L’ipertensione è uno stato sempre preoccupante, e lo è ancor di più se in gioco ci sono due vite, quella del feto e quello della madre. L’ipertensione in gravidanza va monitorata, trattata, perché i rischi ad essa correlati sono piuttosto importanti.
Con il dottor Antonio Simone Laganà, ginecologo, scopriamo le principali differenze, quando si manifesta, quali sono i sintomi, come va monitorata e qual è la terapia da mettere in atto, per evitare che l’ipertensione in gravidanza possa comportare gravi conseguenze.
Indice
Cosa si intende per ipertensione in gravidanza
“L’ipertensione è una condizione medica a causa della quale, quando si è a riposo, la pressione del sangue nelle arterie è più elevata rispetto agli standard fisiologici normali.
Quando i valori pressori superano i 140 mmHg per la pressione sistolica, e i 90 mmHg per la pressione diastolica, si parla di ipertensione.
In gravidanza, si parla di ipertensione in presenza di uno o più criteri tra i seguenti: valori pressori che superano i 140/90 mmHg, un aumento della pressione arteriosa sistolica, rispetto al pre-concepimento, superiore ai 25 mmHg (World Health Organization) o superiore ai 30 mmHg (American College of Obstetricians and Gynecologists) o un aumento della pressione arteriosa diastolica, rispetto al pre-concepimento, superiore ai 15 mmHg, riscontrati in almeno due misurazioni effettuate a distanza di almeno 4 ore.
In gravidanza possono manifestarsi diverse forme di ipertensione, ognuna delle quali ha delle caratteristiche e dei rischi specifici:
- ipertensione cronica;
- ipertensione gestazionale;
- preeclampsia;
- eclampsia;
- sindrome HELLP”.
Tipi di ipertensione in gravidanza
Sempre con l’aiuto del dottor Laganà, cominciamo a comprendere e ad approfondire i primi tipi di ipertensione in gravidanza, individuandone il periodo nel quale aspettarsi che insorgano e/o quando possano terminare.
“Si parla di ipertensione cronica quando questa è già presente prima della gravidanza o compare prima della 20° settimana di gestazione. Le donne con ipertensione cronica devono essere monitorate attentamente durante la gravidanza per prevenire complicanze.
L’ipertensione gestazionale, invece, insorge dopo la 20° settimana di gestazione senza la presenza di proteinuria (proteine nelle urine). Questa tipologia di ipertensione generalmente si normalizza qualche settimana dopo il parto. Un’altra condizione di disordine ipertensivo particolarmente seria che può svilupparsi in gravidanza è la preeclampsia, che può verificarsi dopo le 20 settimane di gravidanza ed è caratterizzata da ipertensione, proteinuria e può comportare a volte anche edemi declivi a causa della ritenzione di liquidi.
La preeclampsia può anche presentarsi nelle donne gravide che soffrono già di ipertensione cronica (preeclampsia sovrapposta a ipertensione cronica)”.
Ipertensione in gravidanza: diagnosi e monitoraggio
Prima di approfondire i sintomi dell’ipertensione, quando si manifestano, quali sono i rischi, possiamo cominciare a buttare giù alcune importanti riflessioni.
La prima è che una diagnosi tempestiva è fondamentale per la salute della mamma e per quella del bambino, e, una volta appurato di soffrire di ipertensione in gravidanza, monitorarla è fondamentale. Dobbiamo tenerla sotto controllo, anche a casa, come facciamo con il nostro peso. A cadenza fissa, dobbiamo verificare i valori della nostra pressione, in modo da avere anche uno schema di come essi varino, in quale orario ed in presenza, eventualmente, di quale circostanze.
Ecco come viene monitorata, in gravidanza, la nostra ipertensione:
- controlli regolari della pressione sanguigna;
- esami delle urine;
- monitoraggio ecografico;
- esami del sangue.
I 5 sintomi più comuni
Abbiamo chiesto al dottor Laganà quali siano i sintomi che, più frequentemente, si manifestano con tale stato. Ecco cosa ci ha risposto.
“L’ipertensione in gravidanza può presentare:
- mal di testa;
- ritenzione idrica e gonfiore soprattutto agli arti;
- alterazioni della vista;
- nausea;
- aumento improvviso di peso.
Talvolta, l’aumento di pressione può avvenire anche senza sintomi, pertanto si consigliano controlli frequenti della pressione sanguigna”.
