Elisabetta II è morta l’8 settembre 2022 dopo 70 anni di regno. Suo figlio, il Principe del Galles, è diventato Re col nome di Carlo III e la monarchia non sarà più la stessa. In molti ritengono che Carlo, il successore che ha il primato di avere atteso più a lungo di indossare la corona, non avrà lo stesso prestigio di sua madre e non sarà amato come lo è stata lei.
È difficile pensare che possa accadere il contrario, per questo abbiamo chiesto a Cristina Penco (LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA), giornalista, autrice de I Windsor. La dinastia di Elisabetta II, prossimamente in uscita per Diarkos Editore con la storia della grande casata inglese e le nuove sfide della monarchia britannica, di spiegarci cosa accadrà alla Corona e alla Famiglia Reale all’indomani della scomparsa della Regina eterna.
Qual è l’eredità più grande che la regina lascia a Carlo?
A livello istituzionale, Elisabetta II ha consegnato al figlio, il nuovo re Charles III, un regno di 15 Paesi e 150 milioni di sudditi. Secondo la mia opinione, c’è anche un lascito morale che lei e il suo amato principe consorte Filippo, nella comunanza di visione e intenti alla guida della monarchia britannica per sette decenni, hanno disposto per il primogenito e per tutta la loro progenie. È un’eredità che ha a che fare con l’esempio costante di senso del dovere, decoro, rispettabilità e autorevolezza. Valori del Novecento, ma di portata universale, incarnati dalla sovrana in tutto il suo lungo percorso personale e istituzionale. È un esempio, quello rappresentato da Queen Elizabeth, che è giunto anche noi e alle nostre nuove generazioni (lo attesta la loro partecipazione massiccia e intensa in queste ore così concitate e accorate). La scomparsa della Regina è un fatto storico, non riguarda solo il Regno Unito. Elisabetta II è stata l’ultima grande sovrana che ha abbracciato due secoli con tutti i cambiamenti epocali che si sono susseguiti dagli Anni Cinquanta del XX secolo a oggi e che ha saputo tenere dritta la barra nei momenti di maggiore tempesta e tumulto, tanto all’interno della sua famiglia-monarchia, quanto nei capovolgimenti che avvenivano nel resto del mondo.
Come cambierà la monarchia con Carlo III?
Il regno di Elisabetta è stato all’insegna dell’ordine, della durata, della continuità e della stabilità, tutti elementi vincenti per la forza della Corona. Con lei hanno prevalso sempre la linea della neutralità e delle «ricette collaudate» per «trovare un terreno comune e non perdere mai di vista il quadro più ampio». Quello di Carlo, invece, si prospetta un regno di passaggio e di riforma, una gestione innovativa che spianerà la strada al figlio William. Purtroppo sul nuovo Sovrano hanno gravato – e in parte, nell’opinione pubblica, gravano tutt’ora – le vicende private, che ce lo hanno reso poco simpatico e ce lo hanno fatto vedere sempre sotto una luce opaca. Ma va riconosciuto che Charles III ha studiato tutta una vita per prepararsi al compito che lo aspetta e che, da almeno un decennio, è andato avanti a svolgere senza il titolo. La scomparsa di Elisabetta II segna un cambio di passo e di senso della Corona britannica che deve ripensare se stessa, in linea con nuove sensibilità popolari. La monarchia di Elisabetta II era una monarchia ancora imperiale, legata nei cerimoniali e non solo allo sfarzo e alla solennità della grande potenza che l’Inghilterra fu almeno fino alla prima metà del Novecento. È noto che Carlo ha in mente un’operazione di modernizzazione e di snellimento della monarchia stessa, riducendo titoli e privilegi solo alle primissime linee dei Windsor, evitando ulteriori sprechi e rendendo l’istituzione finanziariamente autonoma (Buckingham Palace potrebbe diventare un museo o una sede di rappresentanza e di ricevimento, mentre le funzioni reali potrebbero essere limitate al castello di Windsor). L’interrogativo che si pone, a fronte di ciò, è se una monarchia così ridotta avrà ancora appeal e continuerà a godere del pieno consenso della maggioranza degli inglesi o perderà la sua allure. Lo vedremo.
Quale ruolo avranno William e Kate nel nuovo regno?
Già da ora William è un re molto atteso perché, a proposito di eredità, è figlio di Lady Diana e porta con sé quel messaggio di umanità, amore e inclusione che la madre ha trasmesso a lui e al fratello Harry. A lui toccherà il compito di disegnare la nuova monarchia del XXI secolo, traghettando la Corona in mezzo all’oceano della modernità e, al tempo stesso, onorando gli obblighi verso il suo Paese. Al suo fianco William continuerà ad avere l’appoggio fondamentale di Kate, che ha già mostrato in varie occasioni – penso, per esempio, alla scomparsa del principe Filippo, nel 2021 – quanto possa essere un formidabile ago della bilancia, un elemento di unione e pacificazione negli alti e bassi interni alla Royal Family. William e Kate, ora diventati duca e duchessa di Cornovaglia e di Cambridge, insieme ai loro tre figli, George, Charlotte e Louis, sono il volto moderno della monarchia britannica, all’insegna dell’affetto, della complicità e del calore familiare che il principe sognava, avendo patito molto, durante l’infanzia e l’adolescenza, per l’inferno coniugale del padre e della madre. Questo, insieme alla tragica scomparsa di Lady D, lo aveva unito ancora di più a Harry. Il fatto che i due fratelli che sembravano indivisibili si siano scissi – con le prime crepe tra loro formatesi ben prima dell’arrivo di Meghan Markle, come oggi convengono anche i royal experts più accreditati – purtroppo costituisce un punto di debolezza per William non solo sul fronte personale, ma anche sul versante pubblico: pensando al compito che lo attende, a “Wills” avrebbe beneficiato dell’apporto empatico e comunicativo, grazie all’innata spontaneità, del fratello minore.
