Il bacio segreto fra Meghan e Harry è senza dubbio uno dei momenti più belli del dietro le quinte del Royal Wedding.
Se la coppia di sposi ha voluto condividere con il mondo la cerimonia di nozze, ha anche scelto di vivere privatamente molti altri istanti magici di un 19 maggio che passerà alla storia. Terminata la funzione presso la cappella di St George nel Castello di Windsor, Meghan e Harry hanno dato il via ai festeggiamenti veri e propri, vissuti in privato, prima con un ricevimento organizzato dalla regina Elisabetta II, poi con un party per pochi intimi a Frogmore House.
Ma cosa è successo là dove le telecamere e i flash dei fotografi non sono riuscite ad arrivare? Il dietro le quinte del Royal Wedding è stato documentato da chi c’era, ma anche da una delle foto che raccontano più di tutte l’amore fra Meghan Markle e Harry. Usciti dalla chiesa infatti gli sposi si sono scambiati un casto bacio davanti alla folla di curiosi. Poco dopo però sono saliti sulla carrozza per un giro nelle strade di Windsor ed è qui, quando credevano di non essere visti, che i due si sono lasciati andare ad un bacio focoso.
Un gesto romantico e passionale che – per sfortuna di Harry e Meghan – è stato immortalato da un paparazzo appostato sopra un traliccio. Il bacio, ripreso da diversi media, è stato definito “hollywoodiano” e dimostra ancora una volta la grande intesa fra gli innamorati. Cos’altro è successo che non abbiamo visto? Sembra che il Principe Carlo abbia fatto commuovere tutti durante il party serale, raccontando l’infanzia di Harry e il dramma della perdita di Lady D. Al ricevimento di nozze Elton John ha cantato Your Song, dedicandola agli sposi, mentre nel menù c’erano diverse portate vegane, per andare incontro ai gusti delle migliori amiche di Meghan Markle.
L’ennesimo strappo alla regola concesso dalla regina Elisabetta II che, secondo fonti di Palazzo, avrebbe apprezzato particolarmente la torta nuziale con 200 limoni di Amalfi, crema di burro e oltre 150 fiori venuta a costare la bellezza di 50 mila sterline.
