Cos’è l’Oro alla Patria e perché è stato lodato all’Eredità da Marco Liorni

La manifestazione Oro alla Patria e le fedi di ferro dell'epoca fascista: tutto quello che c'è da sapere e cosa c'entra Marco Liorni dell'Eredità

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Giorgia Prina

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“Un gesto patriottico”, una memoria dolorosa dell’epoca fascista, un ricordo fosco di una stagione di guerre e conquiste coloniali. L’Oro alla Patria è stata una manifestazione nazionale organizzata dal regime di Benito Mussolini, avvenuta il 18 dicembre 1935. Un’occasione in cui gli italiani vennero chiamati a regalare, letteralmente, il proprio oro allo Stato. Nella puntata di domenica 21 aprile tale manifestazione è stata “magnificata” all’Eredità. Marco Liorni, il conduttore, è finito subito al centro dell’attenzione mediatica per le sue parole durante la trasmissione. Ma scopriamo insieme perché i social lo hanno preso di mira e che cos’è l’Oro alla Patria.

L’Oro alla Patria, cos’è: la storia

L’Oro alla Patria fu una manifestazione nazionale dell’Italia fascista che servì a richiamare i cittadini per “aiutare” economicamente lo Stato con il proprio oro. Tutto ebbe inizio il 3 ottobre 1935, quando il Regno d’Italia attaccò e invase l’Etiopia. Tre giorni dopo la Società delle Nazioni condannò ufficialmente l’attacco italiano e, il 13 ottobre, l’Assemblea istituì un comitato di diciotto membri incaricati di studiare le misure da prendere contro l’Italia. Il mese dopo vennero approvate le sanzioni discusse dal comitato, con entrata in vigore prevista per il 18 dello stesso mese. A queste sanzioni in realtà i Paesi risposero in modo non unitario: molti Stati non facevano parte della Società e numerosi membri (compresi alcuni dei maggiori) non tennero rigidamente conto delle disposizioni.

Le sanzioni erano volte a colpire l’esportazione all’estero di prodotti italiani e proibivano all’Italia di importare materiali utili per uso bellico, ma non riguardavano materie di vitale importanza, come il petrolio e il carbone, di cui l’Italia non disponeva. Sebbene la deliberazione non ebbe un peso specifico così proibitivo per l’Italia, le sanzioni ottennero il risultato di far esplodere il risentimento (già latente) dei cittadini italiani contro la Società delle Nazioni, provocando la mobilitazione interna.

Fu a in questo momento che prese avvio la raccolta dei metalli utili alla causa bellica. L’Italia diede il via alla campagna Oro alla Patria e, un mese dopo tale provvedimento della Società delle Nazioni, il 18 dicembre, fu proclamata la Giornata della fede, giorno in cui gli italiani diedero vita a una grande e spontanea manifestazione, per donare le proprie fedi nuziali e sostenere i costi della guerra allora in corso, la seconda Italo-Abissina. A coloro che donarono la propria fede d’oro venne data in cambio una fede di ferro che portava stampigliata la dicitura: ORO ALLA PATRIA – 18 NOV.XIV. Furono raccolte complessivamente 37 tonnellate d’oro e 115 d’argento, che, secondo le dichiarazioni del regime, furono inviate alla Zecca dello Stato come patrimonio nazionale.

Oro alla Patria: cosa è successo all’Eredità

“Era il ’35, – ha replicato il conduttore Marco Liorni de L’Eredità alla risposta esatta durante la puntata di domenica 21 aprile – pensate tantissime famiglie hanno compiuto questo gesto veramente patriottico, quello di donare la fede matrimoniale alla Patria con una ricevuta e un anello senza nessun valore”. Un gesto da magnificare dunque secondo il conduttore. Non è stato d’accordo il pubblico social, che ha subito catapultato l’attenzione mediatica su quanto accaduto.

Un’uscita, la sua, non proprio felice, se pensiamo al gesto richiamato dal regime fascista come appello al patriottismo e di lealtà alla Nazione, in perfetto stile totalitario, in risposta alle penalizzazioni esterne verso una guerra, quella in Etiopia, che causò perdite umane e di risorse insensate. Si tratta inoltre di giorni complicati per la Rai, che ha visto scoppiare il caso del monologo di Antonio Scurati appena il giorno prima, nella giornata di sabato 20.