Esistono donne che hanno scritto la storia donando un’eredità inestimabile alle generazioni successive. Caparbie, determinate, appassionate e con un occhio sempre puntato al futuro nonostante siano vissute in epoche storiche nelle quali la figura femminile aveva un ruolo marginale. Tutte loro, dalle personalità più celebri a quelle che sono rimaste nell’ombra, ci hanno donato un lascito importantissimo: testimonianze, esempi valorosi, primati che sembravano impensabili e anche patrimoni artistici e culturali di notevole importanza,
Tra loro troviamo Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente dell’omonima casata fiorentina. Una donna che ha cambiato le sorti della città di Firenze e del favoloso patrimonio artistico e culturale che è giunto, in tutto il suo splendore, fino ai giorni nostri. Sì, perché se oggi noi possiamo ammirare numerose opere d’arte, visitare la magnifica Galleria degli Uffizi e respirare la bellezza del passato in vari luoghi della città, è soprattutto grazie a lei.
Con la sua determinazione, lo smisurato amore per l’arte e le sue scelte dal carattere moderno e lungimirante, risalenti ai primi decenni del ‘700, ha cambiato il corso della storia con un celebre Patto che ha permesso di salvare l’arte e donare all’umanità un’eredità dal valore immenso.
Indice
La famiglia de’ Medici e le arti
Se pensiamo alla famiglia de’ Medici vengono subito alla mente Firenze, la Galleria degli Uffizi e Lorenzo de’ Medici (il Magnifico), uno degli uomini più importanti del Rinascimento e celebre per il suo impegno in ambito artistico e culturale. Importantissimo promotore delle arti figurative e letterarie a Firenze e nel resto della penisola, Lorenzo il Magnifico ha istituito la prima accademia d’arte al mondo e, tra i vari meriti, ha contribuito alla diffusione e allo sviluppo delle arti inviando i migliori artisti fiorentini dell’epoca nelle varie corti italiane.
Ma c’è un’altra rilevante personalità all’interno della casata medicea, meno nota ma non per questo meno importante, che ha scritto la storia di Firenze. Stiamo parlando di Anna Maria Luisa de’ Medici, appassionata di arti come il suo famoso celebre predecessore. Chiamata anche Elettrice Palatina, il suo lascito alla città e all’Italia intera ha un valore inestimabile e la sua storia merita assolutamente di essere raccontata.
La vita di Anna Maria Luisa de’ Medici
Nata nel 1667 dal Granduca Cosimo III di Toscana e dalla Principessa Marguerite-Louise d’Orléans, Anna Maria Luisa de’ Medici è stata l’ultima discendente legittima di questa illustre e potente casata fiorentina, al centro della storia d’Italia e d’Europa tra il XV secolo e il XVIII secolo.
Con il padre, fin da piccola instaura un legame estremamente profondo, probabilmente dovuto anche al fatto che la madre lascia la Toscana per la Francia, senza mai più tornare, quando Anna ha soltanto 8 anni.
Si sposa con Giovanni Carlo Guglielmo I, Principe Elettore del Palatinato, nel 1691. Nello stesso anno le viene conferito il titolo di Elettrice Palatina, altro appellativo con il quale è comunemente nota. Quello che la unisce al marito è un affetto vero e sincero, in un matrimonio nel quale condividono la forte passione per le arti, la musica e il teatro. Questo amore per l’arte la vede impegnata, per tutta la sua vita, nel collezionare numerose opere d’arte, commissionando un gran numero di lavori agli artisti dell’epoca.
Torna a Firenze, nel 1716, dopo la morte del marito, e qui vi resta fino alla sua morte, avvenuta nel 1743, determinando la fine del ramo granducale della famiglia Medici. Viene sepolta nella chiesa di San Lorenzo, quella che lei sessa ha contribuito a costruire e concludere destinandovi un importante finanziamento.
L’ultima discendente della casata: l’eredità
Negli anni successivi al suo rientro a Firenze, il Granducato, passato sotto la guida del fratello Gian Gastone è in difficoltà: non ci sono eredi e iniziano a farsi avanti diverse personalità per cercare di ottenere la corona.
In virtù dell’affetto smisurato che prova per lei, il padre, Cosimo III, vuole trasferire i diritti di successione alla linea femminile, dichiarandola erede legittima del fratello Gian Gastone, ormai cosciente del fatto che la linea maschile della famiglia Medici non sarebbe proseguita. Purtroppo questo e altri tentativi di vederla alla guida del Granducato falliscono perché l’imperatore Carlo VI lo nega. Nonostante la guerra per il potere politico non venga mai vinta, Maria Luisa riuscirà a vincerne alcune importanti battaglie.
Infatti, alla morte del fratello, nel 1737, la guida del Granducato passa al Duca di Lorena, ma l’Elettrice Palatina, l’ultima discendente della casata medicea, ottiene numerosi lasciti patrimoniali, tra i quali anche i possedimenti, le gallerie d’arte che lei stessa ha contribuito ad arricchire e le proprietà del Ducato di Urbino.
L’elettrice Palatina ha salvato l’arte
Caparbia, generosa, determinata e con una mentalità estremamente aperta per quel periodo storico. Anna Maria de’ Medici è stata una donna che, nonostante le difficoltà di un mondo in cui la figura femminile era fortemente limitata nelle scelte, ha dimostrato con grinta di saper guardare al di là della vita presente per proiettarsi con intelligenza verso il futuro.
L’elettrice Palatina ci ha donato l’arte, il suo lascito più importante, rimanendo per sempre nella storia. È stata proprio lei a stilare e firmare, il 31 ottobre 1737, il celebre “Patto di famiglia“, un atto giuridico di tutela dal valore unico, con il quale ha vincolato al Granducato di Toscana (e quindi allo Stato) tutto il patrimonio di beni appartenenti alla collezione medicea.
Secondo questa convenzione, stipulata con il nuovo Granduca Francesco Stefano di Lorena, i nuovi successori non potevano appropriarsi, spostare o “levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri“.
Anna Maria de’ Medici ci ha regalato un patrimonio artistico, culturale e umano dal valore incommensurabile. Lo sanno bene i cittadini di Firenze, che tradizionalmente celebrano l’anniversario della sua morte, il 18 febbraio. Nel capoluogo toscano, ogni anno, un corteo attraversa le vie cittadine del centro storico, per depositare omaggi floreali sulla sua tomba, presso le Cappelle Medicee. Un gesto di riconoscimento, in onore alla grandiosa vita e alle scelte moderne e lungimiranti di una donna che è riuscita a salvare l’arte e a donarla a chiunque per ammirarla e studiarla, in passato, ora e per sempre.