Come coltivare il pesco in vaso o in giardino: la guida pratica

Il pesco non è una pianta per principianti, ma coltivarlo è possibile con alcune importanti accortezze

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Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

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Frutti gustosi, estivi, succosi: le pesche sono simboli perfetti dell’estate. Dissetanti e ricchi di benefici sono tra i preferiti di grandi e piccoli. Quante volte abbiamo sognato di poterne avere uno nel giardino di casa o di coltivarne un albero dagli splendidi fiori sul nostro terrazzo? Una fonte di vitamine e sali minerali preziosa ed essenziale, ma attenzione: coltivare le pesche per il proprio autoconsumo non è semplice come sembra.

Sono in tanti a ricordare come da piccoli fosse piacevole prendere il frutto dalla caratteristica polpa giallognola direttamente dall’albero in campagna, gustandone appieno il gusto dolce e succoso. Molto diverse dalle pesche comprate al supermercato, che normalmente, per la grande distribuzione, vengono raccolte prima del tempo per esigenze di trasporto e di conservazione.

Pesco: cosa c’è da sapere

La coltivazione dell’albero del pesco però non è così semplice come potrebbe sembrare. Si tratta infatti di una specie delicata, soggetta a deterioramento e malattie. Ma niente paura: basteranno le dovute cure ed attenzioni per avere a portata di mano un frutto buonissimo.

Partiamo prima da alcune conoscenze base. Il pesco (Prunus persica) fa parte della famiglia delle rosacee e del sottogruppo delle drupacee, così chiamate perché il loro frutto è una drupa. Si tratta di una pianta di medie dimensioni, che può raggiungere al massimo i 7 o 8 metri di altezza. A renderlo riconoscibile sono soprattutto i suoi fiori: di un rosa bellissimo ed elegante. “Fiori rosa fiori di pesco”, cantava Battisti in una sua celebre canzone, rendendone appieno la caratterizzazione.

Non esiste un solo tipo di pesche. Abbiamo tutti in mente quelle a buccia pelosa dal colore rosso violaceo intenso, ma tra le varietà ci sono anche le nettarine, con la buccia liscia, e la precoce, particolarmente adatte alla trasformazione.

Condizioni ottimali

Una volta individuato il tipo di pesco che si vuole coltivare occorre valutare quali siano la condizioni ottimali per la sua crescita. Innanzitutto è utile partire dalle condizioni climatiche. L’albero del pesco ama i il clima temperato. Le sue peggiore nemiche sono le gelate tardive che si verificano in primavera: proprio in questo periodo l’albero va in fioritura e rischia di non produrre poi i frutti. Alcune varietà di peschi sono però capaci di resistere a temperature invernali più rigide, fino a 10-15 °C sotto lo zero.

Anche il terreno e la sua composizione è un elemento da tenere da conto quando si pensa alla coltivazione del pesco. Il migliore è il terreno sciolto, non soggetto ai ristagno. Nei suoli piuttosto calcarei il pesco potrebbe andare incontro a clorosi ferrica, che si manifesta con ingiallimenti delle foglie, dovuti alla difficoltà della pianta ad assorbire il ferro. Sempre consigliata un’analisi preliminare del terreno.

Coltivare il pesco in vaso

Per chi abita in appartamento e vuole comunque coltivare un pesco può farlo, con alcune accortezze particolari. Infatti. l’importante è garantire alla pianta una buona qualità del terreno. La dimensioni del vaso devono dunque essere grandi, in modo che possa garantirsi una sviluppo radicale ottimale. Teniamo presente che questo corrisponderà (circa) allo sviluppo della sua parte aerea. Teniamo anche da conto che negli anni si renderanno necessari rinvasi in contenitori più grandi, senza però aspettarci che questo raggiunga dimensioni e altezze esorbitanti.

Coltivare il pesco in giardino

Chiaramente, dopo un’attenta analisi del terreno, la coltivazione del pesco in giardino sarà più agevole. Generalmente si sceglie in entrambi i casi (vaso o terreno) un alberello di 1-2 anni. Bisogna poi scavare nel terreno una buca delle dimensioni di almeno 70 x 70x 70 cm, in cui inserire la pianta facendo attenzione che sia ben diritta. La terra di risulta con cui coprire la buca sarà miscelata a letame o compost maturi per la parte che starà sui primi 20-30 cm, nelle quantità di circa 4-5 kg per pianta.

Il colletto del pesco deve stare almeno 10 centimetri sopra il livello del suolo, poi bisogna comprimere leggermente la terra per farla aderire bene alle radici e infine irrigare abbondantemente. I momenti adatti per la realizzazione dell’impianto sono l’autunno-inverno prima delle gelate oppure più tardi, poco prima dell’arrivo della primavera. Oltre agli ammendanti di base citati sopra, può rivelarsi utile anche aggiungere un prodotto a base di inoculo di micorrize, particolari funghi che instaurando una simbiosi a livello radicale con le piante, ne stimolano la crescita radicale e offrono anche una certa protezione naturale dai patogeni del suolo.

Indicazioni pratiche

Il pesco è una specie autofertile, che non richiede tassativamente nel frutteto la presenza di diverse varietà come impollinatori. Il ruolo degli insetti pronubi come le api e i bombi è fondamentale per assicurare la fecondazione, e quindi l’allegagione dei frutti. Per questo è fondamentale evitare l’uso di insetticidi non selettivi nella lotta ai parassiti. Chi fa coltivazione biologica deve stare comunque attento, perché anche prodotti di origine naturale come il piretro possono colpire le api.

Irrigazione. Durante i primi 2 o 3 anni di sviluppo l’irrigazione è necessaria, in quanto le radici della pianta non si sono ancora approfondite nel suolo. Il metodo irriguo migliore nel frutteto è quello a goccia, mentre per la frequenza e per la quantità di acqua da distribuire bisogna sempre basarsi sulla piovosità e sulla natura del terreno. In estati particolarmente siccitose conviene fare un’irrigazione di soccorso anche agli alberi di pesco più anziani, sia per ottenere una buona pezzatura delle pesche sia per non compromettere la produzione per l’anno successivo.

Pacciamatura. In zone tendenzialmente siccitose e in assenza di impianto di irrigazione fisso la pacciamatura risulta molto vantaggiosa, soprattutto per gli alberelli messi a dimora da poco. Pacciamando il terreno si mantiene umido più a lungo e si impedisce che le erbe spontanee nascano sottraendo acqua. Un cerchio di paglia bello spesso, del raggio di un metro attorno alla pianta è un’ottima soluzione, o in alternativa un telo plastificato nero.

Concimazione annuale del pesco. Ogni anno è importante concimare dopo la raccolta, per permettere alla pianta l’accumulo di sostanze negli organi di riserva e garantire così una buona produzione di pesche anche per l’anno successivo. Oltre alla dose di compost o stallatico possiamo assicurare alla pianta un buon tenore di potassio con cenere di legna, borlande o solfato di potassio. Il fosforo, potrà essere apportato mediante farine di roccia chiamate fosforiti.