Il 29 aprile 2011 Lamberto Sposini, classe 1952, veniva colpito da un’emorragia cerebrale nello studio de La vita in diretta, trasmissione che lui conduceva. La malattia lo ha costretto a interrompere la carriera e la sua vita è stata completamente stravolta. Il giornalista è sparito dalle scene televisive e oggi comunica col pubblico attraverso il suo profilo Instagram, dove pubblica foto della sua nuova esistenza: scene di vita domestica, scatti con gli amici, immagini-ricordo.
A otto anni da quel terribile giorno che ha colpito uno dei giornalisti televisivi più bravi e amati, nessuno accordo è stato raggiunto sul risarcimento. Dalle pagine di Sette il collega Matteo Persivale ha scritto un articolo dal titolo Cara Rai, non continuare lo scontro con Lamberto Sposini, invitando Viale Mazzini a un accordo: «Andare aventi con una causa molto sgradevole potrebbe anche risultare più costoso oltre che francamente brutto». Mentre il segretario di vigilanza Rai Michele Anzaldi scrive sulla sua pagina Facebook: «Da cittadino che paga il canone rimango allibito: la Rai di sprecopoli, delle continue assunzioni esterne, degli stipendi milionari ai giornalisti-artisti, la Rai dei 22mila dipendenti, perché non riesce ad accordarsi con uno dei suoi volti simbolo, ancora oggi ricordato con affetto dai telespettatori?».
Ed è vero: anche se da otto anni lontano dalle telecamere, Sposini continua a essere ricordato e amato da chi lo seguiva. E lui tenacemente ha ripreso in mano la sua esistenza continuando a vivere un’esistenza il più possibile normale. Lamberto non ha rinunciato ai suoi hobby: la passione per la Juve, per i film e per la buona cucina. L’ictus gli ha tolto la parola ma non la voglia di lottare. «Lamberto è lucidissimo, ma non parla – aveva spiegato l’ex moglie Sabina Donadio in un’intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2015 – Un grumo di sangue del diametro di sette centimetri ha premuto quattro ore sull’area del linguaggio. Conseguenza: lui capisce tutto ed è in grado di legare, nella sua testa, il significato alla parola, però la parola non esce. Né a voce né in scrittura. Tecnicamente si chiama afasia. Fortunatamente ha una mimica facciale notevole: con gli occhi esprime tutto».
Il giornalista ce l’ha messa tutta per recuperare la sua autonomia. Vive da solo, nella sua casa di San Felice, alle porte di Milano, supportato da una persona che lo assiste. Vicino a lui ci sono l’ex moglie e Matilde, la figlia 17enne alla quale è legatissimo. Lamberto Sposini ha un’altra figlia, Francesca, 30 anni più di Matilde. Lo ha reso padre giovanissimo, quando aveva appena finito il liceo. «Non sono stato molto presente», ha ammesso, raccontando che a Matilde, nata quando lui era già 50enne, ha dedicato più tempo e cure.
Recentemente la Donadio ha dichiarato al Corriere della Sera che Sposini è un uomo “Che fino a quel momento [dell’ictus] aveva fatto della parola la sua esistenza, si è ritrovato a non poterla usare più”. Lo sfogo è una conseguenza del mancato accodo per il risarcimento chiesto alla Rai dal giornalista e dai suoi famigliari, per i ritardi e la negligenza con cui gli è stato prestato soccorso negli studi televisivi Rai quel 29 aprile 2011, e che hanno gravemente compresso il suo stato di salute.
Oggi Sposini vive circondato dall’affetto di famigliari e amici. Non mancano gli amici vip come Simona Ventura, Enrico Mentana, Barbara D’Urso, Massimo Giletti.