Ulisse e Penelope: una storia d’amore epica

Narrata nell'Odissea, ci racconta di un amore che riesce a superare vent'anni di lontananza e mille peripezie

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Lui un condottiero audace, intelligente e scaltro. Lei una donna paziente, ingegnosa e in attesa del suo ritorno. Stiamo parlando di due personaggi della mitologia greca, ovvero Ulisse e Penelope protagonisti di una storia d’amore epica. E non solo perché il loro legame è stato cantato in un poema intenso, ricco di eventi, colpi si scena e avventura come l’Odissea, ma anche perché il loro sentimento è riuscito a superare il tempo, le difficoltà, i rischi e gli intrighi.

Non è un caso che pensare a loro fa battere il cuore, perché fanno riecheggiare la promessa di un amore capace di affrontare tutto. Soprattutto Penelope, che fa ogni cosa in suo potere per ritardare il momento in cui dovrà prendere in sposo un altro uomo. Lo fa perché Ulisse è lontano ma forse, lei, nel suo cuore pensa e spera che tornerà.

Il suo sposo è partito alla volta della guerra di Troia, insieme ad altri. Un conflitto lungo e logorante, che poi è stato vinto dai greci proprio grazie all’ intelligenza di Ulisse. Eppure, nemmeno la fine della guerra lo fa tornare a casa, infatti inizia per lui un lungo peregrinare nel mare prima di poter tornare alla sua Itaca.

Insomma, il personaggio di Ulisse, il sentimento che lo legava a Penelope e le tante avventure che vivono sono – senza dubbio – gli ingredienti giusti per dare forma a una storia capace di superare il tempo e di essere, ancora oggi, tra quelle in grado di emozionarci e, perché no, di farci riflettere.

Venti anni lontani, la storia di Ulisse e Penelope

Come ogni storia, come ogni invenzione, anche quella di Ulisse e Penelope ha qualcosa da insegnarci: il tempo che passa e non scalfisce, l’importanza dell’attesa, il valore dell’ingegno.

Vent’anni, tanti ne sono trascorsi tra la partenza di Ulisse e il suo ritorno a casa. Vent’anni in cui Penelope, paziente, lo ha atteso.

Perché il re di Itaca era tra gli achei che erano partiti alla volta di Troia. Lì una lunga guerra li ha tenuti impegnati per ben dieci anni, sino a quando la parola fine è stata scritta grazie all’astuzia del condottiero, capace di escogitare un metodo per porre fine agli scontri sfiancanti e introdursi nelle mura della città.

Le sue gesta, e quelle degli altri protagonisti della guerra di Troia vengono narrate nell’Illiade, uno dei poemi epici attribuiti a Omero. Autore anche dell’Odissea, dove il protagonista assoluto è proprio Ulisse che, vincitore, della guerra decide di fare ritorno a Itaca, ma l’ira del dio Poseidone lo metterà a lunga prova durante il percorso.

Così impiegherà altri dieci anni a tornare nella sua isola, durante i quali guarderà più volte in faccia la morte, ma non solo. Dodici le tappe, durante le quali dovrà dare prova della sua intelligenza e dell’intuito che, in più di un’occasione, gli salveranno la vita. Da Polifemo a Circe, dalle sirene a Scilla e Cariddi, il ritorno a casa per mare sarà lungo e tortuoso.

Penelope, l’emblema dell’attesa

Penelope è l’emblema dell’attesa, ma non solo. Perché, proprio come Ulisse, anche lei è dotata di un’intelligenza e di un acume che le permettono di farla franca. Fedele al marito, pronta ad aspettarlo, farà di tutto per non dover essere data in sposa a qualcun altro.

Madre di Telemaco, resta sola quando lui è ancora piccolo. E da quel momento dovrà tenere a bada i Proci, pretendenti che la vogliono in sposa. Nel corso del poema omerico la vediamo più volte usare la sua intelligenza per ottenere ciò che desidera: non sposare nessun altro.

Penelope alla tela ne "il ritorno di Ulisse" di Pinturicchio
Fonte: Getty Images - foto di Print Collector
“Il ritorno di Ulisse”, dipinto di Pinturicchio

Lo fa in tanti modi diversi. Ad esempio, promettendo che si sarebbe sposata una volta terminato il sudario di Laerte, padre del marito. Ma la verità è che la sua tela è destinata a non finire: ogni notte, infatti, si occupa di disfare il lavoro compiuto.

Lo fa quando afferma che sposerà chi riuscirà a far passare una freccia dell’arco del marito attraverso le fessure di dodici scuri allineate. A quel punto Ulisse ha già fatto ritorno sotto mentite spoglie ed è l’unico a riuscire nell’impresa. E lo fa nuovamente quando, non convinta della vera identità del marito, lo mette alla prova chiedendogli un dettaglio del loro talamo nuziale.

Aspetta Penelope. Lo fa per 20 anni, senza alcuna sicurezza che la sua attesa sarà ripagata dal ritorno dell’amato marito. E tutela sé stessa e i possedimenti del suo re, cercando di non sposarsi con nessuno.

Intelligenza, fedeltà e pazienza sono doti della regina, così come la scaltrezza, l’ingegno e il coraggio lo sono di Ulisse. E la lezione d’amore di questo grande classico può arrivare fino a noi. Certamente la si deve osservare come si fa con uno spunto di riflessione capace di farci soffermare sull’importanza di saper aspettare l’altro.

Ulisse e Penelope, un amore epico

L’amore tra Ulisse e Penelope ha dovuto superare intrighi, peripezie, inganni e la collera degli dèi. Ma ha resistito al tempo e alla lontananza. E, forse, anche ai tradimenti. Per lo meno quelli del re, si dice infatti che Ulisse abbia avuto un figlio dalla maga Circe, un giovane di nome Telegomo, anch’esso personaggio della mitologia greca di cui si narra nella Telegonia, antico poema andato perduto.

Penelope e Ulisse sono molto simili, animati dalla stessa intelligenza, dalla medesima capacità di sondare gli eventi e di ribaltarli a proprio favore. Lo dimostrano in più di un’occasione, come in più di un’ccasione fanno capire che, alla fine, qualunque cosa sia accaduta è insieme che vogliono ritornare.

Lo mostra alla perfezione Omero quando racconta il momento in cui la donna scopre che, dietro le sembianze di un vecchio, si cela il tanto amato Ulisse. Non convinta, infatti, lo mette alla prova chiedendo di spostare il talamo nuziale. E lui le spiega che è impossibile, dal momento che lo ha realizzato lui stesso intagliando un ulivo radicato nel terreno.

Ecco la prova che Penelope attendeva. A questo punto l’emozione ha la meglio e lei scoppia in lacrime e abbraccia il suo sposo, che dopo vent’anni ha finalmente fatto ritorno a casa.

La storia di Ulisse e Penelope ha dato vita a tante citazioni in altre opere, comprese trasposizioni televisive e cinematografiche. Da quella che li ha visti interpretati sul grande schermo rispettivamente da Kirk Douglas e Silvana Mangano nella pellicola datata 1955, fino allo sceneggiato televisivo del 1968 che ha messo in scena la perfetta trasposizione del poema omerico.

Una cosa è certa, il loro amore, così come la loro intelligenza, l’astuzia che muove le loro decisione e le loro gesta, sono appassionanti ed epici.