Il 20 luglio del 1973, a Hong Kong, moriva Bruce Lee. L’attore, l’uomo e la leggenda. Fondatore del Jeet Kune DO, nonché più grande e influente artista marziale di sempre, è entrato nella storia del cinema e in quella del mondo intero, nonostante una vita durata solo 33 anni che però, ancora oggi, vive nella memoria collettiva. “Se il mio cuore mi dice che ho ragione, andrò avanti anche contro migliaia e decine di migliaia di avversari”, diceva Bruce Lee e lo ha fatto, come dimostra la sua storia.
Nato il 27 novembre del 1940 a San Francisco, Bruce è figlio d’arte, anche se il suo destino in quel mondo già frequentato da suo padre, Hoi Chuen, attore e cantante d’opera di Hong Kong, non si è palesato subito.
Il piccolo Lee nasce proprio durante una tournèe in America di suo padre. I genitori, desiderosi di tornare a vivere in Cina, chiamano il quartogenito Lee Jun Fan, che in cinese vuol dire “colui che torna“. La famiglia Lee, infatti, torna a Hong Kong dove Bruce vivrà la sua tormentata adolescenza.
È il quarto dei cinque figli, ma è anche quello più impegnativo. I genitori lo chiamano affettuosamente “mo si tung“, quello che non sta mai fermo. Perché fermo, davvero, non ci stava mai. Ma se c’era qualcosa in grado di placare i suoi animi ribelli, quella era la lettura.
Sì, Bruce Lee era un divoratore di libri. Era un bambino curioso che voleva conoscere ed esplorare il mondo a modo suo. Ma era anche irascibile e agitato, caratteristiche che lo portano a essere il protagonista di numerose risse. Negli anni de La Salle College, la scuola che frequenta a Hong Kong, si trova al centro di diverse discussioni con i suoi coetanei, alcune delle quali non finiscono bene.
Sono gli stessi anni in cui Bruce si appassiona alle arti marziali, al pensiero taoista e alla filosofia buddista, diventando allievo del famoso maestro Yp Ma. Gli scontri con la piccola criminalità della città lo portano a iscriversi alla scuola di Wing Chun, con l’obiettivo di imparare a difendersi, che abbandonerà dopo 5 anni per proseguire da solo gli studi sulla disciplina.
La mente intelligente è una mente curiosa: non è soddisfatta delle spiegazioni né dalle conclusioni, e non si abbandona alla fede, perché anche la fede è una forma di conclusione.
Ma l’ennesima rissa furiosa in cui Bruce Lee ferisce duramente il suo avversario, lo mette nei guai. Il ragazzo viene denunciato, così i genitori lo invitano ad andare via dalla città per qualche tempo. Si trasferisce negli Stati Uniti, ma ancora una volta Bruce è al centro di risse e scontri. Questa volta, però, è lui a essere preso di mira, ritrovandosi a difendersi dal razzismo e dalle accuse di essere diverso per il colore della sua pelle.
Dal momento che la vita è un processo in continua evoluzione, si deve fluire in questo processo e scoprire come realizzarsi ed espandersi.
Negli States, Bruce lavora come cameriere e continua a studiare fino a conseguire una laurea in filosofia alla Washington University. Nel tempo libero si dedica totalmente al Kung Fu che a quei tempi non era conosciuta in America e nelle altre parti del mondo. E il giovane fa di questa diffusione una vera e propria missione di vita che lo spingerà a istituire anche delle scuole che poi, però, chiuderà.
Gli anni tra il 1964 e il 1965 cambiano per sempre la vita di Bruce Lee. Prima l’incontro con Linda Emery, moglie e madre dei suoi figli, tra cui anche Brandon che morirà in maniera misteriosa durante le riprese della pellicola Il Corvo portando tutti a pensare che sulla famiglia Lee pende una maledizione, poi il successo mondiale. Nel 1964, infatti, l’uomo si fa notare alle Internazionali di Karate di Long Beach, attirando l’attenzione di registi e produttori.
Bruce si trasferisce a Los Angeles e inizia così la sua carriera cinematografica che lo consacra a icona mondiale delle arti marziali. Dalla Cina con furore a L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente, passando per i 3 dell’operazione Drago. Tutti conoscono Bruce, lo amano e lo venerano. Recita in più di 25 film prodotti tra Hong Kong e Hollywood e in diverse serie televisive, e nonostante gli impegni continua a insegnare arti marziali.
Bruce Lee diventa all’unanimità il più grande insegnante di questa disciplina nel mondo. È merito suo, e delle pellicole che segnano la storia del cinema, se anche l’occidente si interessa alle arti marziali.
Ma proprio all’apice di quel successo e di quella fama mondiale, Bruce Lee muore, improvvisamente, lasciando il mondo senza parole. Aveva solo 33 anni e una vita intera da vivere. Anche la sua morte fa parlare di lui, tanto. C’è chi non crede alle motivazioni ufficiali.
Nascono i complotti e le teorie sulla maledizione. Alcuni accusano i maestri tradizionalisti contrari alla diffusione delle arte marziali in occidente, altri danno la colpa alla mafia cinese. La versione ufficiale, che arriva a seguito di un’autopsia, parla di una probabile reazione allergica dovuta al farmaco Equagesic che gli viene somministrato da Betty Ting Pei, sua amante, per curare l’emicrania. Questa spiegazione, però, non convince. La stessa donna verrà accusata dai fan di aver assassinato Bruce, costringendola a non partecipare al suo funerale.
Indipendentemente dalla verità e dalle credenze che ancora oggi circolano sulla sua scomparsa, la folla si è riunita per adorare, venerare e celebrare quello che ormai era diventato un mito il giorno della sua morte. Perché lui, quell’uomo forte e coraggioso, ma profondamente sensibile e timido, era riuscito a entrare nel cuore di migliaia di persone nel mondo.
Nel 1993 gli è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles, mentre nel novembre del 2005, per celebrare il suo anniversario di nascita, è stata eretta una statua commemorativa sull’Avenue of the Stars a Kowloon a Hong Kong.
Così, Bruce Lee, è diventato una leggenda, che è oggi e per sempre sarà, non solo a Hollywood ma nel mondo intero. La Star of the Century, come l’hanno definito i suoi colleghi. Bruce Lee oggi riposa al Lake View Cemetery, nel lotto 276 insieme a suo figlio Brandon Lee.
Noi non diveniamo, noi siamo. Non sforzatevi di divenire. Siate.