Ha 11 anni ed è la più giovane attivista per il clima. Chi è Licypriya Kangujam

Il suo nome è Licypriya Kangujam ed è la più giovane attivista per il clima. Ma non chiamatela la "Greta Thunberg indiana" perché lei ha una sua storia. E vuole raccontarla al mondo

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 17 Settembre 2023 08:00

La crisi climatica esiste, è reale. È già qui tra noi, e si configura come una delle sfide più importanti e urgenti che l’umanità intera sta affrontando. Gli effetti dannosi del cambiamento stanno investendo il pianeta con fenomeni estremi come la siccità, le inondazioni, l’innalzamento del mare e lo scioglimento dei ghiacciai. Il tempo dei grandi discorsi e delle riflessioni è finito, perché questo è il momento di agire, tutti.

Lo sa bene Licypriya Kangujam che nonostante la sua giovane età, soli 11 anni, sta già combattendo la sua più grande battaglia, quella di cambiare il mondo e di renderlo un posto migliore per se stessa e per tutti. Ecco chi è la più giovane attivista per il clima del mondo che sta lottando per preservare la nostra più grande eredità.

Chi è Licypriya Kangujam

“Ho 11 anni e parlo per i bambini che muoiono per la crisi climatica”, si è presentata così Licypriya Kangujam nel corso del Festival di Green & Blue 2023 che si è tenuto lo scorso giugno al Tempio di Venere nel Parco Archeologico del Colosseo, a Roma. È in quell’occasione che abbiamo conosciuto tutti la più giovane attivista per il clima, e prima ancora con la sua partecipazione all’ultima Conferenza Onu sul clima Cop25 di Madrid in cui è apparsa insieme a Greta Thunberg. Ma la sua attività, in realtà, è iniziata da molto prima.

Lo specifica proprio lei, tutte le volte in cui viene definita la “Greta Thunberg indiana”. Il paragone non le piace, non solo per una questione di tempistiche, ma anche e soprattutto perché nonostante con la collega svedese ha una missione in comune, la sua storia è diversa. Così come la sua identità.

Licypriya Kangujam, che di anni ne ha appena 11, è nata in India, nello stato di Manipur. Ha visto con i suoi occhi gli effetti del cambiamento climatico, i fenomeni estremi che stanno mettendo in ginocchio il suo Paese e il pianeta intero. E allora ha agito, lo ha fatto a sei anni quando ha fondato il Child Movement, un movimento globale che lotta per la giustizia climatica, ma anche per i diritti all’infanzia e per il sostegno alle vittime dei conflitti.

“Vedere bambini perdere i genitori o restare senza un tetto a causa dei disastri naturali, ha cambiato la mia vita”, ha raccontato Licypriya Kangujam alla BBC. Così ha iniziato a viaggiare, ad ascoltare i discorsi degli altri, a dare forma alle sue grandi battaglie, tra queste anche quella di rendere obbligatorie nelle scuole lezioni di educazione ambientale, introdotte già in Rajasthan, il primo Paese a farlo.

La più giovane attivista per il clima del mondo

Ha partecipato alla Conferenza Onu sul clima Cop25, Licypriya Kangujam, e ha parlato senza remore davanti ai più importanti leader mondiali. Ha spiegato che i cambiamenti più importanti sono quelli che partono dai semplici gesti, dalle nuovi abitudini che tutti possiamo fare nostre. Perché cambiando noi stessi possiamo cambiare il mondo.

Ma quelle della più giovane attivista del clima non sono solo parole, i suoi fatti lo dimostrano. Si è recata sulle rive del Gange, il fiume sacro profanato dall’inquinamento, per ripulirlo, e ha fatto lo stesso intorno all’area che circonda il Taj Mahal, raccogliendo plastica e spazzatura. Ha partecipato a numerose conferenze in tutto il mondo e attraverso i suoi profili social continua a sensibilizzare le nuove generazioni sull’urgenza di agire e di salvare il pianeta.

Licypriya Kangujam ha anche condotto numerose campagne per promuovere leggi che aiutino ad affrontare il problema dell’inquinamento che invade le città dell’India. A questo proposito ha anche ideato il Sukifu, quello che lei definisce un kit di sopravvivenza creato insieme a un professore dell’Istituto Indiano per la Tecnologia. Si tratta in realtà di un piccolo cubo di plexiglass che contiene una piantina alimentata da ossigeno e che serve da monito per ricordare la fragilità della vita e del pianeta.