Sarah Ferguson, una vita sotto i riflettori, un’esistenza dedicata alle figlie Beatrice ed Eugenia – amatissime – ma soprattutto una donna che, dai tabloid, ne ha subite, e sin dal primo giorno in cui si è affiancata alla Royal Family più potente del mondo. Era il lontano 1985 quando Sarah venne menzionata per la prima volta dalla stampa: aveva solo 26 anni, un sorriso compiaciuto, capelli rossi come il fuoco, occhi che guardavano al futuro in modo sognante. E come poteva non essere altrimenti? Avrebbe sposato il Principe Andrea, terzo figlio della Regina Elisabetta e di Filippo, Duca di Edimburgo.
Ma i giorni felici di Sarah furono minati dalla stampa. In una lunga intervista rilasciata a People, la Ferguson ha trovato il coraggio di aprirsi, di tenere il suo cuore in mano, come si suol dire: di mettere a nudo l’anima. La Duchessa di York ha dovuto affrontare – e ben prima di Meghan Markle – titoli impietosi, nomignoli sconvenienti e soprattutto l’eterno paragone con Lady Diana, che la stampa elogiava. Potremmo definirlo un vero e proprio bullismo mediatico, che in parte ha piegato la sua sanità mentale.
Nel romanzo Her Heart for a Compass, la Duchessa di York – titolo di cortesia ceduto nel momento in cui ha sposato il Principe Andrea – ha scelto finalmente di parlare, di non nascondersi più. E prima ancora di farlo pubblicamente, ha chiesto l’aiuto delle sue bellissime figlie, Beatrice ed Eugenia. “C’è voluto molto tempo prima che capissi che erano solo giornali. Credevo a ogni parola delle prime pagine: è stata una vergogna”. Ha ammesso di aver dovuto fare i conti con la sua sensibilità – come se essere sensibili fosse un problema, in un mondo che, ormai, di problemi a esagerare non se ne fa più.
Sarah sta bene, oggi. Ha dovuto lottare contro i tabloid, ma soprattutto contro se stessa e persino contro l’ombra di Diana, sebbene fossero grandi amiche. Definita come “la moglie più affascinante dei Windsor“, per Sarah c’erano solamente parole che non rendevano onore né giustizia alla grande personalità che invece è stata all’epoca delle nozze con Andrea (e che è tutt’oggi, grazie al suo appoggio alla beneficenza, cui non si è mai tirata indietro).
Tra gli aspetti più belli della sua intervista, il ricordo di Diana: il riconoscimento che ambedue stavano male in quell’ambiente, strette in quella morsa di luci e riflettori, di piedistalli e scale da arrampicare. “Ci offrivamo reciprocamente il nostro sostegno“. E non fatichiamo a immaginare una Lady Diana che tende la mano a Sarah, unite nel ricordo oggi, ma ancor di più nella loro lotta contro i tabloid di tutto il mondo. Contro l’accanimento dei paparazzi, per quell’infelicità che troppo spesso abbiamo intravisto sul loro volto.