Giornalista, conduttrice televisiva, uno dei volti più amati della Rai, Barbara Politi non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
A lei Rai 1 ha affidato la notte della vigilia di Natale. Infatti, conduce in seconda serata, insieme a Domenico Gareri, il programma Giubileo 2025: da Giovanni Paolo II a Papa Leone XIV – Fari di Speranza con ospiti musicali del calibro di Stjepan Hauser, Simone Cristicchi, Amara, Mario Biondi, Gaetano Curreri, Serena Autieri, Piccolo Coro Kol Rinà, Le voci della venerabile cappella musicale liberiana, accompagnati dall’orchestra del Conservatorio di Musica Tchaikovsky diretta dal Maestro Filippo Arlia.
Barbara Politi ci ha raccontato in anteprima questo programma speciale per la vigilia, ma anche dei suoi lavori di successo, da Vestiti d’Italia e PizzaGirls. Ci ha svelato il segreto dei suoi look e il suo sogno sul Festival di Sanremo e come lo vivrà quest’anno.
La vigilia conduci il programma speciale, Giubileo 2025: da Giovanni Paolo II a Papa Leone XIV – Fari di Speranza: è il modo migliore per vivere il Natale. Ci racconti di questo programma?
Un’esperienza a dir poco straordinaria. Il programma è diventato, oltre che il ricordo del Santo Karol Wojtyła, uno strumento per parlare del Giubileo, ed è stato il primo programma a farlo già nel 2024 con un’edizione dedicata alla figura dei Pellegrini di Speranza. Lo scorso anno è stato incentrato sui Luoghi di Speranza, mentre quest’anno chiuderà il tema Giubileo, invogliando i fedeli a guardare oltre e a essere Fari di Speranza.
L’appuntamento televisivo andrà in onda dalla Basilica Papale Santa Maria Maggiore di Roma, luogo sacro dove venne celebrata la prima messa della vigilia di Natale in Occidente, e condurrà gli spettatori in un viaggio attraverso i “luoghi di passato, presente e futuro”, che riflettono il messaggio giubilare da Giovanni Paolo II, passando per Papa Francesco e arrivando a Papa Leone XIV. L’obiettivo è coniugare riflessione e intrattenimento, con uno sguardo approfondito sul tema della rinascita e della speranza. Ma anche quello di stimolare un dialogo sui grandi temi del nostro tempo, come transizioni, innovazione e futuro, attraverso un viaggio che tocca le corde più intime della spiritualità.
Al fianco di Domenico Gareri, ideatore e produttore del format, accoglieremo nella notte di Rai 1 tantissimi artisti musicali: Stjepan Hauser, Simone Cristicchi, Amara, Mario Biondi, Gaetano Curreri, Serena Autieri, Piccolo Coro Kol Rinà, le voci della venerabile cappella musicale liberiana, accompagnati dall’orchestra del Conservatorio di Musica Tchaikovsky diretta dal Maestro Filippo Arlia. Sarà una bellissima occasione di ritrovarci insieme nel nome della speranza per il futuro.

Tre Papi: Giovanni Paolo II, Francesco, Leone. Come hanno vissuto la speranza e che messaggi hanno dato in un mondo pieno di conflitti?
In modo certamente differente, perché differente è stato anche il momento storico che hanno vissuto e interpretato, ma al tempo stesso similare sotto certi punti di vista. Giovanni Paolo II ha sempre parlato del concetto di speranza come di una forza spirituale capace di resistere al male. Tutti ricordiamo il suo celebre «Non abbiate paura», un invito a credere che anche le strutture più oppressive possono cadere senza odio.
Papa Francesco, invece, ha vissuto la speranza camminando dentro le ferite del presente: le guerre diffuse, la povertà, le migrazioni, la crisi ambientale. Non é una soluzione sempre immediata, ma una scelta quotidiana di prossimità.
Leone XIV, infine, sembra non chiudere gli occhi mai davanti ai problemi: riconosce le ingiustizie, vede la sofferenza dei lavoratori, sa che i conflitti possono distruggere la società. La sua speranza, però, non è “andrà tutto bene”, ma “si può costruire qualcosa di più giusto”.
Invece tu come vivrai il Natale?
Categoricamente in famiglia. Il Natale è l’unico momento dell’anno in cui devo e voglio fermarmi. A differenza del Capodanno, che mi è capitato di vivere sui palchi delle grandi piazze italiane, come Piazza Plebiscito, le festività natalizie sono per me di raccoglimento. Spesso il nostro lavoro ci chiama a essere in prima linea anche durante le ricorrenze, che sia d’estate o d’inverno. Ma ci sono momenti in cui dobbiamo autogovernarci e ritagliarci intimità. Quindi, un Natale di famiglia, di amore e di vicinanza. Di calore. Sarò con il mio nipotino Ruben.
