Elisa Di Eusanio è una delle attrici italiane più amate. L’abbiamo vista recentemente in tv in Doc – Nelle tue mani dove interpreta Teresa Maraldi, oggi è impegnata con un progetto teatrale molto speciale, 1223 Ultima fermata mattatoio, che presenta in anteprima nazionale il 22 e 23 aprile a Carrozzerie n.o.t di Roma. Insieme a lei il ricercatore astrofisico e cantautore Emiliano Merlin, in arte unòrsominòre.
Si tratta di un viaggio lucido e delicato nei segreti più oscuri dell’industria zootecnica intensiva. Un sistema che fa profitto con i corpi degli animali, senza nomi ma contrassegnati da un numero identificativo. Numeri senza identità, numeri che servono a contare i guadagni del profitto, che si ricava dal loro sfruttamento.
Elisa Di Eusanio a noi ha raccontato dell’impegno per realizzare 1223 Ultima fermata mattatoio e dell’importante messaggio di sensibilizzazione che vuole dare con questo progetto. Ma anche di come è stato lavorare sul set di Doc – Nelle tue mani con Matilde Gioli e Luca Argentero, in attesa di vederla in due nuovi film che però sono ancora top secret.
Come è nata l’idea del tuo ultimo progetto teatrale: 1223 Ultima fermata mattatoio?
Da diversi anni sono molto sensibile sul tema dei diritti degli animali, in particolare dell’industria zootecnica intensiva. Vidi un documentario di Joaquin Phoenix che s’intitola Dominion e la mia vita è cambiata per sempre. È come se avessi aperto gli occhi su un tema che non conoscevo, nel senso che è molto interessante capire quanto i consumatori di massa siano totalmente dissociati dalla realtà degli animali d’allevamento, ossia da quello che è il loro percorso per diventare prodotti. Siccome sono costantemente connessa con questa problematica, per un discorso empatico perché riconosco il diritto alla vita di tutte le creature e soprattutto il diritto alla non sofferenza, ho deciso di dedicare parte della mia vita artistica e umana alla sensibilizzazione su questo tema, cercando di fare connessione tra le persone. E, poiché sono un’attrice, il modo migliore per farlo è quello di utilizzare il linguaggio artistico. Quindi ho deciso di costruire uno spettacolo.
Uno spettacolo che appunto utilizza non uno ma diversi linguaggi artistici: ci spieghi come si svolge?
Ci avvaliamo non solo della prosa, ma anche il visual artist, la musica con le canzoni sul tema scritte ed eseguite dal vivo da unòrsominòre, il mio cantautore e collaboratore. Utilizzo anche un linguaggio molto vicino alla conferenza teatrale, divulgando dati e nozioni scientifiche, ma sempre in modo emozionante e impattante. E poi ho scritto un monologo che racconta all’interno di un allevamento intensivo la storia d’amore molto delicata tra un vitellone da carne e una mucca da latte che si ritroveranno uniti nel viaggio della morte che li porta al mattatoio. Cercherò attraverso questo linguaggio molto poetico, quasi infantile, vicino al sentire primordiale degli animali, di emozionare lo spettatore e di renderlo sensibile al fatto che gli animali sono esseri senzienti, cioè loro non parlano come noi ma sentono, percepiscono le emozioni e il mondo intorno a loro, proprio come noi. E poi ci sarà anche la performance fisica per raccontare l’alienazione degli operatori che lavorano al mattatoio, perché anche questo è un tema importante da indagare. Proviamo infatti a immaginare un essere umano che lavora in un posto del genere, di solito per la maggior parte sono extra comunitari o persone che hanno avuto problemi con la giustizia, sono di solito ultimi che si trovano a fare un mestiere che tutti i giorni li porta in contatto con la morte violenta agita da loro stessi nei confronti di creature innocenti. Quindi a livello psicologico, c’è tutto un mondo che si apre.
In quest’opera ho inserito diversi tipi di linguaggi per rendere il messaggio più diretto.
C’è consapevolezza in Italia sui diritti degli animali o ancora no?
