Ed Gein, il serial killer che ha ispirato Hollywood

Norman Bates, Leatherface, Buffalo Bill e Oliver Thredson non sono solo i protagonisti di pellicole horror, ma sono personaggi ispirati a un serial killer, al macellaio di Plainfield 

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Redazione

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Ci sono alcune persone che sono affascinate dalle pellicole horror. Film che portano sul grande e sul piccolo schermo, storie del terrore che fanno rabbrividire anche il più coraggioso tra noi. Ci sono anche persone che pur sapendo che il film sia solo finzione, proprio non riescono a sopportare la visione di sangue, assassini e omicidi.

Ci sono storie che, però, per crudeltà, follia ed efferatezza superano persino quei film. E magari si trattasse di pellicole da poter fermare per lasciare in vita i protagonisti, perché queste vicende sono reali, e per questo ancora più terribili.

Come quella di Edward Theodore “Ed” Gein, conosciuto come il macellaio di Plainfield. Il serial killer statunitense che ha ossessionato e ispirato Hollywood. Scopriamo la sua storia.

I fratelli Gein

Cosa hanno in comune Norman Bates di Psyco, Leatherface di Non aprite quella porta, Buffalo Bill de Il Silenzio degli innocenti e Oliver Thredson della serie televisiva American Horror Story? “Che sono tutti personaggi di film horror iconici” penserete voi, e in effetti non vi sbagliate. Quello che però forse non sapete è che tutti i killer di queste pellicole sono ispirate a lui, a uno dei serial killer più crudeli e folli della storia americana: Ed Gein.

Nato il 27 agosto del 1906 a La Crosse, Edward Theodore Gein, conosciuto come Ed, cresce nello Stato del Wisconsin, ma la sua infanzia non è destinata a essere spensierata come quella dei bambini della sua età. Suo padre, infatti, è un uomo violento e dipendente dall’alcol, mentre sua madre Augusta, luterana e fervente religiosa, cresce Edward e suo fratello in uno stato di isolamento nella fattoria di Plainfield, dove i coniugi si trasferiscono.

Ed e suo fratello Henry crescono così, lontani dal mondo che li circonda, convinti dall’insegnamento materno che in quello operi il diavolo e che si manifesti nelle donne, nel sesso e nei piaceri della vita. È sempre Augusta, quasi ossessionata dai suoi bambini, a fargli promettere di restare vergini e di non avvicinarsi mai a nessuna donna, promessa che Henry infrangerà proprio prima di morire misteriosamente.

Per Ed la vita non è facile, né a casa né a scuola, dove viene continuamente preso in giro dai suoi compagni di classe per quell’atteggiamento timido e schivo che gli appartiene. Eppure a lui la scuola piace, ama studiare e soprattutto leggere, forse proprio per rifugiarsi in quel mondo dal quale era stato allontanato da sua madre. Henry, invece, frequentando la scuola e altri ambienti, inizia a rifiutare quell’isolamento imposto da sua madre, e cerca di convincere suo fratello a ricominciare insieme, e lontani dalle idee materne.

Nel maggio del 1944, 4 anni dopo dalla morte del padre, i due fratelli Gein restano coinvolti in un grande incendio che colpisce la fattoria di famiglia. Il corpo di Henry viene ritrovato senza vita, e nonostante il segno evidente di un trauma cranico, la diagnosi è quella di una morte avvenuta per asfissia.

Dopo 2 anni dall’incendio Ed Gein si ritrova a dover fare i conti con il dolore più grande della sua vita: la morte di sua madre, colpita da un ictus. Da quel momento la sua vita, e tutte quelle delle persone che incrocerà, cambierà per sempre.