Tra le varie cose di cui ti sei occupata c’è Vestiti d’Italia, ce ne parli?
Si è trattato di un bellissimo progetto di Rai Cultura legato all’istituzione della prima giornata nazionale degli Abiti Storici da parte del Ministero del Turismo, che a partire da quest’anno cadrà nel giorno del 15 novembre, il giorno di San Martino. Raccontare gli abiti storici, insieme ad Angela Tuccia, ha significato per me fare un viaggio nella nostra identità più profonda, nelle radici più autentiche, nella memoria del nostro Paese. Ecco, oggi si ha una consapevolezza maggiore di quanto questo racconto sia uno strumento di promozione dei territori, soprattutto dei piccoli borghi, centri in cui queste tradizioni sartoriali ancora oggi vivono e vengono tramandate di generazione in generazione. Tra Roma, Firenze e Orvieto, abbiamo visitato i musei e incontrato i protagonisti di un mondo straordinario. La puntata è visibile su Rai Play. Invito tutti a guardarla.

Come diceva Elisabetta II, i look veicolano dei messaggi. Sei d’accordo? In quanto personaggio pubblico, come scegli i tuoi abiti?
Secondo l’ispirazione e l’umore del momento. Lo giuro. Seguo il flusso. Sono una gemelli – lo specifico sempre perché secondo me influisce sulla mia personalità – per cui la mia creatività mi porta a seguire il flusso emozionale dell’istante, con meno gli schemi predefiniti. Mi faccio ispirare dalla moda, ma mai vincolare da essa. E poi sono aperta ai suggerimenti di chi ha esperienza. I miei amici stylist mi aiutano ad essere sempre sul pezzo, questo sì. Ricordiamo poi, che è importante saperlo portare un abito, non solo acquistare. Lavoriamo quindi su portamento e personalità, e saremo sempre impeccabili!
PizzaGirls è un programma che celebra l’imprenditoria femminile: siamo alla seconda stagione. Ci racconti di questo progetto?
Anche qui, insieme alla mia compagna di viaggio Angela Tuccia. Il mondo delle pizzaiole donne non é stato mai molto raccontato, se non in questo progetto ideato da Carlo Fumo, che ha proprio l’obiettivo di dare spazio alle voci femminili della pizza, un settore spesso monopolizzato dai maestri uomini. Mi sono divertita tantissimo.
Chi mi conosce lo sa: la gastronomia è un settore che mastico tanto, che ogni settimana racconto e sviscero sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno, con il mio Tour del Gusto. La pizza, in particolare, è un cibo che conosco molto bene, grazie all’amicizia che mi lega al maestro della pizza Napoletana, Gino Sorbillo, e alle diverse premiazioni in cui ogni anno, con i Pizza Awards a Roma, mi vedono consegnare personalmente i riconoscimenti ai big italiani. In Pizza Girl accompagno dei vip – Martina Stella, Guillermo Mariotto, Paolo Belli, Beppe Convertini, Ludovica Nasti, Costanza Caracciolo, gli Arteteca – nella preparazione della pizza fatta in casa. Anche in questo caso, trovate le puntate su Rai Play. Sono divertentissime!
La più buona pizza che tu abbia mai mangiato?
Sono di parte. Posso dire la pizza preparata nella storica pizzeria di via dei Tribunali di Gino Sorbillo. Perché la pizza nasce un po’ lì. Ma anche Diego Vitagliano, Franco Pepe e poi una donna, Roberta Esposito. Il pugliese pluri premiato Andrea Godi. Abbiamo la fortuna di avere un target altissimo.
Tra i tuoi sogni c’è condurre Sanremo: che cosa ti affascina del Festival? Che cosa dovremo aspettarci, secondo te, da questa edizione?
Sì è il sogno della Barbara bambina, e poi chi è che non lo sogna, fra coloro i quali fanno questo lavoro? Uomini e donne. Anche quest’anno le sorprese ci saranno, secondo me, perché Sanremo ci riserva sempre delle belle sorprese. Ci sono tante voci giovani della musica italiana, che sicuramente ci regaleranno una ventata di freschezza. Quanto a me, che lo vivo in cabina di regia, in sala stampa e come opinionista di Casa Sanremo, sogno un giorno di poterlo vivere in altre dimensioni e con altri ruoli di racconto. Mai dire mai. Chissà.
A quali progetti stai lavorando per il 2026?
Sono scaramantica! È stato un 2025 ricchissimo. L’obiettivo sarà bissarlo nel 2026! Non so ancora. Ma certamente non mancheranno i grandi eventi che ormai conduco da tanti anni, e magari le opportunità televisive. Restare connessi! E semmai dovessi essere più libera da tutto, scriverò un libro, che è ciò che mi sono ripromessa di fare a un certo punto della mia vita.