Domenico Vacca, lo stilista italiano venerato a Hollywood

L'intervista a Domenico Vacca, lo stilista italiano trapiantato a New York che porta nel cuore la sua Puglia.

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DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

“Numeriamo tutti i nostri capi, proprio come si fa con le opere d’arte”.
Questa frase di Domenico Vacca, stilista italiano trapiantato a New York, sintetizza al meglio la qualità, la raffinatezza, la cura e tanto altro delle sue collezioni uomo-donna.

Cresciuto in Puglia nella sartoria di sua nonna Sabina, una laurea in Giurisprudenza, due Master conseguiti in America e dieci anni a fare l’avvocato di aziende italiane nel settore della moda, presso il prestigioso studio americano Baker & Mckenzie.

Poi Domenico Vacca cambia strada e apre la sua boutique sulla FIfth Avenue. Con l’eleganza delle sue creazioni, la qualità dei materiali e con l’unicità dell’artigianato italiano conquista il mercato americano e veste attori di Hollywood e personaggi del jet-set internazionale. Da Diane Keaton a Sharon Stone e ancora Al Pacino, Denzel Wahington, Michael Douglas, Pierce Brosnan e tanti altri.

Oggi il brand festeggia i vent’anni della Julie Bag, una borsa iconica che sta nel cuore di molte, a cominciare d Ivana Trump che ne possiede ben sei ! Domenico Vacca è un instancabile e raffinato stilista, ma anche un business man che oltre a portare il proprio marchio in giro per il mondo sta lanciando una catena di alberghi a 5 stelle, i primi due apriranno nel 2023 nella sua amata Puglia

Il ritratto di Domenico Vacca
Fonte: Domenico Vacca
Domenico Vacca – Portrait
Photo : Joseph Cardo

Quando ha capito che la moda, soprattutto gli accessori, erano il suo destino?
La moda e gli accessori erano già nel mio DNA. Tutto inizia con mia nonna materna Sabina Orciuolo, che già dal 1925 aveva un atelier con 20 sarte ad Andria, in Puglia, città dove sono nato. Tutta la famiglia di mia madre era composta da sarte e sarti, io ho passato la mia infanzia giocando sotto i tavoli da sarto dei miei parenti giocando con i tessuti e respirando la magica aria della sartoria che penso sia entrata nel mio sangue fin da giovane età. Era un mondo magico, la magia dei tessuti, sentirli sotto il tatto delle dita e conoscerne le differenze, giocare con le forbici del sarto, vedere un tessuto che diventava un abito da donna o un abito da uomo era per me una magia. Poi mio padre, uno degli uomini più eleganti che abbia mai visto, le passeggiate con lui da casa alla bottega del suo sarto, era un rito bellissimo, vedere mio padre che sceglieva il tessuto del suo prossimo abito e il sarto prendere le sue misure erano momenti che non scorderò mai.

Ricorda il momento in cui ha deciso di voler diventare uno stilista?
Sì. ero già a New York, dove vivo da 30 anni, e ho avuto voglia di riprendere la tradizione di famiglia, prima investendo in una azienda di moda italiana che voleva espandersi negli Stati Uniti, per la quale ho creato le mie prime collezioni uomo e donna e poi, 5 anni dopo lanciando il mio marchio, Domenico Vacca.

Era il 1996 e portare il vero made in Italy e lo stile italiano negli Stati Uniti e poi in giro per il mondo mi entusiasmava, ho iniziato per la mia passione per la moda e cerco ancora oggi di svolgere la mia attività con una grande passione per i tessuti, le pelli, il design di capi e oggetti unici nel loro genere.

Come è nato il sogno americano?
Ero già negli Stati Uniti dal 1991, come di solito dico scherzando, nella mia vita precedente ho fatto l’avvocato. Mia nonna mi aveva detto di non fare moda perché si lavora tanto e… non si guadagna tanto. Ovviamente mia nonna non poteva prevedere in quegli anni che la moda sarebbe diventata un fenomeno commerciale globale. Quindi sono diventato avvocato in Italia e poi sono andato a New York a inseguire il sogno americano nel 1991. Prima ho conseguito un master a Washington in diritto comparato alla Georgetown University e dopo un master in diritto americano alla New York University di New York, sono entrato nello studio americano Baker & Mckenzie dove sono stato l’avvocato dell’ 80% delle aziende italiane del settore moda e accessori che in quel periodo si affacciavano nel mercato americano: Tod’s, Genny, Byblos, Versace, Zegna, Hugo Boss e tante altre. Dopo 10 anni a Baker & Mckenzie, 4 nell’ufficio di Milano e 6 nell’ufficio di New York, il sogno americano per me era cambiato e da avvocato d’affari internazionale sono voluto diventare imprenditore nel settore moda prima. investendo in una azienda moda, e poi lanciando il mio marchio curandone non solo la parte business ma anche quella creativa. Erano anni in cui il sogno americano esisteva ancora, tutto era possibile in un’America che accoglieva le nuove idee, un’America che ti apriva le porte e ti faceva realizzare i tuoi sogni. Il mio era di vedere le mie creazioni, le mie borse andare in giro per la Fifth Avenue a New York o per Rodeo Drive a Beverly Hills “addosso” a donne e uomini che amavano il made in Italy.

