Tinto: “La Clerici mi disse di essere me stesso. La mia pizza preferita? Margherita”

Tinto conduce i talk cooking show della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” e a noi ha raccontato i suoi segreti tra i fornelli (di casa e in tv)

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Dal 2003 conduce su Rai Radio 2 Decanter, con Federico Quaranta, lo abbiamo visto a Linea Verde, alla Prova del Cuoco dove Antonella Clerici lo ha voluto fisso nel cast, ha condotto il programma Mica pizza e fichi e quest’estate al timone di Camper faceva coppia con Roberta Morise su Rai 1. Lui è Nicola Prudente, in arte Tinto.

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Dal curriculum di tutto rispetto di Tinto, è evidente la sua passione per l’enogastronomia e per la pizza. La margherita è la sua preferita, ci ha confessato. E a proposito di questo piatto italianissimo, esportato in tutto il mondo, Tinto è stato chiamato a condurre i talk cooking show che si tengono durante la “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, fino al 20 novembre, durante la quale Enit ha scelto la pizza come piatto simbolo per un viaggio ideale tra le regioni attraverso racconti, ricette, aneddoti, esperienze e territori accompagnati da 7 superstar del settore .

Ti è stata affidata la conduzione dei talk cooking show in occasione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”: ci racconti di questo progetto?
Finalmente, è il caso di dire. La “Settimana della cucina italiana nel mondo” è un evento molto importante e per la prima volta grazie ad Enit ed al suo AD Roberta Garibaldi, si è voluto ribadire un concetto molto semplice e già ben noto, ovvero “pizza = Italia”. Ci provano in tanti all’estero ad appropriarsi del piatto più consumato al mondo ma la pizza, come la pasta e il gelato artigianale è assolutamente italiana. Per questa iniziativa speciale al mio fianco ci saranno 7 superstar della pizza in un viaggio digitale tra le regioni e le eccellenze italiane, dal 14 al 20 novembre 2022. La mission è quella di diffondere le bontà e la cultura del cibo ed esportare il Made in Italy a tavola partendo proprio dalla pizza, piatto simbolo di felicità e di italianità nei mercati internazionali e sinonimo di desiderio di viaggio nel nostro paese.

Come ci hai ricordato, quest’anno la pizza è stata scelta come piatto simbolo: qual è la tua preferita?
La margherita perché è semplice e la posso condividere con mia figlia Eleonora, poi se ci pensi la felicità sta nella semplicità. In un mondo dove predomina il “troppo” la ‘margherita’ vince per il “poco”: i suoi ingredienti base sono soltanto pomodoro, mozzarella, olio extravergine di oliva e basilico. Non devi aggiungere altro, inoltre la pizza ‘margherita’ è un omaggio anche alla nostra bandiera. Un po’ come lo spaghetto al pomodoro, lo si sceglie per valutare la mano dello chef. È più difficile fare una cosa semplice.

Tra l’altro la pizza è un piatto importante per te. Mi riferisco alla tua trasmissione e al libro Mica pizza e fichi: ci sveli qualche segreto da maestro per una pizza perfetta?
Da piccolo mia mamma mi rimproverava perché mangiavo sempre pizza, è sempre stata la mia passione. Un giorno poi, come a Newton che gli è caduta una mela in testa, a me è caduta un po’ di mozzarella da una fetta di pizza ed ho avuto un’illuminazione: possibile che esistano in tv programmi di cucina (da Masterchef a È sempre mezzogiorno) e di dolci (Bake Off Italia) e non esista un programma dedicato esclusivamente al cibo più consumato al mondo? La parola pizza è intraducibile da Tokyo a Napoli sino a New York. Per questo ho deciso di intraprendere questa missione ovvero essere il primo a concentrarsi sulla pizza e parlare del suo mondo in tv, dando un palcoscenico ai pizzaioli ma senza sfida e senza talent, in modo da lasciare al pubblico il giudizio sulle rispettive preparazioni. È nato quindi un format tv e un libro, Mica Pizza e Fichi che è andato in onda su La7 per 4 anni ed attualmente credo sia in replica, dove sono venuti a trovarmi i migliori pizzaioli italiani.

Tinto
Fonte: Ufficio stampa - Tinto
Tinto

Con la pizza meglio vino o birra?
Entrambi. Diciamo che la birra ha trovato uno spazio vergine (le pizzerie) in un Paese prettamente vitivinicolo, per questo si è affermata. Io sono per la libertà per cui la risposta è “dipende da te in quel momento”. Per pizze più complesse, definite gourmet, il vino ci sta benissimo. Se non si vuol sbagliare comunque un consiglio che posso dare è che una bollicine o una birra chiara vanno sempre bene!

