Alcol e donne: less is better, anche durante le feste. Ecco perché 

Le conseguenze negative dell’abuso di alcol sulla salute della donna sono molteplici, dalle complicanze epatiche, a quelle cardiovascolari e psichiatriche 

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Le bevande alcoliche, soprattutto il vino, sono un prodotto largamente utilizzato in Italia e il loro consumo è parte integrante della cultura e della nostra tradizione. Secondo i dati del Rapporto Istisan “Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni. Valutazione dell’Osservatorio nazionale alcol sull’impatto del consumo di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rapporto 2020″, pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità, le persone che nel nostro Paese assumono comportamenti a rischio nei confronti dell’alcol, ovvero che bevono troppo o troppo spesso, hanno raggiunto la cifra record di 8,7 milioni: se gli uomini sono rimasti pressoché stabili, con 6,2 milioni di consumatori, ad aumentare è stato invece il numero delle donne, che ha raggiunto circa 2,5 milioni.

Quanto può bere una donna

Oggi, nelle nuove Linee guida per una sana alimentazione, non si usano più termini come “consumo moderato”, “consumo consapevole” o simili, che potrebbero indurre il consumatore in una certa indulgenza nel bere alcolici. Non è possibile, infatti, identificare livelli di consumo che non comportino alcun rischio per la salute.

Le nuove indicazioni italiane definiscono a basso rischio un consumo di 1 unità alcolica al giorno (mentre l’uomo non deve superare le 2 unità alcoliche). Questa differenza dipende dal fatto che l’organismo femminile presenta una massa corporea inferiore rispetto all’uomo, minor quantità di acqua corporea e meno efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcol (carenza dell’enzima epatico alcol deidrogenasi). A pari quantità di bevande alcoliche, quindi, corrisponde un livello di alcolemia maggiore. 

1 unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro ed equivale a:

  • un bicchiere di vino (125 ml a 12°)
  • una lattina di birra (330 ml a 4,5°)
  • un aperitivo (80 ml a 38°)
  • un bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°).

Oltre alle quantità assunte, è importante considerare la modalità di assunzione delle bevande alcoliche, che contribuisce ad innalzare i rischi per la salute e i rischi sociali, come:

  • il bere lontano dai pasti o il bere quantità di alcol eccessive in una singola occasione
  • il consumo in occasioni o contesti che possono esporre a particolari rischi, quali la guida o il lavoro
  • la capacità di smaltire l’alcol rispetto al genere e all’età della persona.

Cosa contiene l’alcol

Pur rappresentando una sostanza giuridicamente legale, l’alcol è una sostanza psicotropa che, se assunta a dosi elevate, può portare alla dipendenza. Ogni unità alcolica consumata apporta mediamente 70 kcal, prive di qualsiasi contenuto nutritivo se non il potere calorico, di cui bisogna tenere conto, anche in vista del crescente aumento di eccedenza ponderale responsabile di sovrappeso e obesità.

Effetti dannosi dell’alcol

La donna – si legge sul sito del Ministero della salute – può sviluppare molto più rapidamente dell’uomo complicanze epatiche, cardiovascolari e psichiatriche correlate all’abuso. Oltre a queste patologie, presenta un maggior rischio di  sviluppare il tumore alla mammella.

Il consumo di alcol che supera la quantità indicata come “basso rischio” incide negativamente anche sulla fertilità. I comportamenti di consumo a rischio possono infatti essere responsabili di una minore produzione degli ormoni femminili, determinando un’insufficienza ovarica che si manifesta con irregolarità mestruali (fino alla scomparsa del ciclo), assenza di ovulazione, infertilità e menopausa precoce.
Nella donna che assume contraccettivi orali, inoltre, l’alcol ingerito resta in circolo più a lungo.

Numerosi studi hanno, infine, dimostrato che l’alcol determina una riduzione dell’attività osteoblastica (produzione di cellule delle ossa) e della calcemia (quantità di calcio), fattori che conducono all’osteoporosi. 

Nelle donne anziane l’assunzione di alcol, anche moderata, può peggiorare e accelerare la degenerazione della sfera neurologica e psichica. Inoltre spesso la donna anziana è in terapia farmacologia e l’alcol può interferire con molti farmaci. Estremamente pericolosa è l’interazione tra alcol e farmaci che deprimono il sistema nervoso (sedativi, tranquillanti, ansiolitici, ipnotici).

Zero alcol per alcune categorie e condizioni

In alcune categorie e condizioni, l’assunzione di alcol raccomandata è pari a ZERO:

  • donne in gravidanza (rischi per il nascituro, sindrome feto-alcolica). Recentemente, uno studio senza precedenti ha permesso di scoprire nel cervello del feto i danni del consumo di alcol materno durante la gravidanza: gruppo di ricerca di Gregor Kasprian, della Università di Vienna, ha evidenziato che già dalla 20/ima settimana di gestazione, se la donna consuma alcolici in gravidanza, il cervello del feto presenta delle differenze strutturali rispetto al cervello di feti di pari età gestazionale di donne che non consumano alcol in gravidanza.
  • ragazzi minorenni (la legge 8 novembre 2012 n. 189 ne vieta anche la vendita e la somministrazione).

Il consiglio, dunque, è di attenersi alle raccomandazioni fornite dal Ministero della salute, tenendo sempre presente che “less is better” e che in alcuni casi è assolutamente vietato bere bevande alcoliche.