzi. Sul suo profilo Instagram numerosi i selfie e le fotografie con armi da fuoco, inclusi quei due fucili che il ragazzo si era auto regalato al compimento dei suoi 18 anni.

E lo sapevano anche i suoi compagni, che Ramos collezionava armi e che forse le utilizzava. A raccontarlo è stato proprio uno di loro che ha dichiarato alla Cnn di aver ricevuto una fotografia da Ramos mentre utilizzava un fucile Ar con delle munizioni. Sappiamo di lui anche che era un ragazzo molto schivo, che spesso saltava la scuola e che aveva diversi problemi con i suoi compagni di classe. Che non socializzava e che spesso veniva preso in giro dai suoi compagni di classe per il modo di vestire e di agire.

Certo questo non bastava a immaginare che si sarebbe trasformato nel giro di pochi giorni in un assassino. Eppure è successo. È accaduto che la mattina del massacro Ramos ha contattato una ragazza su Instagram per dirle che quel giorno stesso avrebbe fatto qualcosa. Cosa ha fatto, poi, lo sappiamo tutti.

Se la strage alla Robb Elementary School era premeditata e poteva essere evitata non possiamo saperlo, così come non possiamo trovare le risposte a tutte le domande che oggi attanagliano la nostra mente. Quello che sappiamo per certo è che quei bambini e quelle persone sono state uccise, e insieme a loro è morta anche una parte dei genitori, dei familiari, degli amici e della comunità intera.

Il massacro della Robb Elementary School
Fonte: IPA
Il massacro della Robb Elementary School