Fattoria-di-Plainfield
Fonte: Getty Images
Fattoria di Plainfield

Ed Gein, il serial killer

Il 17 novembre del 1957 il villaggio di Plainfield si sveglia con l’ennesima sparizione, quella di Bernice Worden, commessa di una drogheria del paese e madre del vice sceriffo. Le indagini brancolano nel buio fino a quando, proprio il vice sceriffo, scopre che l’ultimo scontrino emesso dal registratore di cassa è in favore di Ed Gein.

Inizia così la caccia all’uomo che porta le autorità direttamente da Gein che viene subito arrestato. Eppure nessuno può immaginare che la sparizione di Bernice Worden è solo l’epilogo di un orrore nascosto da anni. Perquisendo uno dei capanni di proprietà dell’uomo, le autorità ritrovano il corpo della madre del vice sceriffo completamente squartato. La testa, invece, è appesa al muro, come fosse un trofeo. Ma quella non è l’unica scena raccapricciante alla quale le forze dell’ordine devono assistere.

Nella casa di Ed Gein, infatti, le autorità trovano nasi e frammenti di ossa, vulve e capezzoli umani, teste di donne utilizzate come decorazioni e vestiti fatti di pelle umana, come un corsetto e dei calzini. C’è anche una maschera conservata in un sacchetto di carta: è quella fatta con la pelle del viso di Mary Hogan.

Il macellaio di Plainfield

Subito dopo l’arresto, Ed Gein confessò l’omicidio della madre dello sceriffo, e giustificò la presenza dei resti dei corpi umani ritrovati nella sua casa, parlando di una particolare passione che gli apparteneva, quello di lavorare la pelle umana per creare abiti e manufatti. Raccontò di aver dissotterrato diversi cadaveri dal cimitero di Plainfield per creare le sue opere, squartando i loro corpi e praticando necrofilia. E in effetti, a seguito delle verifiche da parte delle autorità, numerose tombe furono trovate vuote.

Ma c’era di più. Proprio in quegli anni, tra La Crosse e Plainfield, sparirono almeno sei persone. Solo tre, però, furono ricondotte direttamente a Ed Gein, che intanto fu soprannominato il macellaio di Plainfield. Dalle confessioni emerse che l’uomo era stato anche l’assassino di Mary Hogan, della quale fu ritrovata la maschera, una donna scomparsa nel 1954. Lasciò inoltre intendere di aver commesso altri omicidi, ma il numero esatto così come i nomi restano tutt’ora sconosciuti.

Confessò inoltre di aver avuto il desiderio di cambiare sesso, giustificando così la creazione di quegli abiti femminili fatti con la pelle umana. Secondo l’immaginario collettivo, tanto era il dolore della perdita della madre, che Gein fabbricò quegli abiti per poter assumere le sue sembianze.

Ritenuto incapace di intendere e di volere, Ed Gein fu rinchiuso nell’ospedale centrale di Waupun, nel Wisconsin, scampando quindi alla pena di morte. Trasferito poi nell’ospedale Mendota a Medison, il serial killer trascorse il resto della sua vita in un manicomio criminale, per poi morire il 26 luglio del 1984 a causa di un’insufficienza respiratoria provocata da un cancro.

L’ossessione per il serial killer

Le macabre scoperte a seguito dell’arresto di Ed Gein, hanno sconvolto la tranquilla cittadina di Plainfield, e hanno contribuito alla fama del serial killer che si è diffusa in tutta America e nel mondo. Sono molte le opere a lui ispirate, sia nel settore musicale che in quello cinematografico. A proposito del cinema, infatti, sembra che il mondo di Hollywood sviluppò una vera e propria ossessione per l’attività del macellaio di Plainfield.

Alla sua storia, ai suoi atroci delitti, e ai suoi macabri manufatti, sono stati ispirati personaggi come Norman Bates, Leatherface, Buffalo Bill e Oliver Thredson. A lui, inoltre, sono stati dedicati tre film: Deranged – Il folle, Ed Gein – Il macellaio di Plainfield e Ed Gein: The Butcher of Plainfield.

Ed Gein
Fonte: Getty Images
Ed Gein