Harry sarà perdonato?
Credo nessuno possa prevedere quello che accadrà rispetto a un eventuale ricongiungimento di Harry soprattutto nei confronti del padre e del fratello. Mi pare che, allo stato attuale, siano ancora lontane le possibilità di un riavvicinamento familiare. Non penso che gli ultimi interventi di Meghan sulla Royal Family – dal suo podcast Archetypes all’intervista uscita su The Cut –abbiano aiutato ad appianare tensioni e divergenze che sembrano ancora molto profonde per tutte le parti coinvolte. Anzi. Auspicherei si creassero le condizioni per cui William e Harry potessero un giorno andare oltre le differenze che si sono sempre di più accentuate e unissero di nuovo le loro forze, per il bene della Corona, ma anche per loro stessi. Intimamente – a mio avviso – per le esperienze emotivamente forti che li hanno accomunati, saranno sempre legati da un filo invisibile tutt’altro che sottile. Chissà che, un domani, non possano trovare punti comuni anche i loro figli. Vorrei aggiungere che, per quanto le dinamiche delineatesi tra i Windsor e Harry e Meghan siano spinose e divisive, il vero scandalo della Royal Family in tempi recenti è quello del principe Andrea, travolto dalla vicenda a luci rosse e a tinte fosche legata al miliardario Jeffrey Epstein. A livello legale è stato tutto concluso e superato con il maxi-pagamento del duca di York a colei che lo aveva accusato di averla molestata e abusata sessualmente quando era ancora minorenne. Ma, a prescindere da ciò, qualcosa del genere non era mai avvenuto tra i reali ed è andato a toccare l’immagine immacolata del trono stesso. I disaccordi tra William e Harry hanno un’altra natura e un altro sapore anche per noi: ci colpiscono perché si tratta proprio di quei due fratelli lì, i figli di Lady Diana. E perché dimostrano quello che aveva già detto la Regina Elisabetta: alla fine la Royal Family è una grande famiglia. E come in tutte le grandi e le “migliori” famiglie, non mancano litigi, gelosie e intemperanze. Esperienze molto umane che non sono per forza appannaggio del sangue blu.
Camilla sarà accettata come regina?
Camilla ha dovuto attendere parecchio prima di essere accettata dalla regina stessa e dai sudditi come legittima compagna di Carlo. La sua forza è stata la resistenza d’acciaio che ha sfoderato, tanto nell’attesa di stare con Carlo alla luce del sole – sicura del suo sentimento, ma altrettanto di quello di lui nei suoi confronti – quanto nella capacità di andare avanti a testa alta malgrado l’astio e il livore verso di lei, soprattutto dopo l’intervista scottante di Lady D alla BBC nel 1995 (“un matrimonio un po’ affollato” in cui erano “in tre”), in seguito alla scomparsa della principessa di Galles nel 1997 e poi nei primi anni di seconde nozze col principe. Rispetto alle polemiche e agli scandali reali che citavamo prima, tuttavia, Camilla è stata rivalutata per la sua sobria discrezione e per il suo costante impegno nel volontariato, promuovendo decine di associazioni, contro la violenza sul genere femminile e a sostegno della lettura e della cultura. Ancora in tempi recenti dai sondaggi emergeva una lieve crescita di popolarità di Camilla, che però resta uno dei membri meno apprezzati della famiglia reale. Meno della metà dei britannici ancora nel 2021 voleva che diventasse regina. Ma anche in questo caso ci ha pensato Elisabetta II a sistemare le cose per tempo e a mettere a tacere tutti: nel febbraio 2022, in occasione dei suoi 70 anni di regno, The Queen ha espresso “il sincero desiderio” che Camilla, in futuro, fosse riconosciuta “come regina consorte”. La Sovrana ha dato l’ennesimo bell’esempio: dopo anni di dissapori e palesi atti di scarsa considerazione verso Camilla, ha riabilitato la nuora agli occhi dei sudditi e dell’opinione pubblica, facendo anche in questo caso, fino all’ultimo, il suo dovere per il bene della Corona. Nelle ore successive alla “Notizia”, abbiamo visto la nuova Queen Consort accorrere commossa e scossa a Balmoral, dove si è spenta Elisabetta: dentro di lei Camilla sente dolore per la sofferenza del suo amato, ma anche per sé stessa, perché sa di avere perso una donna che era in grado di tenerle testa. Nel tempo loro due avevano imparato a conoscersi, a rispettarsi, ad apprezzarsi.