La vicenda che ha visto coinvolta Dayane Mello alla Fazenda, il reality brasiliano equivalente della nostra Fattoria, è raccapricciante. Un termine forte, sicuramente, ma inevitabile considerato lo “spettacolo” al quale abbiamo dovuto assistere: una donna dallo stato psicofisico visibilmente alterato che veniva molestata da un altro concorrente Nego Do Borel in seguito a una festa in cui di alcol ne è scorso fin troppo.
Per comprendere appieno questa storia, però, bisogna fare qualche passo indietro. Solo così emergono particolari che – se possibile – rendono il tutto ancora più assurdo e inquietante. Perché a far sorgere qualche dubbio non è solo l’atteggiamento della produzione del reality brasiliano, ma anche quello dello staff della stessa Dayane.
Ripercorriamo quindi gli ultimi step del percorso della Mello, dal punto in cui lo avevamo lasciato e cioè come finalista e per alcuni vincitrice morale del GF Vip. È Gabriele Parpiglia a riassumere alcuni passaggi: dopo il reality condotto da Alfonso Signorini, Dayane Mello riceve diverse proposte lavorative, ma progressivamente si allontana dalla sua agente e si avvicina a una delle sue fan più accanite, che dal Brasile aveva smosso parecchi voti per portarla al trionfo nella Casa. Sempre secondo quanto riportato da Parpiglia, Dayane decide di rifutare le collaborazioni in Italia e di partire per A Fazenda senza dire nulla alla sua famiglia in Italia, proclamando come suo staff la fan e il fratello Juliano.
Arriviamo dunque alla sua partecipazione al reality brasiliano. Già una settimana prima del polverone, Nego Do Borel aveva molestato Dayane, sempre durante una festa organizzata dalla produzione. In quell’occasione il cantante ha tentato ripetutamente di toccarla sotto le coperte: gli espliciti rifiuti di lei non hanno avuto alcun effetto. A quel punto, le telecamere hanno smesso di inquadrare la scena, probabilmente per evitare di dare maggior risalto all’episodio.
A questo punto, però, ci si sarebbe aspettati una reazione da parte dello staff di Dayane, specie dal fratello. Invece nulla, anzi: sul profilo della modella continuano a comparire i soliti post che incitano a votarla per farla andare avanti.
Nei giorni scorsi la storia si ripete: festa organizzata dalla produzione, alcol a fiumi, Dayane ubriaca al punto da non reggersi in piedi e sbattere contro le porte, Nego Do Borel che allunga le mani, incurante dell’incapacità di intendere e di volere della donna. Anche in questo caso il silenzio di chi dovrebbe proteggere Dayane è assordante. Almeno fino a quando non esplode il caso, la vicenda diventa virale e l’indignazione monta al punto da non poter più essere ignorata.
Solo allora la produzione del programma interviene annunciando indagini e provvedimenti e solo allora sul profilo Instagram di Dayane cominciano a spuntare post di protesta per come è stata gestita la situazione. Il paradosso, è l’ultimo post pubblicato dal suo staff, pieno di recriminazioni giustissime, anzi sacrosante, ma che avrebbero dovuto arrivare molto prima.
“Nonostante l’espulsione del concorrente che ha messo a rischio l’integrità fisica di Dayane, il programma ha scelto di imputarla come colpevole degli abusi subiti […] è stata mostrata una narrazione distorta dei fatti in cui si è posta la vittima di un abuso come qualcuno che abbia cercato di mettersi in quella situazione, oltre a romanzare tutto ciò che è accaduto per vendere una storia costruita per il pubblico. Il programma ignora persino la relazione di Dayane con un altro partecipante, con il quale si è scambiata diversi baci senza che venissero mostrati […] Hanno nascosto al pubblico tutte le volte che Dayane ha detto di smetterla, che non poteva e non voleva. Non hanno neanche mostrato i discorsi disgustosi dell’uomo in cui affermava di aver bisogno di concentrazione affinché il suo pene diventasse rigido per praticare l’atto. Hanno esposto Dayane ad una conversazione con uno psicologo maschio, che sembrava più un interrogatorio di fatti di cui non era a conoscenza finalizzato ad indurre molte delle sue risposte. Le è stato negato il diritto, come vittima, di parlare con le autorità e con gli avvocati di ciò che è accaduto, minacciando che sarebbe andata incontro all’espulsione, andando contro ogni protocollo e clausola contrattuale.”, si legge. Peccato che tutta questa indignazione arriva tardivamente.
La sensazione è che ora si sia solo cambiata strategia e si stia cavalcando l’onda. Il risultato è che Dayane Mello è ancora lì, dentro una stalla televisiva, con tutte le telecamere puntate addosso, come in una vetrina. Invece di portarla via da lì, di mettere fine al circo, la si lascia in balia dei mostri che hanno fatto sì che tutto questo accadesse. Perché in fondo fa comodo, perché le vittime in tv funzionano. Ma Dayane è una persona. E qualcuno dovrà rendere conto di tutto il male che le si sta continuando a fare.