Il viaggio di Charlene di Monaco in Sud Africa sta toccando corde profonde nell’animo della Principessa: lo si può intuire dalle foto più recenti da lei stessa condivise su Instagram e ancora di più dalle dichiarazioni divulgate ufficialmente dal Principato di Monaco.
La missione in Africa le è costata anche qualche malanno di salute che l’ha costretta a saltare l’impegno ufficiale del GP di Monaco (e l’incontro con Charles Leclerc), ma a quanto pare è un prezzo che Charlene è disposta a pagare per vivere in prima persona un’opportunità considerata unica, che ha aperto i suoi occhi su un mondo forse ancora troppo sconosciuto.
Charlene, che è nata nello Zimbabwe 43 anni fa, sembra essere tornata in piena connessione con una terra lontana sì, ma a lei familiare. Si è tanto parlato della Principessa per il suo sguardo triste o più recentemente del suo taglio di capelli ribelle ma questo viaggio in Africa sembra aver aperto le porte verso un impegno orientato fortemente al sociale. In questa occasione la Principessa ha partecipato in prima persona a diverse operazioni di conservazione della specie dei rinoceronti, vivendo da vicino la dura battaglia contro il bracconaggio in Africa che, nonostante sia diminuito negli ultimi anni, rappresenta ancora un problema serio e concreto.
Lei stessa, così come divulgato da Palazzo, ha spiegato:
Questa esperienza mi ha commosso […] Ho parlato con persone straordinarie e mi ha riempito di immensa gioia riallacciare i rapporti con il popolo e lo spirito africano. Ho vissuto l’angoscia e lo sconforto dei rinoceronti […] Farò di tutto per proteggerli, compreso raccogliere fondi ed educare i miei figli sulla conservazione di questa specie.
Il pensiero di Charlene è volato presto ai gemellini Jacques e Gabriella e a come questa esperienza, una volta tornata a casa, possa influire sull’educazione dei suoi figli, per insegnare loro il rispetto di un ecosistema tanto prezioso quanto fragile. I bambini, nati nel 2014, hanno tutto il tempo davanti a loro per percepire dalla loro madre l’avventura vissuta in Africa e chissà che un giorno potranno fare lo stesso in prima persona, per occuparsi come la loro madre di nobili cause a sostegno dell’ambiente e dei più deboli.