Sicuramente sì. Siamo in un momento di grande cambiamento e di consapevolezza maggiore rispetto ad anni fa e ciò è stato possibile grazie al lavoro di tantissime associazioni che hanno svolto indagini sotto copertura all’interno di queste realtà. La sensibilità verso questa tematica è senz’altro aumentata e infatti non è un caso che molte persone iniziano a prediligere un’alimentazione vegetariana o comunque a ridurre il consumo di carne. Però c’è ancora molto da fare e secondo me bisognerebbe insistere partendo dalle scuole e dai giovani che sono molto attenti all’argomento.
Il tuo spettacolo è in scena a Roma con due date, ma poi lo porterete in giro per l’Italia?
Certamente. Le date del 22-23 aprile a Roma sono un’anteprima per testare il progetto, anche per noi sarà importante capire se funziona e dove eventualmente sarà necessario aggiustare il tiro. Poi prevediamo di metterlo in scena in tutta Italia.
In tv ti abbiamo visto nella fiction di Rai 1, Doc – Nelle tue mani: ci racconti di questa esperienza?
Doc – Nelle tue mani è stata un’esperienza veramente fondamentale. Nel mio percorso di artista mi ha dato una visibilità importantissima e la possibilità di crescere e di arrivare al grande pubblico. Mi sta portando tanto e spero andremo avanti con la terza stagione. Per me è stata anche un’esperienza umana meravigliosa, perché ho avuto la possibilità di lavorare con una squadra stupenda, sia dei visibili che degli invisibili.
Quindi ti sei trovata molto bene a lavorare con Luca Argentero e Matilde Gioli?
Matilde è diventata un’amica, anche perché noi avevamo già girato insieme un film qualche anno fa, Va bene così di Francesco Marioni, e in Doc abbiamo consolidato questa amicizia. Matilde è una persona davvero verace, è un vulcano di energia ed è una ragazza molto sensibile. La adoro. Luca è il timoniere perfetto, perché lui è davvero come lo si vede. È una persona per bene, garbata, educata, è sempre un passo indietro, non impone mai la sua persona, tiene tantissimo al lavoro di squadra. Per cui quando il timoniere è così bello, dentro e fuori, la nave non può che viaggiare serena.
Recentemente hai lavorato anche nella serie Fedeltà, lì come ti sei trovata?
Anche lì molto bene, perché c’è Lucrezia Guidone che è un’abruzzese doc come me. Noi ci conoscevamo già da prima, abbiamo alle spalle un percorso teatrale, c’è molta stima e ci vogliamo molto bene. Io in Fedeltà ho interagito prevalentemente con lei, quindi c’era una sinergia perfetta. Mi sono trovata molto bene anche coi registi, Stefano Cipani e Andrea Molaioli, che sono due grandi professionisti.
Hai qualche anticipazione da darci sui tuoi progetti futuri?
Io ce le avrei però sono talmente fresche… Posso svelare che sto per tornare sul set per il cinema, però non posso dire di più se non che la regia è firmata da una donna. In cantiere ci sono due film.
Hai sempre voluto fare l’attrice?
Io non mi sono nemmeno posta il problema, perché sono nata in un utero artistico perché la mia mamma era una coreografa e insegnante di teatro-danza. Per cui il mio mondo è stato questo fin da quando ero nel suo grembo e quindi non ho conosciuto altro. Poi mi è stato consigliato di frequentare l’accademia Silvio D’Amico, io ero un cavallo pazzo, ero piena di energia che andava convogliata. Però tutto è stato naturale, non avevo alternative.
Hai un attore o un’attrice preferiti?
Ne ho talmente tanti che davanti a questa domanda resto un pochino sempre congelata. Ho riferimenti che vanno dal passato, come Anna Magnani, sia più contemporanei. Quindi non ho un riferimento specifico. Io sono una persona curiosissima per cui dove c’è talento resto incantata. Ti potrei perciò citare tanti nomi, come Olivia Colman, Judi Dench, Joaquin Phoenix.
Ti faccio una domanda simile: hai un film preferito che rivedresti sempre?
Qui si apre una teca infinita. Se rimaniamo sul contemporaneo, io sono una grande fan di Quentin Tarantino e appena posso rivedo i suoi film.