Da caduta di stile per antonomasia a sempiterno must-have: il double denim – per gli amici il buon vecchio total-denim – sa esattamente come funziona un’upgrade.
Quanto indossare l’immortale tessuto jeans da capo a piedi costasse in passato ce lo racconta un avvenimento in particolare, fisso nella memoria di chi di moda se ne interessa da tempo immemorabile: leggenda narra che, nel lontano 1951 a Vancouver, un lussuosissimo hotel rifiutò Bing Crosby come ospite. Perché? Pare che alla reception non avessero affatto apprezzato la sua tenuta, ai severi occhi di chi si occupava delle accoglienze fin troppo casual. La mise incriminata altro non era che un completo di jeans firmato Levi’s, uno di quelli per cui oggi si farebbero carte false. Energie karmiche hanno però voluto che l’episodio non segnasse l’inesorabile fine del double denim, bensì l’inizio: l’artista, allora sulla cresta dell’onda, ironizzò senza problemi a proposito della vicenda alimentando il chiacchiericcio generale. L’inatteso risultato fu una tempestiva collaborazione con il noto brand, il quale iniziò a sponsorizzare Crosby realizzando per lui persino dei completi tre pezzi su misura.
Specificare come inesorabilmente nacque una tendenza sarebbe superfluo. Questa all’epoca prese il nome di Canadian tuxedo, uno stile patinato a cui aderirono star del calibro di Elvis Presley – in una personalissima e riconoscibile versione tutta strass e frange – e Marylin Monroe, la quale amava vestirlo in chiave country arricchendo i propri look con accessori tipicamente da cowboy.
Un trend, quello tornato tra noi già a partire dagli scorsi mesi estivi, facendosi beffa di temperature pressoché infernali, che di nuovo ha ben poco. Quando si pensa a look in jeans da cima a fondo li si collega alla scena musicale anni Novanta/Duemila (segnata dall’eterno momento fashion contrassegnato dai coordinati stonewashed firmati Versace indossati in coppia da Britney Spears e Justin Timberlake, agli American Music Awards del 2001) eppure il suo successo vide altissimi picchi durante le decadi precedenti. Tra le maggiori e più affezionate amanti e pioniere dell’uniforme denim si ricordano Dolly Parton, Cher, Debbie Harry e Sade. Negli anni Settanta la scena hip-hop americana fece di lui una autentica divisa, un potentissimo mezzo d’espressione, spesso appaiato alle iconiche Timberland come si vide successivamente anche su Tupac Shakur nel 1993.
Indice
Double denim? Sì, grazie: il ritorno del look total-jeans per l’autunno/inverno 2024
A dimostrazione – per nulla necessaria – della incessante ciclicità della moda, l’equazione denim on denim si colloca attualmente nell’Olimpo delle tendenze autunnali. L’ennesimo, e sappiamo già non ultimo, caso del vintage che seduce e conquista. E così, a scanso di ogni tipico “non ho niente da mettermi”, la combo più stilosa di tutti i tempi provvede a vestire efficacemente ed in pochi attimi persino le personalità più indecise (anche) nella fredda stagione alle porte, fungendo all’occorrenza da fulminea iniezione d’autostima.
Chiamare il double denim passepartout, però, sarebbe fin troppo facile. Lo è ma, seppur si tratti di un look di forte impatto visivo a vantare un fascino del tutto effortless, lasciare il contorno al caso sarebbe un grosso errore. Uno dei suoi più grandi vantaggi è sì poterlo indossare senza pensarci troppo, scongiurando quegli attimi di contemplazione del vuoto davanti al guardaroba, ma lo styling vuole comunque la sua parte.
A volerla, però, è soprattutto quanto concerne il saper calibrare le proporzioni: a pantaloni dai volumi morbidi o oversize devono corrispondere capi più aderenti sul tronco, e viceversa. Ce ne danno prova le collezioni di Versace, The Attico, Akris, Cecilie Bahnsen, Jason Wu, Valentino, Dries Van Noten, Dior, Ulla Johnson e Sacai. Alcuni di loro rettificano a gran sorpresa la regola citata in precedenza, puntando su volumi cocoon abbinati tra loro. Altri, invece, aggiungono ai capi coordinati fantasie e dettagli gioiello ad elevare un risultato già vincente di per sé.
