Chi è Marco De Tullio: il più bello (e bravo) dei mondiali di nuoto

Tra le più brillanti promesse del nuoto italiano c’è Marco De Tullio, che si prepara a conquistare i mondiali di Fukuoka

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

Il nome Marco De Tullio, al momento, potrebbe non dirvi molto, ma si può star certi che nel prossimo futuro di lui si sentirà parlare parecchio. Con tutta la scaramanzia richiesta, si può scommettere che questo ventenne che viene dalla Puglia è arrivato per restare e ritagliarsi il suo posto negli annali del nuoto italiano.

Ventitré anni, sguardo intenso e il sorriso di chi non è ancora consapevole di non essere un ragazzo come tutti gli altri. Marco De Tullio è l’asso dell’Italnuoto 2023, squadra già dichiarata tra le più forti della storia della nazionale, pronto a conquistare i mondiali di Fukuoka, grazie all’innegabile talento e anche per via di un fascino innegabile.

Marco De Tullio, giovane promessa del nuoto

Marco De Tullio nasce a Bari, il 21 settembre del primo anno del nuovo millennio, da una famiglia di sportivi. “Io giocavo a pallamano – ha raccontato il padre a Repubblica – ed ero anche bravino, al punto da meritarmi la convocazione in Nazionale”. E sono proprio i genitori ad accompagnare Marco (e il fratello Luca, anche lui presente ai mondiali) in piscina, anzi, il campione afferma che più che accompagnarlo, mamma e papà lo hanno proprio obbligato. E meno male, col senno di poi.

È ancora un bambino quando dà le prime bracciate nelle vasche del CUS – Centro Universitario Sportivo di Bari e dalla piscina non ci esce più. A 18 anni De Tullio conquista un posto ai Giochi Olimpici giovanili di Buenos Aires dove si fa notare portandosi a casa una medaglia d’argento nei 400m stile libero e due medaglie di bronzo: una negli 800 stile libera e una nella staffetta 4×100.

Forte delle vittorie ottenute, l’ancora neppure ventenne sceglie di dedicare al nuoto la propria vita. Lascia la Puglia, perché al Sud è ancora difficile allenarsi da professionisti: “La piscina dove mi allenavo non era più adatta. – ha raccontato a Vanity Fair – Mi sono trasferito a Roma per la piscina da 50 metri che non era facile trovare a Bari”. Lasciare casa non è stato facile, ma necessario, al punto che l’intera famiglia lo ha seguito: mamma, papà e i due fratelli.

Nella capitale, De Tullio si allena sotto la guida del coach dei campioni Christian Minotti. Duo inarrestabile, il giovane atleta e l’allenatore vantano nel proprio palmares la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e la medaglia d’argento nella 4×100 agli Europei di Roma del 2022. L’obiettivo adesso è Parigi 2024, con i mondiali a far da apripista, ma senza montarsi la testa: “Non vorrei sbilanciarmi dicendo che vorrei una medaglia, visto che sono arrivato quinto negli ultimi due mondiali, ma punto a migliorarmi perché l’anno prossimo ci sono le Olimpiadi”. E non possiamo che augurarlo, al Matteo Berrettini delle vasche, già di diritto nella lista degli atleti sex symbol.

Musica e tatuaggi, le passioni del bel nuotatore

Un campione che ha dedicato la propria vita al nuoto, ma anche un semplice ragazzo di vent’anni e poco più. Appassionato di Nba, “anche se è difficile seguire le gare di notte”, di calcio e Formula 1, “il mio sportivo preferito è Lewis Hamilton”. Adora il buon cibo, l’estate la trascorre al mare con gli amici o a guardare serie tv su Netflix.

Se avesse più tempo da trascorrere fuori dall’acqua, continuerebbe a riempirsi la pelle di inchiostro colorato. Di tatuaggi, al momento, Marco De Tullio ne ha cinque, tutti legati allo sport. Sul braccio la Nike, la dea della vittoria esposta al Louvre di Parigi. Sul petto, i cerchi olimpici e la parola equilibrio: “Ho cominciato a fare un lavoro su me stesso, mi sono accorto di dover cambiare qualcosa, c’era poco equilibrio nella mia vita fuori e dentro la piscina”.

L’equilibrio è fondamentale, ma a volte serve anche un pizzico di fortuna. Marco De Tullio non rinuncia mai al proprio rituale scaramantico e prima di una gara importante compie un’irrinunciabile serie di gesti antisfiga: scrocchia il collo due volte di fila, indossa il costume che ha toccato prima della gara e guarda il proprio nome sul blocco di partenza. Presto, chissà, anche sul tabellone che indica i vincitori (ma con scaramanzia!)