Il peyote è un cactus dall’azione allucinogena usato dalle comunità indigene nelle cerimonie religiose e di purificazione e a scopo terapeutico
Tatiana Maselli
Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere
Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.
Pubblicato: 28 Ottobre 2021 09:27
Cos’è
Il peyote, noto anche come mescal, è una piccola pianta della famiglia delle Cactaceae che cresce nelle aree desertiche di Texas e Messico del Nord. Il nome botanico è Lophophora williamsii e si tratta di una specie con fusto carnoso privo di spine, dalla forma globosa e di dimensioni di dieci centimetri di diametro al massimo e poco più di dieci in altezza. Il fusto del peyote è diviso in costole sporgenti suddivise in tubercoli dal cui apice si sviluppa un fiore solitario che può essere bianco, rosa o giallo. La droga del peyote viene chiamata “bottoni di mescal” ed è rappresentata dal fusto.
La raccolta avviene a mano dalle popolazioni locali, dopodiché i fusti vengono tagliato in fette sottili che vengono essiccate e assunte durante le cerimonie religiose. Il peyote contiene infatti numerosi alcaloidi dall’azione allucinogena e vengono adoperate durante i rituali. I bottoni di mescal possono essere consumati così come sono oppure usati per preparare tisane psicoattive o, ancora, ridotti in polvere fine e fumati con tabacco o marijuana. I principi attivi del peyote possono anche essere estratti o sintetizzati in laboratorio e impiegati per realizzare pillole e preparazioni liquide, venduti chiaramente in modo illegale.
Effetti
I fusti del peyote o bottoni di mescal contengono numerosi alcaloidi tra cui mescalina, tiramina e loro derivati. Tra gli alcaloidi presenti nel peyote, la mescalina è la più abbondante e gli effetti di questa droga sono attribuiti proprio a questa sostanza. L’assunzione di peyote o di prodotti a base di mescalina provoca effetti simili a quelli dell’LSD e di altri allucinogeni, tra cui troviamo una bevanda consumata in Perù e Bolivia ottenuta da un altro cactus, l’Echinopsis pachanoi.
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Gli effetti del peyote includono allucinazioni con immagini luminose, ricche e vivide, alterazione dell’udito e degli altri sensi, della percezione della realtà e del comportamento. Oltre a sperimentare una diversa percezione dello spazio, del tempo, delle forme, dei colori e dei suoni, come in una sorta di sogno, le persone che hanno utilizzato questa droga hanno riportato di riuscire a “sentire i colori” o “vedere la musica”. Le allucinazioni si accompagnano anche a sentimenti intensi che vengono descritti come gioia ed estasi profonde. In alcuni casi però, l’assunzione di peyote può portare a provare sentimenti, emozioni e pensieri molto negativi e drammatici, terrore, angoscia, paranoia e ansia e la sensazione di essere intrappolati nel tempo e nello spazio in un incubo.
L’assunzione di peyote può portare anche ad effetti collaterali con sintomi fisici che includono dilatazione delle pupille (midriasi), aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, tachicardia, nausea, vomito, mal di testa, aumento della temperatura corporea, brividi, sudorazione, intorpidimento. I sintomi compaiono in genere abbastanza rapidamente (meno di un'ora) e dipendono dall’interazione con la mescalina con i recettori per la serotonina a livello neuronale. L’azione della mescalina svanisce quando la sostanza viene metabolizzata ed escreta dall’organismo, processo che può durare anche dodici ore; in ogni caso, l’intensità e la durata degli effetti del peyote variano da persona a persona poiché dipendono molto dalle condizioni fisiche e psicologiche di chi lo assume, dalla quantità somministrata e dall’ambiente circostante.
L’assunzione di peyote non sembra dare dipendenza ma può dare invece tolleranza, può cioè portare alla necessità di usarne quantità sempre maggiori per avere il medesimo effetto. Gli effetti a lungo termine sono comunque poco conosciuti.
Uso
I bottoni di mescal, la droga del peyote, non hanno interesse terapeutico ma sono utilizzati fin dai tempi degli Atzechi durante le cerimonie religiose. Ancora oggi, oltre quaranta tribù di indigeni assumono peyote durante le cerimonie religiose e di purificazione e a scopo curativo. I nativi americani considerano infatti il peyote una pianta sacra e sfruttano gli effetti della sua droga per incoraggiare le visioni e le esperienze spirituali, entrare in contatto con le divinità e prevedere eventi futuri.
Sebbene l’uso ricreativo del peyote sia vietato, non lo è quello cerimoniale e religioso, ammesso a determinate condizioni. Tra gli indigeni, il peyote è usato anche come panacea per trattare una quantità indefinita di disturbi e malattie dal mal di denti al diabete, dai morsi di serpente alle ferite, dal dolore alle malattie della pelle, ma le evidenze sulle presunte proprietà di questa pianta per la cura di molte patologie sono scarse.
Un tempo, la mescalina è stata utilizzata nella psichiatria sperimentale per i suoi effetti allucinogeni ma oggi non è più impiegata perché si ritiene che i rischi legati alla sua assunzione siano superiori ai possibili benefici. Non è noto quante persone utilizzino il peyote a scopo ricreativo al di fuori delle comunità indigene. Pur trattandosi di una sostanza illegale, si ritiene che una piccola quantità di giovani studenti negli Stati Uniti ne faccia uso in alternativa all’LSD e ad altri allucinogeni.