Innamorarsi delle parole ai tempi dei social media è possibile, soprattutto quando dall’altra parte dello schermo si è convinti di aver trovato la propria anima gemella. La stessa convinzione che, probabilmente, aveva avuto anche Daniele che aveva visto in Irene la sua metà della mela.
Quello che però Daniele non poteva sapere è che in realtà Irene non esisteva. Dietro a quel nome, e alle migliaia di parole scritte per 12 lunghi mesi, c’era un uomo di 64 anni che stava mettendo in atto un inganno ai danni di un giovane innamorato dell’amore. E il cuore di chi aveva già immaginato un lieto fine non ha retto per il troppo dolore.
Così Daniele a soli 24 anni si è suicidato dopo aver scoperto che quella ragazza che aveva tutte le carte in regola per diventare la sua fidanzata in realtà non esisteva. Un epilogo tragico, questo, che si è trasformato in un dramma a doppio senso dopo che anche il 64enne è stato trovato senza vita, vittima, forse, delle sue stesse azioni e di quei sensi di colpa che lo hanno divorato.
L’inganno e il cuore spezzato
Aveva 23 anni Daniele quando aveva conosciuto Irene sul web. Poche parole scambiate in chat e quel profilo che mostrava i lineamenti di una ragazza bellissima erano bastati a far scattare la scintilla. Poi ci sono state le chiacchiere e le confessioni, la voglia di entrare uno nella vita nell’altra, di condividere la quotidianità in quei oltre 8.000 messaggi scambiati in un anno. I racconti del presente si sono trasformati nei progetti del futuro: i due parlavano di matrimonio e figli. Quei piani, però, non si sarebbero mai avverati perché dietro Irene Martini, in realtà, si nascondeva un uomo di 64 anni.
Daniele ha scoperto nel modo più sconvolgente che il suo non sarebbe stato un lieto fine, quando su un sito d’incontri ha trovato le fotografie della sua Irene. Così ha capito che il suo sogno d’amore era in realtà costruito su un castello fatto di menzogne, e tanto era il dolore che non ha potuto sopportarlo. Il 23 settembre del 2021, nella casa di Forlì dove viveva con i genitori, Daniele si è suicidato.
La storia è stata raccontata anche a Le Iene, la trasmissione ai quali i genitori del ragazzo si sono rivolti per chiedere giustizia, una giustizia per loro negata dalle forze dell’ordine che hanno archiviato il caso considerando Roberto Zaccaria, il 64enne di Forlimpopoli che si fingeva Irene, colpevole solo del reato di sostituzione di persona e condannato a pagare una sanzione di soli 825 euro.
Un epilogo, questo, inaccettabile per i genitori di Daniele. È stato proprio papà Roberto a scrivere una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, e pubblicata su Ansa, per chiedere se davvero la vita di suo figlio possa valere poco più di 800 euro, per invitare il Governo ad agire con pene più severe per questi reati.
Il doppio tragico epilogo
Dopo la tragedia e l’archiviazione del caso da parte della Procura, le telecamere de Le Iene hanno raggiunto Roberto Zaccaria. “Era solo uno scherzo” – ha confessato l’uomo all’inviato Matteo Viviani – “Non volevo finisse così”. Ed è forse perché il peso di quello che aveva fatto era diventato troppo insopportabile che l’uomo ha deciso di togliersi la vita.
Roberto Zaccaria, infatti, è stato trovato morto nella sua abitazione a Forlimpopoli dopo la messa in onda del servizio de Le Iene. Secondo alcune fonti locali, a causare il decesso, sarebbe stato un mix di farmaci che si è rivelato letale.