“The Net-Gioco di squadra”, Beatrice Arnera: “Ho incontrato Paradossi e non ci siamo più lasciati”

Beatrice Arnera ci racconta la nuova fiction su Rai2, "The Net - Gioco di squadra" dove interpreta una donna che deve farcela nel mondo del calcio

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Con The Net – Gioco di squadra, la serie in onda dal 20 dicembre su Rai 2 in prima serata, il mondo del calcio non ha più segreti. Ma attenzione, perché si tratta solo di un capitolo di un progetto molto più ampio e di carattere internazionale. Italia, Austria e Germania hanno collaborato alla lavorazione di una collana di serie televisive chiamata The Net.

Ogni capitolo racconta una storia diversa ed è fruibile in maniera indipendente rispetto agli altri, ma tutti sono accomunati dallo stesso tema, il calcio, e dalla volontà di raccontarlo in maniera originale ed esclusiva. Oltre alla tematica comune infatti, all’interno delle serie vi sono alcuni personaggi chiave che compaiono in tutte le serie, le attraversano trasversalmente e le uniscono in un’unica grande storia.

Per l’Italia è Cross Productions a co-produrre con Das Netz GmbH uno dei capitoli del progetto che verrà distribuito a livello internazionale. La serie italiana The Net – Gioco di Squadra, la serie austriaca The Net – Prometheus e la serie tedesca The Net – Promised Land raccontano i retroscena dell’industria calcistica in una collana sovversiva.

La regia di The Net – Gioco di squadra, che vede come protagonista Alberto Paradossi nei panni di Vincenzo Tessari, è affidata a Volfango De Biasi e Lorenzo Sportiello. In tutto sono 6 episodi che vanno in onda in tre serate fino a martedì 3 gennaio.

Alberto Paradossi
Fonte: Ufficio stampa - The Net - Gioco di squadra
Alberto Paradossi in “The Net – Gioco di squadra”

Noi abbiamo chiesto a Beatrice Arnera, che nella fiction interpreta Miriam Martelli, di raccontarci di questo progetto, dell’atmosfera sul set e del suo personaggio che deve emergere in un mondo prettamente maschile.

Classe 1995, Beatrice Arnera è uno delle attrici più amata del cinema e delle fiction italiane. L’abbiamo vista nel ruolo di Valeria Ferrante in Un passo dal cielo 5, accanto a Raoul Bova in Buongiorno, mamma!, per fare qualche esempio. E tra i film, l’ultimo è Tre di troppo per la regia di Fabio De Luigi.

The Net – Gioco di squadra è la nuova serie in onda su Rai 2: ce ne parli?
Senza fare spoiler ovviamente… È un progetto molto ampio che nasce per dare respiro a più parti d’Europa, non solo Italia, ma anche Austria, Germania, è appunto “The Net”, la rete. Nel nostro caso, la serie vuole svelare i sotterfugi e le scorciatoie che esistono nel mondo del calcio, così come in tutti gli ambienti in cui l’ambizione è tanta e gli obiettivi da raggiungere sono alti. Il mio personaggio è la figura femminile che in Italia è associata alla “figona a bordo campo”. Nel mio caso, ho tentato di renderla con un po’ più di spessore, con dei sentimenti e un cervello pensante.

Nella vita sei un’appassionata di calcio?
No, per niente.

È stato allora difficile per te entrare nel mondo calcistico?
Se vogliamo fare dell’ironia un po’ spicciola, sono arrivata sul set sapendo che cos’è un fuorigioco. Un mini bagaglio culturale di calcio ce l’avevo, anche se non sono una tifosa. Diciamo che sono andata a studiare l’atteggiamento e l’attitude delle donne che si trovano a lavorare in un ambiente molto maschilista. Mi ha divertito entrare nei panni di una donna che sa di lavorare in un mondo pieno di squali, dove deve difendersi e deve farsi valere, al di là del décolleté e delle cosce.

Come è stato lavorare con Alberto Paradossi, protagonista di The Net – Gioco di squadra?
Un sogno, lui è diventato uno dei miei migliori amici. Ci siamo conosciuti sul set di The Net e non ci siamo più lasciati. È diventato proprio mio fratello, ci vogliamo un bene grande. Trovo che alla sua età, sia uno dei migliori attori italiani che abbiamo al momento, è un compagno d’avventura incredibile, nel senso che sul set è solo sorrisi, sostegno, sguardi d’intesa, capacità di ascolto a livello attoriale, ha delle uscite geniali perché è un uomo molto brillante. Gli voglio veramente tanto bene e lo stimo davvero tanto.

Beatrice Arnera Alberto Paradossi The Net Gioco di squadra
Fonte: Ufficio stampa - The Net - Gioco di squadra
Beatrice Arnera e Alberto Paradossi in “The Net – Gioco di squadra”

Sei anche nel cast della serie Netflix, Odio il Natale, provi anche tu lo stesso sentimento?
L’ho odiato tutta la vita, forse per anticonformismo o forse per rompere le scatole a mia madre rovinandole le feste. In realtà non odio il Natale perché mi piace pensare che sia un momento in cui, avendo io una famiglia un po’ nomade, possiamo ritrovarci e stare finalmente insieme. E questo per me è importante, perché la famiglia è un valore grande.

