I genitori hanno tanti compiti da svolgere, ogni giorno e tutti i giorni. Hanno obblighi e responsabilità, ma anche diritti e doveri. Uno di questi è proprio quello di insegnare alle bambine, alle future donne del domani, a dire di no. A difendersi dalle ingiustizie, a piangere e arrabbiarsi, a graffiare, se necessario, e a farsi valere per difendere i propri diritti e le loro scelte. A ribellarsi e a vivere senza limiti imposti da qualcun altro.
Crescere bambine coraggiose e ribelli
C’è un mondo distopico, da qualche parte lì fuori, che mina la libertà delle bambine e delle donne, tutte. È quello tenuto in piedi, rafforzato e nutrito da chi, ancora, non ha compreso che sono nostri il diritto e il dovere di essere chi vogliamo e di fare ciò che desideriamo.
Succede da sempre. Quando siamo piccole, per esempio, non ci è concesso arrabbiarci: se un bimbo ci ruba la merenda o ci dà una spinta l’unica cosa che possiamo fare è piangere, le lacrime sono l’unica forma di emozione che qualcuno contempla per noi. Ma se lo facciamo quando diventiamo adulte, allora, siamo infantili. Troppo emotive, dicono. In fondo siamo il sesso debole da sempre.
E lamentarci non va bene. Non quando ci fanno un complimento non richiesto o non gradito, perché altrimenti siamo prevenute o troppo suscettibili. E se ci fanno del male, allora, è meglio non raccontarlo a nessuno perché poi è più facile darci la colpa. Perché noi potevamo evitare.
Eppure non è così che deve andare. Noi abbiamo il diritto e il dovere di agire e di reagire, di denunciare e raccontare al mondo. Di esprimere il consenso o il dissenso, i sentimenti e le emozioni, nel modo che riteniamo migliore. E il compito che abbiamo, quando diventiamo adulte, è quello di insegnare tutto questo alle bambine, alle future donne del domani.
Spiegheremo loro che dovranno sempre rispettare se stesse e rivendicare ciò che è loro di diritto, senza timore alcuno. Che dovranno liberarsi, sempre, dai pregiudizi e dagli stereotipi, da chi le vuole schiave o angeli del focolare. E ben venga se qualcuno parlerà di alzate di testa o di ribellioni: quelle sono necessarie per crescere donne straordinarie, coraggiose e indipendenti.
Imparare a dire no
La società di oggi, ci impone ancora, tacitamente, regole secondo le quali le donne, sono sempre un passo indietro rispetto agli uomini. Gli stessi insegnamenti, sin da piccoli, sono differenti: la bambina aiuterà la mamma con le faccende domestiche e baderà ai fratelli più piccoli.
Eppure l’educazione non dovrebbe avere confini legati al sesso. Anche un bambino può e deve imparare a prendersi cura di suo fratello e a svolgere i compiti in casa perché solo così potrà diventare un grande uomo.
Tutto questo può cambiare proprio grazie all’educazione che daremo alle nostre bambine: loro stravolgeranno il mondo. Impareranno a non reprimere la loro rabbia, ma ad accoglierla e a trasformarla in un insegnamento prezioso. Sapranno che nessuno può impedirgli di non esprimersi su un argomento piuttosto che su un altro. Che potranno essere chi vogliono, inseguire qualsiasi passione e governare un’azienda, o il mondo se vorranno.
Gli insegneremo che non hanno bisogno di un uomo che dica loro cosa fare e chi essere, e che nessun principe azzurro dovrà salvarle perché sapranno salvarsi da sole. Perché la loro indipendenza viene prima di tutto.
Spieghiamo alle nostre bambine che possono scegliere di vestirsi da supereroe a Carnevale e appendere al chiodo il vestito da principessa, che possono diventare chimiche, fisiche o astronaute e che qualsiasi siano i loro interessi, anche se apparentemente considerati “da maschio”, vanno coltivati.
Il mondo può cambiare davvero se insegniamo alle bambine di oggi la libertà di inseguire i loro sogni e le loro aspirazioni. Se insegniamo loro a dire no.