Quali sono i ricordi più belli della sua infanzia in Puglia? Il suo legame con l’Italia?
La Puglia è una delle più belle regioni d’Italia. La sua luce, il cibo, il colore rosso della terra, i castelli, le chiese, il mare sono impressi in maniera indelebile nella mia memoria. Infanzia bellissima, in un paese dove un po’ ci si conosceva tutti, si giocava a pallone per strada tra il passaggio di una macchina e l’altra, poi le lezioni di tennis sull’unico campo di terra rossa della città, le lezioni di pianoforte, mia grande passione da giovane. Il pranzo della domenica con famiglia e parenti, le giornate passate al mare ad abbronzarsi, le prime storie d’amore. Sono ricordi sempre presenti. Per uno stilista la Puglia offre tanto, i colori dei palazzi antichi, gli affreschi delle innumerevoli chiese, i colori della campagna, del mare, le città bianche, i colori dei fichi d’india, tutto ciò è presente sempre nelle mie collezioni, dove i colori vivi e vivaci sono sempre presenti. La mia recente collezione della nostra borsa più iconica la Julie Bag, che quest’ anno compie 20, l’abbiamo realizzata in colori vivaci come il rosa, l’arancio e il fucsia, il giallo, l’azzurro per voler riportare ancora una volta i colori della mia Puglia in collezione.

Come è riuscito a trasformare il suo sogno in qualcosa di unico, tanto da essere stato definito dal New York Times “il re del lusso”?
Tanta passione per quello che faccio, tanto lavoro, un punto di vista portato nelle collezioni che vuole prendere i classici della tradizione sartoriale e artigianale italiana e renderli internazionali. Abbiamo preso la storia italiana, lo stile italiano e li abbiamo resi internazionali, per una donna e un uomo che vive a New York come a Londra o a Mosca come a Tokyo o a San Paolo in Brasile andando in vacanza a St. Tropez o a Sant Barth. Una donna e un uomo che viaggia, che lavora che vive in giro per il mondo, un po’ come me e mia moglie, attrice, modella e presentatrice Eleonora Pieroni, la mia musa.

La sua prima boutique a New York?
Abbiamo lanciato la prima collezione Domenico Vacca nel 2002 negli Stati Uniti e aperto pochi mesi dopo la nostra prima boutique sulla Fifth Avenue a New York di fronte a Central Park e al famosissimo Hotel Plaza. In un momento in cui tutti i brand sulla Fifth Avenue aprivano negozi minimalisti noi abbiamo ricreato in piena Fifth Avenue una boutique che rispecchiava una sartoria italiana con boiserie in legno ….moderne, abbiamo reso la tipica sartoria italiana …internazionale, nuova, fresca pronta per accogliere una clientela americana e internazionale, che viveva o passava da New York, amante del made in Italy, dell’Italia e dell’italian style. Abbiamo portato l’eleganza delle donne e degli uomini italiani negli Stati Uniti. Volevamo vestire gli Americani come i milanesi, i romani, i fiorentini e gli italiani che vivono negli elegantissimi paesi italiani. l’eleganza italiana si trova anche e forse soprattutto nelle provincie, la nostra idea era di portare quella eleganza in giro per il mondo. Abbiamo selezionato i migliori sarti e artigiani italiani e abbiamo iniziato a realizzare collezioni che sono entrate negli armadi degli americani, nei film e nelle serie televisive attraverso i costumi di più di 50 film e serie televisive di cui abbiamo realizzato il guardaroba per gli attori principali: Diane Keaton, Sharon Stone, Réene Zelwegger, Queen Latifah, Jodie Foster e ancora Al Pacino, Dustin Hoffman, Denzel Wahington, Michael Douglas, Pierce Brosnan, Daniel Day Lewis, Mickey Rourke. Il nostro lavoro con Hollywood ci ha dato la possibilità di portare il nostro italian style sul grande e piccolo schermo e subito dopo sui red carpets dei Golden Globe e degli Oscars dove vestiamo ogni anno gli attori migliori fino al grande Daniel Day Lewis che abbiamo vestito agli Academy Awards quando ha vinto l’Oscar per il film Lincoln.

