Quando il bambino si rifiuta di bere. I consigli del pediatra

Con l’aumento delle temperature, se i piccoli non vogliono assumere liquidi, possono andare incontro a disidratazione. Ecco come scongiurare il pericolo

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Pubblicato: 22 Luglio 2020 08:00

È un problema comune a molti genitori, specialmente durante il periodo estivo: i bambini rifiutano di bere acqua. Se questo non comporta rischi finché vengono allattati, poiché il latte è composto quasi totalmente da acqua, con l’inizio di una alimentazione semi solida bisogna trovare le giuste strategie per favorire l’idratazione. È molto importante, secondo i pediatri, iniziare a intervenire già durante l’alimentazione complementare, per insegnare al bambino che durante i pasti è sempre opportuno bere. Ma farlo solo durante i pasti non può essere sufficiente, per raggiungere una corretta idratazione… 

Come capire dunque se il baby beve a sufficienza? “Il fabbisogno idrico giornaliero varia in base alla fascia d’età: 1,4 litri da 4 a 6 anni; 1,8 litri da 7 a 10 anni; 2 litri nella prima adolescenza e aumenta in proporzione alle perdite dovute all’esercizio fisico, alle condizioni ambientali e all’eventuale presenza di disturbi o patologie, per esempio vomito, diarrea e malattie febbrili”, spiega Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS). Tenendo presente che “Quando un bambino avverte lo stimolo della sete – prosegue l’esperto – si è già innescata una fase iniziale di disidratazione, la cui percezione è meno pronta ed efficace e il cui aggravamento può diventare una vera e propria emergenza sul piano clinico”.

L’acqua al primo posto 

Ma se i bambini si rifiutano di bere acqua fresca, lo stesso non si può dire di succhi di frutta e bevande gassate, bevande che generalmente accolgono con gusto. “Succhi, frappè o frullati non sono proibiti, ma attenti agli zuccheri – avverte Di Mauro-. Le preparazioni domestiche sicuramente consentono uno stretto controllo della quantità di zucchero, però occorrerà rispettare scrupolosamente le norme igieniche e la corretta modalità di conservazione. Attenti anche ai prodotti industriali, perché 100 ml di succo di frutta, a seconda della tipologia, possono apportare dalle 45 alle 60 calorie. È preferibile ricorrere ai brick monodose piuttosto che alle confezioni formato famiglia, di cui è facile assumere, quasi senza rendersene conto, quantitativi elevati”. 

No categorico degli esperti, invece, alle bevande zuccherate. “Meglio evitare l’aranciata o la bibita a base di cola, poiché poco dissetanti per la loro alta concentrazione di zucchero. Inoltre, la caffeina contenuta nelle bibite gusto cola, oltre a non essere indicata per i bambini, può provocare disidratazione, pericolosa per chi vuole trascorrere giornate sotto il sole”.

Come aiutarli a bere più acqua?
Il consiglio è quello di “proporre più volte al proprio figlio di bere acqua nell’arco della giornata, a maggior ragione con l’arrivo del caldo e se si trova all’aperto, o pratica attività ludiche e motorie che possono ulteriormente distogliere la sua attenzione o attenuare il suo bisogno”, suggerisce il dott. Di Mauro. Per aiutare i più piccoli a bere più acqua un trucchetto potrebbe essere quello di “aggiungere il succo di mezzo limone ogni litro e mezzo. Oltre a dare alla bevanda più gusto, i sali minerali reintegrano quelli persi con il sudore. Si possono anche creare simpatici ghiaccioli, mettendo nelle apposite formine acqua e limone”. Oppure, per eliminare il gusto del cloro dell’acqua di rubinetto, che i bambini non apprezzano, è possibile aromatizzarla con frutta fresca, aggiungendo un po’ di limone o di centrifugato di frutta. Naturalmente, è sempre meglio preferire sempre l’acqua, possibilmente fresca e non ghiacciata.