Villa Burba, tra il fascino della storia e il trionfo del tardo-barocco

A poca distanza da Milano, l'incanto di Villa Burba si divide tra i suoi maestosi interni tardo-barocchi e lo splendido parco che la circonda: scopriamola

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Splendido esempio di villa lombarda tardo-barocca, Villa Burba è un vero gioiello situato alle porte di Milano: oggi valorizzata e aperta al pubblico come biblioteca comunale, vanta una storia lunghissima e affascinante. Inoltre, è circondata da un rigoglioso parco anch’esso disponibile ai cittadini, dove sono piantate numerose specie vegetali di gran pregio. Andiamo alla scoperta di questo luogo così incantevole.

Dove si trova Villa Burba

L’antica dimora signorile conosciuta con il nome di Villa Burba si trova nel cuore di Rho, ricca cittadina lombarda che sorge a pochi km di distanza da Milano. Affacciata su Corso Europa 291, una via di grande comunicazione già nel passato, è perfettamente immersa nel centro storico della città pur conservando un’intimità che si manifesta nell’enorme parco che la circonda, e che ormai da decenni è aperto al pubblico. Proprio il parco offre un accesso secondario, che è situato alla fine di via Papa Giovanni XIII. Non ci resta che scoprire la storia di Villa Burba, un vero capolavoro architettonico.

Villa Burba: la storia

Il suo vero nome è Villa Burba Cornaggia Medici, ma tutti ormai la conoscono semplicemente come Villa Burba: le sue origini risalgono al XVII secolo, quando nacque come dimora nobiliare realizzata secondo i canoni dell’architettura lombarda dell’epoca, seguendo i dettami del tardo-barocco. Ma che cosa significa Burba? Secondo alcune fonti storiche, starebbe per “burbera”, ovvero una dama dal carattere intrattabile. Che ciò sia vero o rappresenti solo una leggenda, è certo che sono numerose le figure femminili che sono state strettamente legate alla storia di questa antica villa signorile.

Pare, in effetti, che i terreni su cui oggi sorge siano stati di proprietà di tale Maddalena Crivelli: fu lei a portarli in dote a suo marito, il Conte Luigi Pecchio. Quest’ultimo fu, con tutta probabilità, colui che fece costruire la villa. Se ne trova testimonianza nel magnifico camino che fa sfoggio di sé nel salone al piano terra, il quale porta incise le iniziali dell’uomo e la data di completamento dei lavori (1665). Nata come residenza di campagna, Villa Burba rimase nelle mani della famiglia Pecchio per oltre un secolo, prima di diventare – per disposizioni testamentarie – di proprietà della Principessa Teresa Renata Melzi, moglie del Duca d’Este.

Sebbene la nobildonna abbia portato la sua impronta all’interno della villa, dove ancora oggi campeggia un suo preziosissimo ritratto, già sul finire del ‘700 decise di affidarla ad un’altra figura femminile, la Contessa Teresa Felber della Scala, e in seguito la lasciò alla pronipote Anna Maria Serbelloni, sposa del Conte Luigi Porro Lambertenghi. Alla morte di quest’ultima, i suoi 5 figli vendettero la dimora a Giovanni Battista Dell’Acqua, e da qui la villa ebbe altri passaggi di proprietà, fino ad arrivare al Marchese Giovanni Cornaggia Medici.

Grande intellettuale e appassionato d’agricoltura, il Marchese sfruttò l’ampio parco attorno a Villa Burba per compiere le sue sperimentazioni botaniche. La residenza rimase nelle mani della famiglia Cornaggia Medici ancora per un paio di generazioni, quindi venne requisita dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale e visse un periodo di grande degrado. Nell’immediato dopoguerra, le devastazioni dovute all’occupazione di truppe sudafricane e inglesi portarono alla spoliazione degli arredi della villa e al suo completo abbandono.

Fu solo nel 1966 che il Comune di Rho decise di acquistare Villa Burba, iniziando subito una lunghissima serie di interventi di restauro – i quali, in realtà, non sono ancora terminati. Gran parte della dimora nobiliare è tornata così al suo antico splendore: il Comune adibì un’ala a sede della biblioteca, dedicando altri spazi ad eventi e manifestazioni culturali di ogni tipo, tra cui la mostra permanente intitolata Passato e presente. Anche l’enorme parco divenne aperto al pubblico, ospitando la più grande area verde della città.

Gli interni di Villa Burba

Villa Burba, come abbiamo detto, si presenta come perfetto esempio di architettura lombarda tardo-barocca: sorge su una proprietà di 34mila metri quadrati, e ben 6mila sono occupati dalla residenza padronale e dalla sua corte-giardino. La dimora è articolata su una struttura a ferro di cavallo, con un corpo centrale che presenta un piccolo portico composto da tre archi sorretti da colonne binate e due edifici laterali. Bellissime le decorazioni di gusto raffinato, in particolare il balconcino in ferro battuto che sovrasta il portico in posizione perfettamente centrale.

Gli interni non sono particolarmente numerosi, ma sicuramente ricchi di grande fascino: al piano terra, è il salone centrale a lasciare a bocca aperta. Accessibile sia dalla corte che dal parco, è di ampie dimensioni e l’occhio viene immediatamente catturato dal monumentale camino in pietra che, come abbiamo visto sopra, porta incise le iniziali di colui che ordinò la costruzione della villa e la data in cui venne ultimata. I soffitti in legno a cassettoni presentano fasce decorative dipinte con motivi ornamentali, dando un senso di regalità all’ambiente.

Lo splendido parco di Villa Burba

Se il cortile antistante la villa è davvero affascinante, con la piscina monumentale che accoglie i visitatori, altrettanto si può dire del grande parco oggi aperto al pubblico. Al suo interno, ospita numerose essenze come faggi, tassi, camelie, magnolie, sequoie e querce. Particolarmente suggestivo è il cedro dell’Himalaya che svetta al di sopra del tetto della dimora: piantato nel 1690, è il gioiello del parco ormai da più di 300 anni. In primavera e in estate, il giardino è un tripudio di colori e di profumi inebrianti, che attirano moltissime persone.

Nel parco si dipanano vialetti in ghiaia che conducono nelle varie aree, decorate con statue e busti di donne anch’essi risalenti al fulgido passato di Villa Burba. Nei pressi dell’ingresso secondario c’è un’ampia zona gioco per i più piccini, inoltre sono presenti un piccolo laghetto e una vasca-fontana di forma rettangolare, cinta da diverse panchine in granito che fungono da perfetto luogo d’incontro per i cittadini.