“Una parentesi musicale romantica dal sapore retrò”, è così che Giusy Ferreri definisce il suo brano “Miele”, in gara al Festival di Sanremo in corso. “Quando lo canto mi sembra di vivere uno spostamento spazio-temporale, un magico e dolce viaggio in attesa del ritorno di un amore“.
Dal suo clamoroso esordio del 2008 ad oggi, Giusy Ferreri ha collezionato risultati unici e straordinari costruendo una carriera di traguardi e record, tra hit radiofoniche che hanno accompagnato le estati italiane, 1 disco di diamante e 18 dischi di platino.
Domani sera sarà accompagnata sul palco dell’Ariston da ANDY dei Bluvertigo, con il quale interpreterà una versione moderna ed elettronica di “Io vivrò (Senza te)”, un celebre brano di Lucio Battisti datato 1969.
Durante una pausa tra una prova e l’altra, abbiamo raggiunto Giusy al telefono per farci raccontare la scelta della cover, i look delle prossime serate e commentare la classifica provvisoria.
Perché hai scelto questo brano di Lucio Battisti?
Volevo portare un pezzo che fosse coerente con il Festival della Canzone Italiana. Ho scelto un brano intenso, ma che fosse sintonizzato su una malinconia differente rispetto a quella di “Miele”, il mio brano in gara.
Come mai hai voluto con te sul palco Andy dei Bluvertigo?
Ho pensato a lui perché non immaginavo il classico duetto, ma una figura come la sua di grandissimo polistrumentista che si aggiungerà all’arrangiamento creato in studio dai musicisti che già mi accompagnano live. Lui si aggregherà a questa fusione musicale con la parte elettronica, come il mellotron, il synth e il sax. Sarà un modo per far rivivere un po’ questo brano attraverso un’incursione sonora differente dal solito.
La grande Mina si è già fatta interprete di questo brano in passato: hai paura dei confronti che potrebbero nascere?
No, perché la mia sarà una versione totalmente differente, meno tradizionale rispetto all’originale. Effettivamente è un brano che è stato re-interpretato da tantissimi artisti, anche da Massimo Ranieri o dai New Era. Ne sono state fatte tantissime versioni, tutte decisamente interessanti ma più fedeli alle sonorità classiche del brano.
Attualmente la classifica provvisoria vede il tuo brano al 19esimo posto: che spiegazione ti dai?
Per prima cosa ero curiosa di capire se avessi cantato bene o male, per cui ho riguardato la mia esibizione e fortunatamente non ho nulla da rimproverarmi. Si tratta comunque del giudizio provvisorio della sala stampa: può darsi che avessero delle aspettative differenti su di me pensando che portassi qualcosa di più fresco. Eppure quest’anno Sanremo me lo sono voluto giocare diversamente. “Miele”, per quanto sia un brano orecchiabile, è qualcosa di originale rispetto alla mia produzione e alle precedenti partecipazioni sanremesi. Sono una persona a cui piace sempre sperimentare e questo tipo di spiazzamento delle volte può portare a degli esiti positivi e delle volte a esiti meno positivi. Ce ne faremo una ragione.
Prima di salutarti, ci dai qualche anticipazione sui look delle prossime sere?
Durante la prima serata mi avete visto in una versione molto femminile, adesso invece mi trasformerò nella versione maschile.
Gender fluid?
Sì, si tratta della rappresentazione che c’è anche nel video di “Miele”, in cui porto avanti due tipi di immagini e di personalità diverse, nello stesso momento. Due individui differenti, che potrebbero essere interpretati come la persona che lascia e la persona che viene lasciata.