Nel nostro primo negozio sulla Fifth Avenue abbiamo anche vestito capi di stato (Bill Clinton e tanti altri) personalità come Ivana Trump e molti cantanti e atleti tra cui Husher, Scottie Pippen, Chris Bosh.,Mi ricordo di aver visto spesso Ralph Lauren fermarsi ad ammirare le nostre vetrine, e Tommy Hilfiger e Valentino sono nostri clienti.

La sartoria di Domenico Vacca
Fonte: Domenico Vacca
Michael Douglas veste Domenico Vacca

Lei veste i personaggi di Hollywood, cosa prova quando vede le sue creazioni indossate dalle star e riprese sulle pagine di prestigiosi giornali femminili?
È una bellissima sensazione, penso che tutti gli stilisti provino una grande soddisfazione a vedere i loro capi addosso a donne di successo sui giornali e sotto i riflettori. Un abito, una borsa “nascono” quando una donna li “indossa”, solo allora nascono veramente, assumono una vita propria, contribuiscono a creare lo stile di una donna, la rendono elegante, sexy, le danno carattere, sicurezza.

Quando pensa ad una donna che indossa una sua borsa qual è il sentimento che vorrebbe provasse?
Di essere una donna elegante, di classe, conoscitrice del bello, sicura di sé, indipendente e unica.

Ha qualche icona di stile?
Diverse, ma quasi tutte del passato: Audrey Hepburn, Jacqueline Kennedy Onassis, Anouk Aimee e in Italia Marella Agnelli, Monica Vitti, Sophia Loren solo per citarne alcune.

Ci racconta qualche aneddoto di una delle innumerevoli star che ha vestito?
Sono diversi. Ho passato una piacevole giornata a casa di Dustin Hoffman lavorando sul suo guardaroba del film Stranger than Fiction. Durante quell’incontro mi raccontò della sua passione per l’Italia e del suo incontro con Anita Ekberg e Federico Fellini la prima volta che venne in Italia per promuovere il suo film Il Laureato. Quando gli chiesero chi voleva incontrare durante la sua visita in Italia lui rispose Federico Fellini e quindi gli organizzarono una cena con Fellini e la Ekberg. Durante la cena Dustin inizia a parlare con Anita e vede che lei diventa rossa in viso, allora Dustin Hoffman si gira verso sua moglie, che e era accanto a lui, e le dice che stava facendo colpo su Anita Ekberg, ma pochi minuti dopo vede che Federico Fellini era la causa del rossore di Anita Ekberg e non lui, perché Federico Fellini stava toccando sotto il tavolo le gambe della bellissima Anita, e quindi i suoi sogni di aver conquistato una delle più belle donne del cinema svanì, per un attimo si era sentito un vero latin lover italiano mi disse.

Come sono nel privato?
Come tutti. Quello che mi ha sorpreso è notare che i veri attori sono sempre diversi da come sono nei film. Più sono bravi e più sono diversi dai personaggi che interpretano. È proprio questa la caratteristica dei grandi attori, trasformarsi, entrare nel personaggio, dimenticandosi chi sono. Gli attori che sono uguali nel privato e sul grande schermo, nella maggior parte dei casi, sono quelli che impongono se stessi nel personaggio anziché dare vita al personaggio così come previsto dal copione.

Quale celebrità del red carpet vorrebbe vedere sfilare con una delle sue borse?
Sarebbe interessante vestire Leonardo di Caprio e Margot Robbie.

La borsa che ha più nel cuore?
In assoluto la nostra iconica Julie Bag. Quest’anno è il suo ventesimo anniversario. Il nome della borsa è quello della mia ex moglie, Julie Vacca, a cui l’ho dedicata. Da vent’anni ha un grande successo ed è negli armadi di Ivana Trump, Glenn Close, Queen Latifah, Brooke Shield ed è stata presente in più di 10 film e serie televisive. Ne ha una anche la sceicca del Qatar Moza bint Nasser, moglie del principe del Qatar, e ora anche Veronica Bocelli, moglie di Andrea Bocelli, prima donna ad averne una in Italia.

