Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse e viene diagnosticato in presenza di elevate quantità di glucosio nel sangue. Dietro alla sua comparsa ci sono cause e fattori di rischio diversi, tra cui familiarità, stile di vita, il tipo di alimentazione seguita. Il rischio che il diabete si sviluppi aumenta con l’avanzare dell’età, ma anche con una ridotta attività fisica e in presenza di obesità.
Se invece, durante la gravidanza, i livelli di glucosio nel sangue superano quelli considerati “nella norma”, si parla di diabete gestazionale.
Indice
Che cos’è
Il diabete gestazionale è una condizione che può verificarsi nel corso dei nove mesi di gravidanza e di solito, regredisce dopo la nascita del bambino. Come indicato dal Ministero della Salute, i dati a livello nazionale ed europeo fanno emergere che il 6-7% circa delle gravidanze viene complicato da un’alterazione dei livelli di glucosio.
Quali sono i sintomi e i valori di riferimento in caso di diabete gestazionale? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Valentina Pontello, Medico Chirurgo, Specialista in Ginecologia e Ostetricia.
Sintomi
«Il diabete gestazionale è caratterizzato dalla presenza di glicemie elevate (a digiuno o dopo i pasti) in una donna non diabetica. Il diabete gestazionale non dà sintomi, in alcuni casi può essere sospettato, per esempio, se la quantità di liquido amniotico è elevata, il cosiddetto “polidramnios”. In questa condizione, l’utero si presenta più grande rispetto a quello che dovrebbe essere per l’epoca gestazionale e la gestante può avere la sensazione di ingombro, difficoltà a respirare o di “pancia dura”» spiega la dottoressa.
Valori di riferimento
«Lo screening per il diabete gestazionale prevede una curva glicemica da eseguire intorno alle 24-28 settimane con 75g di glucosio diluiti in 300 cc d’acqua (da bere a digiuno e in breve tempo). Non si può bere altra acqua né mangiare dopo l’assunzione della soluzione di glucosio. I prelievi ematici per la misurazione della glicemia vengono fatti a digiuno, dopo una e dopo due ore.
I valori di riferimento sono inferiori a 92-180-153 mg/dl, il che significa che anche un solo valore pari o superiore a questi livelli, comporta la diagnosi di diabete gestazionale. Una volta appurato la presenza di diabete gestazionale e iniziata la dieta specifica, verranno effettuati dei controlli glicemici giornalieri. Questi prevedono la misurazione della glicemia capillare (tramite una lancetta per pungere un dito) a digiuno e dopo un’ora dall’inizio del pasto (eventualmente, anche con misurazioni notturne). Valori considerati ottimali per la glicemia sono: inferiore a 90 mg/dl a digiuno e a 120 mg/dl dopo un’ora», continua l’esperta.
Rischi
«I rischi del diabete gestazionale non compensato comprendono:
- eccessiva crescita fetale, soprattutto dell’addome;
- macrosomia fetale (vale a dire un peso nascita superiore ai 4 kg);
- polidramnios (cioè liquido amniotico in eccesso);
- rischi ostetrici aumentati (parto prematuro, preeclampsia, morte in utero);
- problemi al momento del parto (distocia di spalla).
Diagnosticare e trattare tempestivamente questa condizione aiuta a ridurre il rischio di tali complicanze».
Inoltre, una donna che ha ricevuto la diagnosi di diabete gestazionale, presenta maggiori possibilità di sviluppare – a distanza di 5/10 anni circa dal parto -, il diabete di tipo II.
Quando preoccuparsi?
«Se la crescita fetale risulta eccessivamente accelerata, il ginecologo ospedaliero potrà decidere per anticipare il parto», precisa la dottoressa Pontello.
Come trattarlo
«Il trattamento standard prevede prima di tutto dieta ed esercizio fisico. Se questo non dovesse bastare a tenere sotto controllo le glicemie, può essere aggiunta una terapia a base di insulina a lento rilascio per coprire le glicemie basali, ed eventualmente a rilascio rapido ai tre pasti per abbassare le glicemie ad un’ora dal pasto», conclude l’esperta.
Prevenzione
È possibile limitare e ridurre le conseguenze del diabete gestazionale sul feto e su stesse, attuando delle misure preventive. In questo senso, è bene eseguire controlli costanti durante la gravidanza, per rilevare il prima possibile l’eventuale presenza di alterazioni di glucosio. Questo è raccomandato soprattutto in caso di familiarità per diabete di tipo II, in presenza di sovrappeso e obesità, o ancora, se il diabete gestazionale era stato diagnosticato nel corso di una precedente gravidanza.
Inoltre, è bene seguire sempre uno stile di vita sano, dunque già da prima della gravidanza. Nel corso dei nove mesi invece, è importante nutrire il futuro nascituro e sé stesse seguendo un regime alimentare idoneo al proprio stato di salute. Gli zuccheri sono da evitare o comunque da limitare per quanto possibile, quindi attenzione agli alimenti preconfezionati con zuccheri aggiunti, ma anche a bevande gasate, dolci in genere.
Ad ogni modo, sarà lo specialista a formulare una dieta che tenga conto delle necessità e del benessere di mamma e bebè.