Non vi piacete mai nelle foto? Ci sono delle ragioni psicologiche ben precise

Non siamo mai soddisfatti delle fotografie che ci scattiamo perché il nostro cervello ha una distorta percezione di noi stessi. Ma ecco i consigli per apprezzarle di più

Foto di Miriam Tagini

Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Alzi la mano chi non si è mai scattata una foto con entusiasmo, magari per mostrare il nuovo taglio di capelli o il proprio vestito preferito, per poi scoprire che la foto in realtà non è venuta affatto bene. Il nuovo taglio non è eccezionale come pensavate e il vestito non sembra nulla di che. Il risultato? Uno scatto che ai nostri occhi è terribile. Che delusione!

Sicuramente sapete di cosa sto parlando, sarà capitato anche a voi mille volte. Vi sentite davvero bene con voi stesse prima di scattarvi un selfie, e poi invece quando riguardate la foto non notate altro che difetti. E la cosa peggiore è che i vostri amici e i vostri cari vi assicurano che in realtà la foto è venuta bene. Ecco allora che la nostra testa non fa che riempirsi di domande: siamo davvero così come nella foto? I nostri amici ci odiano e vogliono vederci in imbarazzo su Instagram? Siamo destinati a venire male nelle foto per il resto della nostra vita? Fortunatamente, la risposta è no.

Ci sono infatti delle ragioni psicologiche ben precise per cui odiamo tutte le fotografie che scattiamo di noi stessi. Prendetevi allora qualche minuto e considerate questi 3 motivi psicologici per cui potreste non aver apprezzato i vostri selfie in passato, insieme ai suggerimenti che vi faranno cambiare idea in futuro.

1. È una questione di simmetria

Nessun viso e nessun corpo sono perfettamente simmetrici. Spesso non ce ne rendiamo conto perché il nostro cervello “corregge” ciò che vediamo in pochissimi secondi. Ad esempio, quando conosciamo una persona nuova, l’immagine che memorizziamo nella nostra memoria di quella tal persona non è la realtà, bensì una nostra versione.

La stessa cosa succede quando ci guardiamo allo specchio. In questo caso il nostro cervello corregge automaticamente ciò che vediamo allo specchio e programma una versione “simmetrica” ​​nella nostra memoria. Pertanto, quando riguardiamo una fotografia, il cervello capisce che quella persona siamo noi, ma registra anche che è una versione distorta di ciò che ha immagazzinato nella memoria. Nasce così il messaggio che c’è qualcosa di “sbagliato” nella nell’immagine che stiamo guardando. E di conseguenza, finiamo col pensare che la foto sia davvero brutta.

2. Avete aspettative che non si allineano con la realtà

Quando pensiamo a noi stesse, siamo inclini a un pregiudizio chiamato auto-miglioramento. È la tendenza a valutare i nostri tratti fisici e anche le nostre abilità in modo più favorevole di quanto sia oggettivamente giustificato. Nel caso dell’aspetto fisico, questo pregiudizio ci porta a credere di essere più attraenti di quanto non siamo in realtà.

Per provare l’esistenza di questo pregiudizio, un gruppo di ricercatori ha chiesto a degli intervistati di identificare le fotografie di se stessi. I ricercatori hanno però presentato ai partecipanti sia fotografie reali sia fotografie modificate per essere più o meno attraenti. I partecipanti allo studio che dovevano indicare la propria immagine hanno scelto costantemente fotografie che erano state modificate per risultare più attraenti, mentre gli estranei hanno scelto accuratamente le fotografie vere di quegli stessi individui.

L’insoddisfazione per le quelle fotografie che rappresentavano la realtà può riflettere questo pregiudizio di auto-miglioramento: quando ci percepiamo come più attraenti di quanto non siamo in realtà, la realtà del nostro vero aspetto può deludere.

3. È colpa (anche) dell’effetto di mera esposizione

L’effetto di mera esposizione è un fenomeno psicologico per cui le persone tendono a sviluppare una preferenza per le cose con cui hanno più familiarità. Chi si guarda spesso allo specchio può diventare un po’ Narciso, essere più abituato a vedere la propria immagine e quindi avere meno problemi con selfie e simili. Ma ricordiamoci che una fotografia è diversa dalla propria immagine riflessa in una specchio.

Poiché poi non ci vediamo da tutte le angolazioni, in tutte le situazioni (come potrebbe fare un amico o un partner che ci scatta una foto), è più probabile che le foto che si discostano dalla nostra solita posa davanti allo specchio risultino ai nostri occhi stridenti e sgradevoli.

Come superare il problema?

Arrivati fin qui vi starete probabilmente chiedendo una cosa: come vincere la partita contro il nostro stesso cervello e imparare ad apprezzare le varie foto che ci facciamo?

Lasciate stare app di editing di immagini; un trucco per alterare ciò che il nostro cervello vede in uno scatto è assicurarsi che quando vi mettete in posa non siate mai veramente difronte alla fotocamera. Se il vostro cervello non vede nella foto entrambe metà del viso o del corpo una accanto all’altra non le può confrontare. Diventa così difficile per lui registrare che c’è qualcosa di “sbagliato” in ciò che sta vedendo perché non rileva le asimmetrie.

Ma c’è una cosa ancora più importante: dovete iniziare a rendervi conto che siete l’unica persona al mondo a vedere tutti quei difetti nelle vostre foto. Nessun altro ha i vostri stessi pregiudizi su di voi, nessun altro pensa che siate venute male in quella tal foto. È tutto nella vostra mente. Cercate quindi di tenere in considerazioni questi auto-pregiudizi psicologici che abbiamo nei nostri stessi confronti la prossima volta che guardate le foto che vi hanno scattato le vostre amiche. E siate più gentili con voi stesse.