Margaret Mazzantini, scrittrice: biografia e curiosità

Margaret Mazzantini, figlia di una pittrice e uno scrittore, è un'autrice, una sceneggiatrice e attrice: tutto sulla sua vita

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Pubblicato: 4 Ottobre 2016 16:20Aggiornato: 22 Ottobre 2024 11:56

Parole, storie, che prendono forma dalle dita del loro autore e che poi vivono in tante forme diverse, tra cui nella mente dei lettori: Margaret Mazzantini è una narratrice di queste storie, una scrittrice best seller, una drammaturga, una sceneggiatrice e un’attrice.

È tante cose, ma che si possono riassumere in un’unica parola: artista. Perché è all’arte del raccontare che ha dedicato tutta una vita e anche un sodalizio profondo, fatto di amore e condivisione, con il marito Sergio Castellitto.

E forse quella propensione all’andare in profondità, a guardare il mondo con uno sguardo diverso, l’ha ereditata dalla famiglia, ma una cosa è certa, ogni suo lavoro ha lasciato il segno: da Il catino di zinco, suo esordio letterario, a Splendore, se si parla di libri, da Libero Burro a Il materiale emotivo, se si parla di cinema.

La vita, l’opera e l’amore: tutto su Margaret Mazzantini.

Margaret Mazzantini, la vita e le opere

È il 27 ottobre del 1961 e a Dublino nasce Margaret Mazzantini, dove vive per tre anni con il resto della sua famiglia. Una famiglia dedita all’arte, basti sapere che il papà è uno scrittore (Carlo Mazzantini) e la mamma è una pittrice irlandese Anne Donnelly.

E Margaret non è l’unica figlia a seguire la carriera artistica: anche la sorella Giselda procede lungo lo stesso percorso, dedicandosi molto alla recitazione e lavorando con giganti come Spike Lee, Paolo Sorrentino e Toni Servillo.

Margaret studia al liceo Classico e poi si diploma presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica, il talento c’è e tanto: infatti nello stesso anno vince il premio Ubu e lavora moltissimo sui palchi dei teatri, ma anche per il cinema e la tv.

Scrittura e recitazione sono gli ambiti in cui si esprime maggiormente, tanto che il suo primo libro, Il catino di zinco, datato 1994 e pubblicato da Marsilio, le permette di ottenere il premio Opera Prima Rapallo – Carige e il Premio selezione Campiello – Selezione giuria dei letterati.

A proposito di passione nei confronti della scrittura aveva detto a La Stampa: “Forse c’entrano i miei, il fatto che sono nata Dublino, l’Irlanda è una terra di scrittori, piena di echi letterari, e gli irlandesi sono tenaci, si dice che siano i napoletani del Nord. Ho un’indole spirituale, e il mio è un mestiere di clausura, sono capace di distacco, ma guardando dal basso, come una serva, mai dall’alto”.

Si muove tra scrittura di romanzi, di opere teatrali e sceneggiature con destrezza e talento. Ad esempio, in Libero Burro, primo film che dirige il marito Sergio Castellitto, datato 1999, recita ma è anche sceneggiatrice.

Mentre Non ti muovere, che le permette di vincere il Premio Strega, diventa anche un film in cui recita Penelope Cruz, successo che bissa con Venuto al mondo che ottiene il Premio Campiello e diventa, nuovamente una pellicola cinematografica, con Penelope Cruz. Successivamente Nessuno si salva da solo, che ottiene il Premio Flaiano e diventa un film con Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio.

Il suo ultimo romanzo è Splendore, che è stato pubblicato nel 2017. Mentre l’ultimo lavoro come sceneggiatrice è datato 2021 e si tratta della pellicola Il materiale emotivo. Per la regia, sempre, del marito Sergio Castellitto.

Sempre a La Stampa aveva raccontato le sue abitudini da scrittrice: “La mattina faccio la spesa e, quando posso, scrivo tutto il giorno. La letteratura ti consente di isolarti, sei come un radar, catturi ogni cosa, poi ti togli dal mondo, ti chiudi in una stanza, e restituisci quello che hai captato. Scrivere è una maratona. Un artista vive con i sensi spalancati, è come un sismologo”.

La vita privata di Margaret Mazzantini

La vita privata di Margaret Mazzantini è segnata da un grande amore, quello che la lega al marito Sergio Castellitto con cui ha dato vita a un’affinità culturale preziosa.

I due si sono conosciuti molto giovani, mentre lavorano entrambi a teatro a Genova, allo Stabile in Tre sorelle di Cechov, e da allora non si sono mai più lasciati, celebrando il matrimonio nel 1987

“Margaret me lo diceva proprio ieri: ‘In fondo il nostro non è stato un amore, è stato un destino‘ – aveva rivelato lui qualche anno fa al Festival di Maratea, come riporta Vanity Fair -. Con Margaret abbiamo fatto tante cose insieme, ma soprattutto la famiglia. I nostri figli hanno assistito a tutto: l’armonia e i litigi. Siamo una sorta di microsocietà: sei individui che sanno condividere”.

Margaret e Sergio infatti condividono tutto, anche il lavoro, e a chi chiede come si fa a tenere tutto assieme la risposta del regista è stata: “Come si fa non lo so, noi l’abbiamo semplicemente fatto – si legge su Vanity Fair -. La prima cosa bella è stata la fortuna di incontrarci. Lei da allora è diventata il mio guardaspalle”.

Margaret Mazzantini, i figli

Sono quattro i figli che sono nati dall’amore tra la scrittrice Margaret Mazzantini e il regista Sergio Castellitto. C’è Pietro, il maggiore nato nel 1991, che sta seguendo le orme dei genitori e si destreggia con talento e successo sia nel ruolo di attore che in quello di regista. Poi Maria classe 1997, che scrive, Anna nata nel 2001 e filosofa e Cesare del 2006, che ha esordito già come attore.

Una famiglia legatissima dagli affetti, ma anche unita dal filo sottile eppure solidissimo della creatività. Margaret Mazzantini ha detto di sé stessa come madre a La Stampa: “Una madre molto madre, metto sempre i figli prima del marito, anche troppo. Sergio si è adattato. Ogni volta che mi ha detto ‘partiamo, andiamocene via da soli per due giorni’, io avevo un figlio al collo, e non mi staccavo. Se io e Sergio litighiamo, è per i figli, perché io li difendo a oltranza. E poi adesso sono grandi, individui con cui confrontarsi continuamente”.