Marcelo Pecci è morto, è stato assassinato mentre era in viaggio di nozze con sua moglie, la donna con la quale stava costruendo una famiglia. L’uomo, infatti, stava per diventare papà e chissà se tutte quelle battaglie combattute orgogliosamente erano anche per suo figlio, per garantirgli una vita in un mondo migliore.
Marcelo Pecci ora non c’è più, non potrà abbracciare più sua moglie, non potrà vedere il suo bambino nascere. Eppure il suo nome continuerà a fare rumore. E non solo perché è stato assassinato brutalmente durante la sua luna di miele, ma perché la sua ultima indagine, forse la più grande mai condotta in Paraguay, aveva fatto emergere importanti relazioni tra i grandi narcotrafficanti e i politici del Paese.
E anche se il procuratore adesso non c’è più, è necessario portare avanti il suo lavoro, trovare i colpevoli e punirli. Perché se è un mondo migliore quello che lui voleva, noi abbiamo il dovere di portare avanti la sua missione.
Chi era Marcelo Pecci
Marcelo Pecci Albertini aveva 46 anni ed era di origine italiana. In Paraguay e negli altri Paesi sudamericani tutti lo conoscevano. Era diventato il simbolo della lotta alla criminalità organizzata e al traffico di droga portando alla luce il ruolo cruciale che il Paese svolgeva nel commercio della cocaina.
Era un uomo tutto d’un pezzo, che non aveva paura di esporsi, che ha portato avanti le battaglie di tutti noi con invidiabile coraggio, e per questo è morto. Lo hanno colpito in maniera infame e subdola, quando era indifeso e spensierato.
La storia, a quanto pare, è destinata a ripetersi. L’assassinio di Pecci, infatti, ci porta inevitabilmente indietro nel tempo, al 1992, quando la criminalità organizzata ha ucciso i due più grandi esponenti della lotta contro la mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La luna di miele in Colombia
Si era preso una pausa, una soltanto, dalla grande inchiesta paraguaiana sulla quale aveva lavorato per mesi, la stessa che aveva fatto emergere i grandi traffici commerciali internazionali della droga e i legami con i capi narcos e i politici del paese. Lo aveva fatto perché aveva scelto di sposare la sua compagna, la giornalista Claudia Aguilera, e insieme dopo le nozze avvenute il 30 aprile, erano volati sull’isola di Barù per celebrarela loro unione.
È stato proprio durante la luna di miele che, sulla spiaggia antistante all’hotel Decameron dove i neo sposi alloggiavano, due uomini sono arrivati a bordo di una moto d’acqua, hanno puntato le loro armi contro il procuratore e hanno premuto il grilletto. Sono bastati due colpi, uno in faccia e uno alla schiena, per ucciderlo.
A nulla sono serviti i tentativi di pronto soccorso, Marcelo Pecci è morto all’istante. Solo poche ore prima del delitto sua moglie Claudia aveva annunciato sui social network di aspettare un bambino. Un bambino che non potrà mai abbracciare suo padre, ma che in qualche modo lo conoscerà attraverso le parole degli altri, di tutti quelli che non smetteranno mai di ringraziarlo per aver rischiato e sacrificato la sua vita per rendere il luogo che abitiamo un posto migliore.