Blockout 2024, cos’è e perché molti vip stanno perdendo sempre più followers

Il movimento prende di mira quei vip che non si sono esposti sulle questioni che riguardano i conflitti internazionali. L'arma più letale? Il blocco

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Blockout è un movimento nato su TikTok che chiede agli utenti di bloccare le celebrità per le loro posizioni sulla guerra Israele-Hamas.  Il movimento è noto anche come Operation Blockout o Celebrity Block Party, prende di mira figure di alto profilo che, secondo gli utenti, non stanno utilizzando le loro piattaforme per parlare della guerra Israele-Hamas e delle crisi umanitarie più ampie.

La nascita del movimento blockout

Questa tendenza è iniziata su TikTok, dove è anche chiamata “Blockout 2024” o la “ghigliottina digitale“. Diversi account hanno incoraggiato gli altri a bloccare le celebrità sui social media. Il movimento ha guadagnato slancio dopo il Met Gala del 6 maggio, giorno in cui Israele ha ordinato ai palestinesi di lasciare alcune parti di Rafah, che era stato un rifugio per centinaia di migliaia di civili.

Un catalizzatore del movimento è stato un video, poi cancellato, caricato dall’influencer Haley Kalil il giorno dell’evento. Nel video, Kalil mostrava il suo elaborato outfit e mimava la famosa battuta “che mangino brioche” dal film “Marie Antoinette” di Sofia Coppola. Kalil ha ricevuto critiche da numerosi utenti di TikTok che hanno ritenuto il video insensibile considerando gli eventi a Gaza. Si è poi scusata, ma per il web ormai era tardi.

Un appello è arrivato da @ladyfromtheoutside, una creator di TikTok che ha detto: “È ora che il popolo conduca quella che voglio chiamare una ghigliottina digitale, una ‘digitine’, se volete.” Ha invitato a bloccare tutte le celebrità, influencer e socialite ricchi che non stanno usando le loro risorse per aiutare chi è in grave bisogno.

Altri hanno paragonato il Met Gala alla popolare serie di libri distopici “The Hunger Games”. L’utente di TikTok @elis___stone ha pubblicato un video con clip del gala accanto a filmati di persone a Gaza, ma anche in Ucraina e Georgia, con la didascalia “stesso pianeta, mondi diversi”. La canzone “The Hanging Tree”, scritta per il film Hunger Games, suona in sottofondo. Il video ha ricevuto milioni di visualizzazioni.

Le liste di blocco e le proteste

Gli utenti dei social media hanno catalogato i nomi delle celebrità che non hanno parlato degli eventi a Gaza, usando gli hashtag #celebrityblocklist, #letthemeatcake e #blockout. Alcuni stanno persino condividendo documenti Google con i nomi di coloro che ritengono dovrebbero essere bloccati.

Uno di questi documenti, visto da Newsweek, includeva 270 nomi di celebrità e 161 aziende da bloccare. Alcuni utenti di TikTok che chiedono il blockout hanno migliaia di follower.

Le celebrità più colpite

Newsweek ha esaminato le statistiche sui social media per alcune celebrità tramite Social Blade, un sito di analisi dei social media. Alcuni utenti potrebbero aver bloccato gli account senza averli mai seguiti.

Selena Gomez ha perso 1,16 milioni di follower su Instagram e 115.875 follower su X (ex Twitter) negli ultimi 30 giorni. Gal Gadot ha perso 9.405 follower su X e 172.780 su Instagram. Kim Kardashian ha perso oltre 973.000 follower su Instagram e più di 54.000 su X in 30 giorni. Taylor Swift ha perso circa 400.000 follower su Instagram dal 10 maggio, inclusi 103.611 solo l’11 maggio. Michael Rapaport e Adam Sandler sono anch’essi presenti nelle liste di blocco e hanno perso follower.

Che il movimento di blockout influenzi o meno le offerte di brand e le opportunità finanziarie delle celebrità, ha il potenziale per rimodellare la cultura delle celebrità. Il blockout evidenzia un cambiamento significativo nel modo in cui le generazioni più giovani utilizzano i social media.

Perché bloccare gli influencer, secondo il movimento

I sostenitori di “Blockout” sostengono che bloccare è importante perché i brand analizzano i dati sui follower e l’engagement degli influencer prima di scegliere se lavorare con loro.

Bloccare qualcuno significa non vedere più i post delle sue pagine, e può avere un impatto maggiore rispetto al semplice smettere di seguirlo. Se abbastanza persone bloccano un creatore di contenuti, potrebbe ridurre la sua capacità di guadagnare denaro.

Le critiche al movimento

Alcuni post affermano che il blockout è un esempio negativo di “cancel culture”. Altri suggeriscono che, come altri movimenti guidati dai social media, genera pochi cambiamenti significativi. Alcuni ritengono che le celebrità non abbiano il dovere di parlare di questioni geopolitiche complesse e si chiedono perché dovrebbe importare cosa pensano.

Repubblica riporta a questo riguardo l’analisi di DeRev, nel quale si evince che per molti influencer c’è stata una flessione della community, più evidente a partire dal 9 maggio, ma non delle dimensioni proclamate dai sostenitori di Blockout 2024. Tra i pochi a guadagnare consenso ci sono Tom Brady ed Elon Musk. Tom Brady ha guadagnato 47mila follower, un aumento dello 0,31%, mentre Elon Musk ha ottenuto ben 1,3 milioni di follower in più, una crescita dello 0,73%, anche grazie alla pubblicazione di 416 tweet in otto giorni.

Per quanto riguarda le perdite, Kim Kardashian e Selena Gomez hanno subito i cali più significativi in termini assoluti, rispettivamente di 474mila e 469mila follower. Tuttavia, queste perdite rappresentano solo lo 0,13% e lo 0,11% dei loro follower totali.

Secondo l’analisi riportata da Repubblica, la campagna Blockout 2024 ha avuto un impatto visibile su alcune celebrità, ma non delle dimensioni catastrofiche che erano state annunciate. L’iniziativa ha sicuramente fatto parlare di sé, ma i numeri mostrano che solo una minoranza degli influencer ha subito perdite significative.