Portulaca, come coltivare e dove tenere il fiore di seta

La portulaca è una pianta officinale molto utilizzata anche in cucina: scopriamo quali sono le sue proprietà e come coltivarla, in giardino o in vaso

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Conosciuta anche per i suoi graziosi fiori gialli, chiamati “fiori di seta”, la portulaca è una pianta officinale erbacea che trova largo uso in cucina. In Italia è molto diffusa e cresce spontaneamente nei terreni, soprattutto dove il clima è più caldo e soleggiato: non teme infatti l’aridità, bensì le temperature fredde. Inoltre è davvero facile da coltivare, sia in giardino che in vaso. Scopriamo qualcosa in più su questa pianta.

Portulaca, caratteristiche della pianta

Esistono diverse varietà di portulaca, quasi tutte usate per soli scopi ornamentali: l’unica che può essere veramente considerata commestibile è la Portulaca oleracea, chiamata anche porcacchia o erba fratesca. Si tratta di una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Portulacee, probabilmente di origine asiatica. Era già conosciuta nell’antico Egitto, dove veniva impiegata per scopi medicinali, per poi essersi diffusa rapidamente nei Paesi Arabi e in tutto il bacino del Mediterraneo, inclusa l’Italia. Oggi è molto comune trovarla in orti e campi, dove spesso viene considerata una pianta infestante, ma anche nei terreni non lavorati, come lungo i bordi delle strade.

All’aspetto, la portulaca si presenta come una pianta erbacea dotata di foglie e fusti carnosi: è infatti una succulenta, ovvero una specie i cui tessuti possono immagazzinare grandi quantità di acqua. Questo incide molto, come vedremo, sulla sua coltivazione. In estate, la portulaca produce piccoli fiori gialli che si aprono durante la giornata, quando c’è il sole, per poi richiudersi di notte. La caratteristica principale di questa pianta è che, sin dall’antichità, viene ampiamente usata in cucina per arricchire insalate e per preparare numerose ricette.

Usi e proprietà della portulaca

In ambito culinario, la portulaca è tornata ad essere utilizzata dopo un lungo periodo in cui era finita nel dimenticatoio: la ritroviamo in molte ricette tipiche regionali, come ad esempio la panzanella toscana o le frittelle di purciddana (che in dialetto siciliano indica proprio la portulaca). I germogli e le foglie crude della pianta hanno un sapore leggermente acidulo, che ricorda quello della rucola. Questa pianta erbacea viene consumata soprattutto per via delle sue importanti proprietà nutrizionali, dal momento che contiene ottime quantità di acidi grassi omega-3 e di vitamine A e C.

La portulaca è poi considerata da secoli un’erba medicinale, consigliata per le sue proprietà dissetanti, depurative e diuretiche, in grado dunque di eliminare le tossine dall’organismo e di combattere la ritenzione idrica. Inoltre è una fonte vegetale di acidi grassi polinsaturi, utili per prevenire le malattie cardiovascolari. In passato veniva utilizzata per curare disturbi gastrointestinali come la diarrea e il vomito, ma anche per contrastare le emorroidi e le emorragie post partum. Per uso esterno, invece, l’impacco di portulaca si rivela ottimo contro l’eczema e le punture d’insetto.

Come piantare la portulaca

Viste le sue interessanti proprietà, la portulaca viene spesso coltivata in giardino o in vaso, sfruttando anche un piccolo angolino all’aperto come un balcone (oppure semplicemente in casa). Come fare? Potete partire dai semi, che si trovano facilmente in commercio, piantandoli in un terriccio per piante grasse mescolato a quello universale. L’ideale sarebbe dapprima utilizzare una delle tecniche di germinazione veloce e poi trapiantare il germoglio nella terra. In alternativa, potete acquistare delle piantine già cresciute e dedicarvi unicamente alla loro messa a dimora e alla loro coltivazione.

La pianta della portulaca non soffre particolarmente il caldo, quindi può tranquillamente essere piantata all’aperto in una posizione ben soleggiata. In inverno, tuttavia, non resiste bene alle basse temperature: attorno ai 10°C inizia già ad andare in sofferenza, e quando si scende sotto lo zero raramente sopravvive. Per questo motivo, se decidete di coltivarla in vaso, potete iniziare a spostarla in casa (o in un luogo ben riparato) quando l’autunno comincia a farsi più freddo. L’importante è posizionarla davanti ad una finestra, dove può essere esposta ai raggi diretti del sole – ma lontana da fonti di calore come il termosifone. Se invece si trova all’aperto, potete pacciamare il terreno con paglia o corteccia per proteggere le radici dal gelo.

Come coltivare la portulaca

Una volta piantata, la portulaca è davvero facile da coltivare, perché non richiede attenzioni eccessive. Che l’abbiate cresciuta dal seme o acquistata già ben sviluppata, può essere consumata non appena i primi germogli iniziano a comparire. È importante ricordare che questa pianta, essendo una succulenta che trattiene molta acqua nelle sue foglie, non deve mai essere raccolta e poi portata in tavola se non si è certi di come sia stata coltivata. Se la trovate in terreni incolti o nei pressi delle strade, evitate di utilizzarla: potrebbe aver assorbito pesticidi, diserbanti ed eccessive quantità di metalli pesanti.

L’irrigazione

Per quanto riguarda l’irrigazione, la portulaca non ha grandi necessità. Avendo notevoli capacità di immagazzinare acqua, può essere innaffiata solo quando il terreno è completamente asciutto. Indicativamente, in primavera e in autunno può essere bagnata all’incirca una volta alla settimana, mentre durante l’estate, quando il clima è più caldo, è consigliabile irrigare ogni 2 o 3 giorni, senza mai eccedere con l’acqua. In inverno, invece, è possibile evitare di innaffiare sfruttando le piogge stagionali, a meno che non si verifichi un periodo particolarmente secco. Infine, è importante fare attenzione ai ristagni idrici: possono infatti far marcire le radici e quindi portare la pianta alla morte.

La concimazione

Dal momento che la portulaca assorbe tutte le sostanze che trova nel terreno e le conserva all’interno delle sue foglie, se volete consumare la pianta erbacea è bene evitare una concimazione chimica. Potete usare del fertilizzante naturale, soprattutto subito dopo la semina, per agevolare la nascita dei primi germogli, e poi di nuovo quando la pianta si avvicina al periodo della sua fioritura, per aiutarla a produrre fiori più belli.