La julie bag

Ivana Trump con la Julie Bag di Domenico VaccaCome è evoluto in questo secolo il mondo delle borse?
È stato un passaggio dal classico al, giustamente, moderno. La borsa è diventata più grande e più piccola, più grande perché le donne che lavorano sono sempre di più e le loro borse devono contenere molti più oggetti che in passato non esistevano, telefoni, batterie, a volte computer portatili, e più piccole da indossare la sera quando tutto quello che serve sono dei trucchi e il telefono. Si è passati dai colori classici neri e marroni a colori che variano per stagione e colori coordinati con quello che si indossa. Si sono aggiunte anche le paillettes e i cristalli swarosky per dare un tocco ancora più femminile e glamour.

Julie Bag- tricolore
Fonte: Domenico Vacca
L’iconica Julie Bag compie 20 anni.

Da dove nasce l’ispirazione delle sue collezioni?
Da tutto quello che vedo durante i miei viaggi. Assorbo tutto, e poi la mia mente elabora e genera idee per le mie nuove collezioni. Possono essere i colori di un affresco di una chiesa, un abito visto all’opera, o in un quadro o semplicemente per strada. Il mondo è un perfetto parco di ispirazione per uno stilista, bisogna solo cogliere una sfumatura, una linea, in colore. E poi quando si lavora con tessuti di alta qualità sono i tessuti stessi che ti parlano e ti suggeriscono delle creazioni bellissime.

Il segreto del successo delle sue creazioni?
Sono diversi. Senz’altro la qualità dei materiali, l’abilità dei nostri artigiani e sarti ed il design di collezioni glamour ma indossabili da tutte le donne. Io non disegno per la passerella ma per far innamorare le donne dei miei capi in modo che poi possano innamorarsi di se stesse indossando i nostri abiti, borse, scarpe e accessori.

La sua è una moda a 360 gradi, non solo accessori e non solo donna, ci vuole raccontare le vostre produzioni?
Abbiamo collezioni di abbigliamento, scarpe, borse, accessori, maglieria, profumi e orologi uomo e donna più una collezione di oggetti, piatti e cristalleria perde la casa.

Come si sviluppa nello specifico il processo creativo? Quale parte predilige?
Amo sedermi alla mia scrivania e rivedere nella mia mente tutti i posti che ho visitato, i film, vecchi film, che ho visto, le mie icone di stile ed elaborare queste informazioni, i nuovi tessuti che ho toccato e darle un senso e creare le mie collezioni creando prima dei mood board e poi i disegni che diventeranno collezioni.

Che cosa differenzia il suo prodotto dagli altri brand di lusso?
La parola lusso è oggi la parola più inflazionata al mondo. Una volta passavo attraverso la periferia di Chicago e ho visto una insegna su una normalissima palazzina. Sull’insegna c’era scritto “luxury apartments”, appartamenti di lusso …e ho pensato ormai bisognerà inventare un’altra parola che possa indicare qualità, raffinatezza, squisitezza, perché ormai è una parola che non definisce più… nulla. Tutti i brand oggi si definiscono brand di lusso ma la maggior parte di loro producono prodotti mediocri dal punto di vista della qualità e manifattura e l’unica cosa che è un lusso e poterseli permettere visti i loro prezzi esorbitanti che non hanno più nessun rapporto con la qualità, la manifattura e il design del prodotto. Una felpa che costa €1000 è una felpa che è un lusso permettersi ma non è un prodotto di lusso. Per noi un prodotto di lusso è qualcosa di diverso, è un prodotto di qualità, realizzato da esperti artigiani a mano, mettendoci la passione e il cuore in quello che fanno, è un prodotto complicato da realizzare, unico e quindi esclusivo. Noi numeriamo tutti i nostri capi, come delle opere d’arte.

Come definisce il nuovo lusso?
Per noi lusso è qualità, un prodotto dove la manualità nella confezione del capo è importante, l’esperienza dell’artigiano che realizza il capo è importante, non è ostentazione, è collezionare capi, borse e accessori di grande qualità realizzati con tessuti e pellami di qualità. Nella vita il lusso è avere tempo per se stessi, per la propria famiglia, per il proprio compagno, per la propria compagna, per i figli. Viaggiare, fare esperienze, leggere, andare a teatro.

