Disidratazione: sintomi, rimedi e conseguenze

La disidratazione è la carenza di acqua nell’organismo e può essere dovuta a un insufficiente apporto con la dieta o a perdite eccessive di liquidi

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Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Pubblicato: 1 Luglio 2019 18:05Aggiornato: 14 Febbraio 2022 16:38

Cos’è

Con il termine di disidratazione si indica una carenza di acqua nell’organismo. Tra le possibili cause di disidratazione vanno citati:

  • vomito;
  • diarrea;
  • sudorazione eccessiva;
  • ustioni;
  • insufficienza renale;
  • uso di diuretici.

In caso di disidratazione è necessario bere molto allo scopo di ripristinare l’acqua e i sali minerali persi (come il sodio e il potassio). Nei casi di disidratazione grave è necessario somministrare i liquidi per via endovenosa.

Il bilancio idrico

Allo scopo di mantenere un buono stato nutrizionale è necessario che l’organismo sia adeguatamente idratato. Per garantirsi un’ottimale idratazione corporea è indispensabile reintegrare ogni giorno le perdite di acqua. Bisogna tener conto dell’acqua eliminata giornalmente con le urine (diuresi) e pari mediamente a 1500 ml/die. Una parte dell’acqua viene eliminata con la sudorazione e si stima che sia pari all’incirca a 500 ml quando la temperatura dell’ambiente in cui ci si trova è di 20 °C. Oltre alla sudorazione, che è un fenomeno che si manifesta quando si è attivi fisicamente o quando la temperatura ambientale è alta, vi è un altro fenomeno da annoverare tra quelli che comportano perdite di acqua ed è la perspiratio insensibilis. L’espressione latina, ancora ampiamente in uso in ambito medico, è traducibile come traspirazione insensibile perché non risulta evidente come è la sudorazione ed è legata alla perdita continua ed impercettibile di piccole quote d’acqua attraverso la pelle, le mucose e le vie respiratorie. Questo fenomeno comporta la perdita di circa 500 ml di acqua al giorno. Infine, con le feci si perdono circa 300 ml di acqua al giorno. Ricordiamo a tal proposito che la funzione principale del grande intestino (colon) è proprio quella di riassorbire acqua dal materiale fecale. Se il transito intestinale è più veloce di quello che dovrebbe essere in condizioni fisiologiche (come accade ad esempio in caso di colite spastica) le feci conterranno un quantitativo in acqua superiore alla norma e le perdite idriche attraverso questa via saranno superiori all’atteso.

Dunque, ricapitolando, ogni giorno perdiamo oltre due litri e mezzo d’acqua attraverso:

  • la diuresi;
  • la sudorazione;
  • le feci;
  • la traspirazione insensibile.

Per realizzare un pieno bilancio idrico è necessario che le entrate siano di almeno 2500 ml al giorno. Un litro e mezzo proviene da una dieta normocalorica. Questo significa dunque che bisogna bere almeno un litro di acqua al giorno. Al fine di garantire il buon funzionamento di organi e tessuti il corpo trova il modo di aggiustare il bilancio idrico modulando la funzionalità renale. È noto a tutti che se un soggetto assume una maggiore quantità di liquidi la diuresi si incrementa. Al contrario se assume una minore quantità di liquidi la diuresi si riduce.

L’acqua corporea

In un adulto sano il 60% del peso corporeo è fatto di acqua. Questa percentuale non è costante nel corso dell’accrescimento e dell’invecchiamento corporeo. Con l’avanzare dell’età il contenuto idrico del nostro corpo diminuisce notevolmente. Anche alcune condizioni patologiche possono alterare la quantità di acqua totale corporea. La stima del contenuto in acqua corporea può essere eseguita mediante una metodica nota come bioimpedenza. Grazie al passaggio di corrente alternata a bassa frequenza l’esame bioimpedenziometrico è in grado di fornire una stima abbastanza precisa dell’acqua totale corporea e della sua ripartizione all’interno e all’esterno della cellula (rispettivamente acqua intra cellulare ed acqua extra cellulare).

Sintomi

Il primo sintomo di una disidratazione in atto è la sete, ma purtroppo questa non è sempre un indicatore affidabile del bisogno di liquidi poiché in alcuni soggetti insorge tardivamente oppure non compare affatto. Proprio a causa della scarsa percezione della sete, le persone anziane sono tra quelle maggiormente a rischio di andare incontro ad uno stato di disidratazione. Un sintomo maggiormente affidabile è il colore delle urine: l’urina trasparente o di colore chiaro indica che si è ben idratati, mentre quella di colore giallo scuro o color ambra di solito segnala la presenza di disidratazione. La disidratazione è caratterizzata inoltre da:

  • perdita di peso superiore al 3% rispetto al peso di partenza;
  • pelle asciutta e anelastica;
  • secchezza delle mucose e in particolare della lingua, che presenta solchi longitudinali;
  • riduzione della salivazione;
  • cavo ascellare asciutto;
  • oliguria (ovverosia riduzione del volume di urine emesse nelle 24 ore);
  • e nei casi gravi occhi infossati.

I sintomi di disidratazione grave sono le ridotte capacità di controllo motorio e cognitivo e lo scarso tono dell’umore.

Prevenzione

Al fine di prevenire la disidratazione è necessario bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno. Una dieta bilanciata e basata sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale contribuisce ad apportare acqua (l’acqua di vegetazione contenuta in frutta e verdura). L’assunzione di liquidi deve aumentare nelle giornate calde e durante e dopo l’attività fisica prolungata. Particolare attenzione all’assunzione di liquidi deve essere fatta in caso di vomito o diarrea. È noto a tutti che l’attività fisica e il caldo aumentano il fabbisogno di acqua. In caso di allenamenti intensi e prolungati è indicata l’assunzione di bevande contenenti elettroliti da bere prima, durante e dopo l’attività fisica.