Sono 121 le statue di Milano, e non si tratta di semplici sculture decorative, quanto più celebrazioni di personaggi che hanno agito, lavorato e operato per il bene del nostro Paese. E sono tutti uomini, o almeno lo erano fino a questo momento. Perché nell’elegante Piazza Belgioioso, una nuova statua è stata inaugurata ed è la prima dedicata a una donna. Non a una qualsiasi, intendiamoci, ma a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, l’eroina del Risorgimento e donna libera.
Testa alta e sguardo che scruta da lontano: il coraggio, la vitalità e la forza che hanno contraddistinta Cristina Trivulzio durante la sua esistenza sembrano rivivere in questa statua, la prima dedicata a una donna a Milano. E la città non poteva che iniziare questo cambiamento proprio da lei, proprio con lei, considerata l'eroina del Risorgimento, nonché una rivoluzionaria e una patriota.
Così Cristina Trivulzio di Belgiojoso è tornata a Milano dove è nata: è suo l'onore e l'onere di essere la prima statua femminile in città. La sua presenza in Piazza Belgioioso non è solo una celebrazione commemorativa, ma è il simbolo di un grande cambiamento che finalmente è stato messo in atto. È il riconoscimento del suo valore e di quello di tutte le donne che in un modo o nell'altro hanno contribuito a rendere grande l'Italia.
La statua, realizzata dallo scultore Giuseppe Bergomi in occasione dei 150 anni dalla morte di Cristina Trivulzio, ha aperto rappresenta solo l'inizio. Nel 2022, infatti, sarà inaugurata una scultura dedicata all'astrofisica Margherita Hack.
Ma chi era Cristina Trivulzio di Belgiojoso? Una nobildonna, una patriota, una giornalista e una scrittrice italiana nonché donna libera e indipendente. Fu famosissima, in vita, non solo in Italia ma anche in Francia e Svizzera, paesi che la ospitarono quando fu costretta a lasciare Milano, per la sua partecipazione attiva. È stato fondamentale il suo contributo alla causa dell'Unità d'Italia, eppure gli storici e le persone non sono stati molto generosi con lei e con la sua storia, non fino a questo momento.
Nata a Milano il 28 giugno 1808, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, approfittò della sua classe agiata per aiutare attivamente le persone più sfortunate di lei. Credeva fortemente che l'istruzione dovesse appartenere a tutti, così decise di aprire una scuola per i bambini dei contadini per offrire loro un luogo dove imparare, studiare e sentirsi al sicuro.
Ma questa suo coraggio fu molto criticato e malvisto dai benpensanti dell'epoca: i figli dei contadini erano destinati a lavorare nei campi di famiglia, per l'istruzione non c'era posto. Avverso alle attività di Cristina era anche Alessandro Manzoni che impedì alla donna di avvicinarsi a Giulia Beccaria, sua madre, quando era gravemente malata, per paura che tutti i pettegolezzi e le dicerie sul suo conto potessero influenzare il nome della famiglia.
Sì perché le azioni di una donna rivoluzionaria, a quei tempi, dovevano essere assai pericolose per i benpensanti. Inoltre, dobbiamo considerare il fatto che anche la vita di Cristina era per gli altri scandalosa. Da giovanissima, appena sedicenne, sposò il principe Emilio Barbiano Belgiojoso con una sontuosa cerimonia nella Chiesa di San Fedele a Milano.
Ma quel matrimonio si rivela ben presto infelice a causa del comportamento troppo libertino di suo marito. I due si lasciano e Cristina sceglie di trascorrere la sua vita da single, attirando così le maldicenze degli altri. Ma quello che lei aveva sposato davvero, era una causa ancora più nobile, quella di aiutare gli altri.
Verso la fine degli anni Venti, Cristina cominciò a frequentare i patrioti e a lavorare insieme a loro. Questa sua attività l'ha costretta ha lasciare Milano e a trasferirsi prima in Svizzera e poi in Francia. Negli anni dell'Indipendenza è stata editrice di giornali rivoluzionari e scrittrice di opere incentrate sulla guerra.
Con l'Unità d'Italia, Cristina, ormai tornata a Milano, continua la sua vita in maniera tranquilla e poco esposta fino a che non si spegne all'età di 63 anni. Al suo funerale nessun personaggio di spicco partecipa, i pettegolezzi e le critiche sulla donna erano ancora troppo vividi.
Ma di quelli, quando era in vita, lei non si preoccupò mai. Ha vissuto esattamente come voleva vivere, seguendo esclusivamente i suoi pensieri e i suoi ideali e non lasciandosi mai condizionare dal suo ceto sociale o dai giudizi della gente. Ed è così che vogliamo ricordare Cristina Trivulzio di Belgiojoso, che avuto il coraggio di essere libera.