Per le sue borse lavora con materiali esotici e pelli pregiate, cosa la spinge ad usare questi materiali?
Sono materiali unici, danno luce alle nostre borse, morbidezza, leggerezza. Adesso stiamo anche realizzando borse in materiali ecosostenibili per offrire ai nostri clienti una scelta sostenibile.

Domenico Vacca con la moglie
Fonte: Domenico Vacca
Momenti di relax. Domenico Vacca con la moglie Eleonora Pieroni

Sua moglie è una super top model, come vi siete incontrati?
Ci siamo incontrati a Miami, a una mia sfilata. Lei è venuta a salutarmi e a farmi i complimenti per le mie collezioni, mi ha colpito subito la sua solarità e anche il fatto di essere italiana… fuori dall’Italia. Penso sia stato un colpo di fulmine perché da allora non ci siamo più lasciati e due anni fa ci siamo sposati. È una affermata modella, attrice, ha appena recitato nel nuovo film del maestro Pupi Avati, Dante, e in altri film di produzione americana e italiana. Presto la vedremo in televisione con un programma tutto suo. È anche spokesperson e ambasciatrice del brand e la modella delle nostre campagne pubblicitarie.

Come riuscite a gestire due vite così intense restando sempre insieme? (vedo che lei spesso è la sua modella nelle adv)
Cerchiamo di passare insieme quanto più tempo possibile nonostante i miei e i suoi viaggi di lavoro anche se cerchiamo di viaggiare il più possibile insieme. Ci siamo comunque impegnati a mettere la nostra vita privata come priorità della nostra vita, perché alla fine la nostra vita privata è la cosa più importante che abbiamo. Lei “incarna” la donna Domenico Vacca, ha sfilato per grandi brand ed e’ una vera professionista e siamo felicissimi che sia protagonista di molte delle nostre campagne tra cui la nostra campagna P/E 2022.

Come si svolge le sua (vostra) vita quotidiana?
La mattina prendiamo un caffè insieme e si parte per gli impegni della giornata. Io in ufficio gestendo Domenico Vacca, visita ai negozi, incontri di lavoro, controllo della produzione e creazione delle nuove collezioni. Eleonora per lo più meetings con registi, produttori, castings e preparazione per le sue parti nei film e preparazioni delle serate che presenta, il tutto tra un servizio fotografico e l’altro. Cerchiamo di mangiare qualcosa al volo insieme a pranzo e poi cena insieme da soli a casa o con amici o partecipiamo ad eventi che spesso sono legati al mondo del cinema e dello spettacolo.

Com’ è la sua vita a New York? C’è un altro posto nel mondo dove vorreste vivere?
La mia vita a New York è intensa, è una città piena di energia e quindi ti coinvolge e ti fa andare al doppio della velocità, una giornata a New York è come due o tre giornate in Italia. Per ora New York è la città dove vorrei continuare a vivere anche se amo Miami perché offre un bellissimo stile di vita e ultimamente vivo bene anche a Roma, dove mi trovo benissimo e mi sento quasi a casa.

La pandemia ha cambiato il modo di vivere di tutti, quale è stato il suo impatto sul vostro lavoro?
Un rallentamento su tutti i fronti ovviamente. Tra lockdown a New York e in Italia sono stati due anni complicati, ma li ho impiegati a lavorare su nuovi progetti tra cui due alberghi Domenico Vacca in Puglia che apriranno nel 2023.

Lei ha aperto una nuova boutique in centro a Roma, sua moglie ha sfilato ad AltaModa Roma, ci racconta il forte legame con la città eterna?
Avevamo voglia di passare più tempo in Italia, e volevo entrare nel mercato italiano. Molti dei nostri clienti che venivano in Italia per vacanza e lavoro ci chiedevano se avevamo un negozio in Italia e avendo passato più tempo in Italia durante la pandemia abbiamo pensato fosse una buona idea lanciare il nostro marchio anche in Italia. Per mia moglie Roma è una città importante visto che il cinema in Italia è Roma. È una città che crescerà molto nei prossimi anni, e io penso anche più di Milano.

Quali social network utilizza maggiormente? Dove le nostre lettrici possono seguirla?
Instagram e Facebook sono i social dove postiamo giornalmente tutto su di noi, dalle nuove collezioni, alle celebrities che indossano i nostri capi, ai nuovi progetti, gli articoli di stampa a noi dedicati e anche momenti della mia vita privata.

Scommesse per il futuro?
Tante. Continuare a portare il nostro marchio in giro per il mondo, il lancio della catena di alberghi a 5 stelle Domenico Vacca, un libro e tanti altri progetti.