A casa cucini? Qual è il tuo piatto preferito, oltre alla pizza?
I primi della tradizione romana, i miei figli sono nati a Roma, mia moglie è venezuelana ed io mezzo pugliese e mezzo toscano. Dovrei optare per una cucina internazionale invece nella calcio e pepe, nella carbonara e amatriciana sto diventando veramente bravo. Ormai Roma è casa. Mio figlio non mi chiama “babbo” ma “papà” ed alla ribollita preferisce l’amatriciana. Sicuramente a casa mia è sempre entrato pochissimo junk food!

Da dove nasce la tua passione per l’enogastronomia, che per altro hai portato in trasmissioni come Linea verde e La prova del cuoco?
Forse viene dalle mie diverse esperienze. Nato in Puglia a Mesagne in provincia di Brindisi, cresciuto in Toscana a Pistoia, poi l’università a Milano ed infine mia moglie venezuelana coi figli nati a Roma, quindi tre cucine all’attivo: toscana, pugliese e milanese. Ho sempre preferito spendere di più per mangiare che per vestire, nella vita è una questione di priorità. Noi italiani siamo veramente fortunati, ma ci si rende conto del valore delle cose solo quando non si hanno. L’ultimo anno dell’università sono stato per molto tempo fuori dall’Italia e mi mancavano moltissimo le eccellenze del nostro paese, per cui ho deciso poi di raccontarle in radio e tv.

Antonella Clerici, regina degli show cooking in tv, ti ha dato qualche consiglio?
Di essere sempre me stesso. A casa arriva sempre la tua personalità. Il presentatore poi deve presentare quindi valorizzare l’ospite e condurre il telespettatore, non mi piace mettere in ombra gli altri con troppo protagonismo. Dipende molto da come sei, ma chi mi conosce può confermare che sono la stessa persona davanti e dietro la telecamera.

Quest’estate ti abbiamo visto su Rai 1 con la trasmissione Camper: cosa ci dici di questa esperienza con Roberta Morise?
È stata un’estate incredibile, un debutto importante, un nuovo inizio, con una trasmissione in diretta quotidiana dal lunedì al venerdì, in uno studio televisivo e con uno staff di cinquanta persone. Ho avuto una piccola grande responsabilità: portare gli italiani in vacanza attraverso la televisione. Io per scherzare l’ho definito il “teletrasporto”, ci sono tante persone che in vacanza con ci possono andare e con Roberta e con tutto il gruppo è stato un bel viaggio. Con Roberta Morise ci accomuna la solarità. Sono una persona che prima di pensare cosa indossare pensa a indossare un sorriso. Provo sempre a sdrammatizzare qualsiasi problematica, poi è chiaro che sono serio in determinate situazioni e professionale in altre come al lavoro. Il sorriso è il capo d’abbigliamento fondamentale, quasi come l’intimo.

Tinto
Fonte: Ufficio stampa - Tinto
Tinto

Mentre su Rai Radio 2 conduci Decanter: hai qualche curiosità da rivelarci sugli argomenti che affronterete in trasmissione?
La novità è quella di dedicare spazio ai piccoli produttori di olio extravergine di oliva. Per il vino è tutto più facile perché è glamour un calice in mano. Al ristorante spendere oltre 20 euro per una bottiglia di vino è quasi normale, per l’olio si fa più fatica. Infatti si sente spesso dire “è per cucinare” ed io divento pazzo! L’olio ha un uso quotidiano, non si può risparmiare, per questo che il mondo olivicolo ha bisogno di più promozione di più aiuto in radio e tv. A parte i grandi marchi che sono multinazionali i piccoli produttori non possono permettersi la pubblicità per cui a Decanter io e Federico Quaranta diamo spazio a queste piccole realtà parlando delle loro cultivar e del territorio di produzione. In Italia esiste un’organizzazione incredibile ovvero “città dell’olio”  che  ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, come abbiamo un grande patrimonio artistico abbiamo anche un grande patrimonio olivicolo.

Ti rivedremo presto anche in tv?
La radio è il primo amore e non si scorda mai! Diciamo che in attesa della nuova stagione di Camper che spero possa tornare, mi rivedrete presto in un nuovo progetto, anzi in verità ce ne sono due. Spero di poterli raccontare quanto prima e magari tornare da voi anche con queste novità!