Anukalana Yoga: cos’è, a cosa serve e perché praticarlo

Scopriamo insieme l’Anukalana Yoga, questa via molto fluida di praticare la meditazione e le asanas della pratica yogica

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Pubblicato: 20 Dicembre 2017 10:00Aggiornato: 12 Dicembre 2022 14:47

Cos’è

Lo yoga per definizione unisce, crea una connessione profonda interna attraverso la pratica che ricordiamo non consiste solo nelle posizioni ma anche in tutte le vie di questa disciplina millenaria, dal canto vedico ai mudra (posizioni delle mani), passando per le tecniche respiratorie, le visualizzazioni, la meditazione, insieme al grande apparato della medicina ayurvedica, inscindibile dal sistema yogico.

Esistono molti stili che si differenziano per l’origine, la provenienza e i cambiamenti che la pratica ha avuto nel passaggio al mondo occidentale. Accanto agli stili evoluti per lignaggio ci sono delle integrazioni che sono state applicate alla tradizione yogica e Anukalana Yoga rappresenta una di queste. In questa disciplina innovazione e tradizione si fondono e confluiscono in un patrimonio comune misto, composto di tecniche che hanno derivazione e ispirazione osteopatica, biomeccanica e di fisiologia articolare. Il termine stesso deriva dal sanscrito e significa proprio “integrazione” che riunisce molti elementi anche relativi al taoismo. Lo yoga diventa vicino ai bisogni odierni dell’individuo che spesso magari sta seduto o si muove poco o ascolta poco i propri movimenti interiori.

Si tratta a tutti gli effetti di un sistema integrato che ha un andamento ritmico e fluido: ogni posizione sfuma e “si tuffa” nella successiva. L’allungamento si svolge in modo molto morbido, dando modo ai tessuti di ricevere ossigeno e ottenere uno stretching davvero graduale. Lo ha messo a punto Jacopo Ceccarelli, devoto praticante di yoga, naturopata e counselor gestaltico, diplomato presso il “Global Sadvipra Training Centre” e studente presso importanti scuole di yoga in Europa e in Asia. Il suo interesse verso il mondo dello yoga lo porta ad essere anche pioniere: con lui l’AcroYoga approda in Italia. Dopo molti anni di insegnamento, grazie al supporto anche di devoti allievi, Ceccarelli avvia una ricerca profonda che lo porta nel 2001 a dare vita all’Anukalana Yoga. Attualmente molti insegnanti sono in formazione; i principi più avanzati di Anukalana vengano trasmessi nella formazione insegnanti di secondo livello (300 ore), ma si ottengono già ottime basi nel corso per istruttori di primo livello (200 ore). L’approccio continua a espandersi ed evolversi negli anni ed è diventato un sistema integrato a tutto tondo.

Perché praticarlo

Chi si avvicina a questo approccio sta cercando una pratica fluida in cui confluiscano diverse tecniche, ma allo stesso tempo si rimanga fedeli alla tradizione dello yoga che vede in ogni posizione un’occasione per entrare dentro, approfondire, cercare prima di tutto se stessi/e. Il sistema si espande in 6 direzioni: Kaulika, che rimanda a movimenti atavici; Chikitsa, che ha una chiave di cura vera e propria; Kalayana, che integra lo yoga acrobatico; Natana, che ingloba la danza; Yaudha, che rafforza il carattere marziale delle posizioni.

Risulta una bellissima scelta se si vuole una pratica che ci aiuti anche a rendere flessibile la mente, oltre al corpo. Dolce e dinamica insieme, Anukalana yoga aiuta a trovare un buon contatto con se stessi/e e migliora il proprio equilibrio psicofisico. Ci sono posizioni più lente (Shiva) dove si controlla consapevolmente l’asana, mentre in quelle dinamiche (Shakti) si punta molto al movimento, quindi si ha molta variazione anche nell’ambito di una stessa pratica. Ci sono movimenti di scioglimento iniziali volti a sbloccare e ammorbidire, seguono poi sequenze vere e proprie che seguono il ritmo naturale del respiro.

La bellezza di questo approccio sta anche nel fatto che non si tratta di qualcosa di standardizzato, ma che basa le sue fondamenta sul fatto che lo yoga deve adattarsi alla persona e non viceversa in quanto ogni corpo ha forma e ritmi differenti. La pratica diventa una pratica differente per ciascun individuo. Ottimo anche per coloro che accusano dolori e sensazioni spiacevoli cronici e che vorrebbero trovare una pratica che si adatta sulle proprie condizioni. Le transizioni sono importanti quanto la ricerca delle aperture e degli allungamenti. Pur essendo una forma di integrazione non va a snaturare i principi di base dello yoga e mantiene un approccio comunque tradizionale.

Benefici

Tutto il sistema aumenta il livello generale di energia del corpo, prima di tutto attraverso la respirazione. Il sistema nervoso ne beneficia, insieme agli organi interni tutti. Anche a livello di giunture e di apparato scheletrico si ha maggiore flessibilità, diminuisce tanto la rigidità. Anche a livello cognitivo migliora la coordinazione, la capacità di assecondare il respiro e il movimento insieme. Tutta la circolazione sanguigna e la circolazione linfatica ne beneficiano. Tutto il corpo si apre e si allunga, migliora lo stato delle cartilagini e dei tessuti.

La concentrazione migliora a tutti i livelli e questo si ritrova tanto nella vita pratica quanto nelle prestazioni sportive. Il rilassamento che si ottiene ha una radice profonda e tutta la consapevolezza corporea aumenta. Migliora il sonno e migliora il senso della fame. I benefici della pratica si sentono in tempi brevi e si vanno a prevenire eventuali problemi alle giunture. Si rilasciano tante tensioni e si scarica moltissimo stress.