Come abbiamo visto, purtroppo, alcuni sintomi possono essere confusi con altre situazioni piuttosto comuni in gravidanza, si pensi all’aumento del peso, alla nausea o anche al glaucoma. Inoltre, come specificato dal dottore, l’ipertensione più anche essere silente, per questo non possiamo trascurare alcun controllo. Monitorarla anche a casa, far presente al/alla professionista di fiducia ogni nostro piccolo dubbio, può essere importante per fornirgli un quadro della situazione più accurato, che gli sarà utile sia per la diagnosi che per la terapia ed anche per i consigli sullo stile di vita da adottare.
Come può essere importante, per lui/lei, sapere se c’è familiarità con tale patologia.
Fattori di rischio
Abbiamo parlato di familiarità in quanto, come tutte le patologie che possono colpirci, non solo in gravidanza, ci sono dei fattori di rischio che possono, ahinoi, indipendentemente dal nostro stile di vita, causarne l’insorgenza.
Ecco i fattori di rischio per l’ipertensione in gravidanza:
- familiarità di ipertensione o preeclampsia;
- obesità;
- età avanzata della madre (oltre i 35 anni);
- gravidanza multipla;
- diabete o malattie renali preesistenti.
Purtroppo, lo abbiamo appreso più volte durante i nostri approfondimenti sulla gravidanza e sulla maternità, quando l’età della donna si avvicina ai 35 anni la difficoltà a concepire, la gestazione, il parto possono risentirne in modo anche importante.
Quali sono i rischi dell’ipertensione in gravidanza
“L’ipertensione in gravidanza può comportare seri rischi sia per la madre che per il feto. I rischi variano a seconda della gravità e della gestione.
Per quanto riguarda la madre sono:
- eclampsia (caratterizzata da convulsioni e che può essere fatale);
- sindrome HELLP (che comporta distruzione dei globuli rossi e diminuzione delle piastrine);
- distacco di placenta;
- insufficienza renale;
- problemi cardiovascolari;
- complicanze durante il parto.
Per quanto riguarda i rischi relativi al feto, sono riconducibili principalmente alla ridotta perfusione placentare, con conseguente ridotto accrescimento fetale e basso peso alla nascita; inoltre, l’ipertensione può portare a un parto prematuro o alla necessità di indurre il parto prima del termine per salvaguardare la salute della madre e del bambino. In casi estremi, le complicanze legate all’ipertensione, soprattutto se non controllata, possono portare alla morte del feto in utero”.
Gravidanza e ipertensione: prevenzione e terapia
Alla luce dei gravissimi rischi che possono essere causati dall’insorgenza dell’ipertensione in gravidanza, è lecito chiedere sia se esistano delle forme di prevenzione e, successivamente, quale sia la terapia atta a contrastare il tipo di ipertensione che affligge la nostra gestazione.
Con il quadro sin qui delineato, possiamo stilare alcuni comportamenti che possono influenzare sulla riduzione del rischio.
Prevenzione:
- controllo del peso prima e durante la gravidanza;
- dieta a basso contenuto di sale;
- riduzione dello stress;
- attività fisica regolare.
“Una gestione scrupolosa dell’ipertensione in gravidanza è fondamentale per minimizzare questi rischi, con un monitoraggio regolare dei valori pressori, test delle urine per rilevare proteinuria e anche monitoraggio ecografico fetale per valutare la crescita e il benessere del feto. È consigliabile inoltre condurre uno stile di vita sano, con un’alimentazione equilibrata e un moderato esercizio fisico. Ove necessario, sempre dietro indicazione del proprio medico, si possono utilizzare farmaci antiipertensivi che siano sicuri durante la gravidanza”.
Oltre ai trattamenti farmacologici, che come sopra citato necessitano di una prescrizione del nostro/nostra ginecologo/a, alcune pratiche complementari possono supportare la gestione dell’ipertensione, sotto l’aspetto dello stress.
Forme complementari alla terapia:
- yoga e tecniche di rilassamento
- massaggi prenatali
- agopuntura (sempre sotto consiglio medico)
- supporto psicologico.
Quest’ultimo aspetto è molto importante perché non si può negare che sia il lavoro, lo stile di vita ed il nuovo stato nel quale si trovi la donna, possano essere fonti di ansia, che va affrontata con l’aiuto di uno/a specialista. Anzi, prima si capisce che non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, pensiamo alla sua importanza in caso di depressione post-partum , e meglio è.
Ovviamente, le tecniche di rilassamento, l’attività fisica, l’agopuntura etc, devono avvenire o su consiglio del/della professionista o comunque informandolo/a e chiedendo il suo parere. Importante è che la donna sia consapevole de rischi dell’ipertensione e che non la sottovaluti aspettando che passi da sola.