Hai lavorato sia per tante fiction di successo che in numerosi film: che differenza c’è tra questi due mondi?
Sebbene il metodo sia diverso, quello che mi piace sempre dire è che non c’è un audiovisivo di serie A e uno di serie B, ma ci sono degli attori capaci che studiano, che realizzano un buon prodotto indipendentemente dal successo che ottengono. La differenza tra la serie televisiva e il film è la tempistica, riguarda un aspetto più tecnico. Per esempio Buongiorno, mamma! [serie televisiva con Raoul Bova, andata in onda su Canale 5 nell’aprile 2021 ndr.] l’abbiamo girata in sei mesi. Quindi, per le fiction è un bel tour de force, dove si sta a contatto per più tempo con le stesse persone. Mentre per il film in qualche settimana si conclude. Sia per le serie che per il cinema, ciò che conta è fare bene, studiare a fondo il personaggio e realizzarlo in modo coerente dall’inizio alla fine.

Hai citato prima Buongiorno, mamma!, com’è stato lavorare con Raoul Bova?
Strepitoso, Raoul è una persona estremamente genuina e generosa. È un essere umano molto raro, perché profondamente buono e lo si vede dagli occhi. E poi è molto divertente, con cui si ride volentieri. Davvero un bel clima sul set con lui, soprattutto in questa seconda stagione che sta per uscire dove ho avuto modo di girare scene abbastanza delicate con lui. Per cui gli sono molto grata per il supporto, Raoul è un ottimo compagno di lavoro.

Invece di Daniele Liotti con cui hai lavorato in Un passo dal cielo?
È da un po’ che non lo vedo, però lui è stupendo. Con Liotti abbiamo girato tante scene d’azione. Io ho l’attitudine allo sport, ma lui è davvero un power ranger. Fa delle cose allucinanti fisicamente. Insieme ci siamo trovati a fare inseguimenti, corse nel bosco, a cavallo. Daniele mi ha dato un sacco di dritte sul set, mi ha insegnato a tenere in mano la pistola, perché non è che fossi propriamente avvezza alle armi. Devo dire che la Lux Vide ha la tendenza a scegliere ottimi attori e belle persone, pacate e generose.

Sei cresciuta nel mondo dello spettacolo: hai sempre voluto fare l’attrice?
Sono cresciuta nel mondo dello spettacolo nel senso che mia mamma era una cantante lirica e fino ai 9 anni l’ho seguita in giro per il mondo. Il mio lavoro è nato come un gioco. Ho iniziato per caso col doppiaggio quando ero molto piccola. E le prime parti le ho ottenuto tramite il doppiaggio. Alla fine degli anni Novanta, Simona Izzo, che come sai la sua famiglia è un pilastro del doppiaggio in Italia, faceva la regista della serie Una donna per amico e lì ho ottenuto la mia prima parte, avevo 4 anni. Mi divertivo come una pazza. Ho cominciato a capire che l’attrice è un mestiere intorno ai 16 anni. Mi ci sono trovata e con gioia. Poi ho avuto la grande fortuna di non avere genitori che spingono, non mi hanno mai pressato.

Hai anche pubblicato due singoli
Sì, anche se per il momento ho accantonato la musica. Però ho avuto la possibilità di cantare su palchi importanti, come il Sistina, il Brancaccio. Ho lavorato in diversi musical, tra cui Aggiungi un posto a tavola, con la regia di Gianluca Guidi, figlio di Johnny Dorelli, dove interpretavo Clementina. La verità è che devo riprendere in mano la questione canora. Quindi a breve farò qualcosa con la musica. Non lo avevo ancora detto a nessuno, nemmeno a me stessa.

Il tuo sogno nel cassetto?
Questa è una domanda difficile, perché mi reputo già fortuna a fare quello che faccio. Mi piacerebbe da matti poter debuttare a teatro nel ruolo di Christine del Fantasma dell’Opera. Quindi che si sbrighino i produttori teatrali a comprare i diritti e a portarlo in Italia. Io mi candido come Christine [ride ndr.].

Lanciamo quest’appello allora
Brava, lanciamo l’appello.

The Net – Gioco di squadra: la trama

Il Toscana Football Club, la seconda squadra della città di Firenze, ha fatto la storia raggiungendo la massima divisione calcistica partendo dalle categorie più basse. Oggi, però, la squadra è nei guai: il tracollo finanziario e la paura di retrocedere si stanno trasformando sempre più in una terribile certezza.

Galatea Renzi Massimo Ghini The Net Gioco di squadra
Fonte: Ufficio stampa - The Net - Gioco di squadra
Galatea Renzi e Massimo Ghini in “The Net – Gioco di squadra”

La famiglia Tessari, proprietaria del club in crisi, è costretta a cedere la metà della società per riuscire a salvarla. Il nuovo partner scelto dal Presidente è un imprenditore cinese: un uomo ricco e autorevole che vede nell’operazione finanziaria un’occasione per sfruttare Firenze come brand.

La cessione della società non viene apprezzata da una potente ed influente eminenza del calcio, Maurizio Corridoni, che sia per l’affetto che prova per la squadra che per i suoi interessi personali, è disposto a tutto pur di conquistare il club calcistico. Vincenzo Tessari, l’imbranato figlio del Presidente, dovrà darsi da fare se vuole conquistare un posto da manager nel mondo del calcio che conta e dimostrare a suo padre di esserne degno. Non realizza che sta iniziando una battaglia contro un potente nemico come Corridoni, ma soprattutto che dovrà passare attraverso scandali aziendali, prove amorose e drammi familiari per riuscire a realizzarsi.