Come appreso dalle proposte dell’haute couture il cosiddetto blue jeans, proposto oggi in doppie o triple stratificazioni, non è più da considerarsi soltanto al vertice di qualsivoglia gruppo di trend streetwear. Indossare il denim on denim equivale, secondo la più recente versione dei dettami della moda, a vestire il più classico e rigoroso completo elegante, la cui acquisita attitudine esprime personalità extra.
Le passerelle hanno offerto infinite declinazioni a tal proposito, attribuendo un connotato tutto nuovo al cult che affonda le sue radici nel remoto passato. Contemporaneo certo, ma pur sempre remoto.
Storia del jeans: dove nasce l’iconico tessuto
Se “blue” si riferisce chiaramente alla più classica delle sue tinte, “jeans” deriva dalla storpiatura della sua città d’origine: trattasi di Genova, più precisamente del noto porto all’epoca del pieno fervore commerciale, unico e solo punto di partenza prima che il capo facesse perdere la testa al mondo intero.
La curiosa inesattezza a generare il nome con cui esso è oggi conosciuto proviene dalla lingua inglese, nella quale Blue de Gênes (ossia blu di Genova) stava ad indicare uno specifico tipo di telone di colore blu impiegato sulle navi per le vele e la copertura delle merci. Era addirittura il 1400 quando nella città di Chieri, in provincia di Torino, si iniziò a produrre il materiale, poi diffuso verso il resto del mondo grazie a queste. Da umile tessuto atto agli scopi citati in precedenza quest’ultimo prese ben presto la forma di tute da lavoro: fu dalla sua resistenza e versatilità che così, in tempi non sospetti, nacquero le prime divise per i marinai, esportate dall’Italia all’America dove l’ascesa ebbe vero inizio.
Il successo arrivò infatti solo in seguito, più precisamente nel 1858 grazie a Levi’s Strauss, abile imprenditore che fondò la propria azienda a San Francisco, fornendo indispensabili grembiuli e tute da lavoro in un periodo proficuo come quello della scoperta dell’oro.
I jeans per come oggi li conosciamo, però, sono merito del sarto Jacob Davis, il quale aggiunse loro i rivetti in rame a rifinire le tasche nell’ottica di renderli ancor più pratici e resistenti per minatori e ricercatori d’oro, i quali usavano colmarle con preziosissime pepite. Strauss ne aveva ovviamente l’esclusiva, ma una volta scaduto il brevetto in un attimo il mercato ne fu pieno. Ed il resto, insomma, è storia.
Oggi il celebre modello cinque tasche gode ancora della sua fama, ma il denim ne ha fatti di passi avanti: le evoluzioni di stile a cui lo storico tessuto si è prestato negli anni sono a dir poco infinite, nelle mani dei più grandi stilisti in preda al loro estro creativo. Poco a poco il jeans ha originato capi pronti a vestire chi li sceglie dalla testa ai piedi, non soltanto per contesti informali ma assumendo in alcuni casi le sembianze del puro lusso. E chi, meglio delle celebrities, potrebbe saperlo?
Sydney Sweeney
Perfettamente calata nel ruolo di trendsetter, che le si addice alla perfezione, Sydney Sweeney ha più volte pubblicamente dimostrato di essere una grande amante della tendenza double denim. Tra completini iperfemminili adorni di pepli e silhouette a clessidra, spiccano talvolta outfit di stampo mannish come quello in foto: un look interamente in jeans a tre pezzi, composto da giacca, camicia e pantalone. E sì, a quanto pare il superpotere del tessuto funziona anche visto su lavaggi a contrasto.
Cara Delevigne
Del ritorno dei jeans skinny se ne è già parlato a sufficienza: Cara Delevigne, però, offre al suo pubblico un interessante spunto in merito a come indossarli in chiave moderna accostando ad un modello a vita bassa un sovracamicia cropped. A combattere il gelo – già sufficientemente sfidato con l’addome a vista – ci pensa la pelliccia, perfettamente intonata alla scarpa maschile.
Deva Cassel
Spiccatamente femminile, invece, il coordinato denim on denim sfoggiato da Deva Cassel. La figlia di Monica Bellucci opta per un due pezzi composto da minigonna e balzer tutt’altro che anonimo, data la linea sciancrata dell’intramontabile capospalla smorzata da strappi realizzati ad arte e fantasia patchwork.
Iris Law
Iris Law, infine, suggerisce di indossare il trend in modo semplice quanto efficace. Il lavaggio di jeans e giacca, nel suo caso, è lo stesso e a completare il look con grande grinta ci pensano i biker boots.