2 novembre: perché oggi è la “Festa dei morti”

Non è un giorno festivo, eppure tutto il Paese celebra la "Festa dei morti". Ecco come e perché si è diffusa questa tradizione in Italia

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il 31 ottobre si celebra Halloween. Una festa, questa, cara ai bambini e a tutti gli adulti che hanno scelto di abbracciare e di perpetuare la tradizione americana abbandonandosi a feste, travestimenti e rituali, come quello del “dolcetto o scherzetto”. Questo giorno è altresì conosciuto, forse da pochi, anche come All Hallows’ Eve che, tradotto letteralmente, vuol dire Vigilia di Ognissanti.

E in effetti, Halloween, è succeduto proprio dal 1° novembre, un giorno rosso in calendario che coincide con la celebrazione cristiana e occidentale di Tutti i Santi, nonché come Festa Nazionale. Il 2 novembre, invece, è ufficialmente riconosciuto come Festa dei morti, un momento dedicato alla commemorazione dei defunti.

Come mai è stata scelta questa data? Quali sono le sue origini e come vengono omaggiati i defunti in Italia e nel resto del mondo? Scopriamolo insieme.

2 novembre: perché si celebrano i defunti

A differenza del primo giorno del mese, dedicato a Tutti i Santi, il 2 novembre non è un giorno festivo. Questo, però, non lo rende meno importante per tutti i credenti che in questa data si riuniscono omaggiando i defunti.

Le origini di questa tradizione risalgono al Medioevo e fanno riferimento all’usanza di celebrare e ricordare i defunti in occasione della domenica che precedeva la quaresima di due settimane. Tutto è cambiato quando, prima dell’anno 1000, l’abate Odilone di Cluny fece suonare le campane funebri il 2 novembre del 998, invitando tutti a ricordare le persone care scomparse.

Da quel momento, secondo l’autore Michael Kunzler, la festa si diffuse in tutta Europa giungendo a Roma nel XIII secolo. Entrata di diritto nella lista delle feste di precetto insieme al giorno di Ognissanti, si iniziarono a sviluppare tutta una serie di tradizioni, come quella di suonare le campane delle chiese, e per le strade, per tutte le anime del purgatorio.

Le tradizioni in Italia e nel mondo

Anche se considerato un giorno feriale, il 2 novembre ha comunque un’importanza fondamentale per i fedeli della chiesa cristiana occidentale. Non è Festa Nazionale, ma è comunque una ricorrenza religiosa che viene celebrata con diverse tradizioni regionali, nel caso dell’Italia, e internazionali nel resto del mondo.

Basti pensare al Día de muertos in Messico, un giorno festivo, dove tutti i cittadini si riuniscono tra le strade per raggiungere i cimiteri e far visita ai defunti, portando loro in dono fiori, giocattoli, cibo e persino bevande alcoliche.

Anche in Italia si è diffusa l’usanza di far visita ai cimiteri, per adornare le tombe dei cari scomparsi con i crisantemi, i fiori associati ai defunti. Altre tradizioni si sono radicate col tempo, arrivando fino ai giorni nostri. In alcune parti dell’Abruzzo, per esempio, le famiglie lasciano una candela accesa sul davanzale della propria finestra e preparano una tavola imbandita per i parenti defunti.

In altre parti d’Italia si è soliti organizzare pranzi e cene con i parenti, portando in tavola dolci caratteristici. In Lombardia e in alcune parti della Liguria, per esempio, si prepara il pan dei morti il 2 novembre per accogliere le anime dei defunti. A Napoli, e in tutta la Campania, si prepara, si distribuisce e si mangia il torrone dei morti che commemora tutte le persone che non ci sono più.