Roberto Vecchioni, le parole sulla morte del figlio: “Anche io ho le mie colpe”

Una confessione a cuore aperto quella di Roberto Vecchioni sulla morte del figlio, in una lunga intervista

Pubblicato: 5 Gennaio 2025 11:48

Foto di Claudia D'Alessandro

Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

Il dolore della perdita di un figlio non si può superare. Si può cercare di andare avanti, come meglio si può, aggrappandosi alle piccole gioie quotidiane. Lo sa bene Roberto Vecchioni, che a quasi due anni di distanza dalla morte del figlio Arrigo, si è confessato a cuore aperto sulle circostanze che hanno portato al suo suicidio.

Roberto Vecchioni, l’amore con la moglie Daria lungo 43 anni

Una confessione a cuore aperto sui suoi grandi successi, sulle canzoni più intime, ma anche sulla sua vita privata e sulla straziante perdita del figlio Arrigo: Roberto Vecchioni si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, parlando anche del legame con Daria Colombo, alla quale è legato da 43 anni. Il cantautore ha sposato in seconde nozze la giornalista e scrittrice nel 1981, qualche tempo dopo aver divorziato dalla prima moglie Irene Brozzi, con la quale ha avuto la primogenita Francesca.

Un colpo di fulmine, come ha raccontato ai microfoni del giornale: “Quando la vidi pensai: ma davvero esiste una creatura così? Non avevo mai visto una donna tanto bella in vita mia. La chiamai, le chiesi di uscire. Il mattino dopo la richiamai: “Vuoi uscire anche stasera?”. È stato un corteggiamento lungo. Una battaglia. Ma sapevo che era la mia compagna. Infatti mi ha salvato la vita, tante volte”.

E non si tratta soltanto della vicinanza durante la malattia, ma anche “agli errori che mi ha evitato, alla vicinanza nei momenti bui, a come mi ha sostituito quando non c’ero…”. Il riferimento alla perdita del figlio Arrigo è chiaro: un momento dolorosissimo per entrambi, “una cesura tra una vita e un’altra”, come l’ha definito qualche tempo fa.

Le parole su Arrigo

Roberto Vecchioni ha parlato in diverse occasioni della morte del suo secondogenito, la cui vita è stata segnata dalla malattia mentale: Arrigo era infatti bipolare e aveva una sensibilità spiccata. “Un ragazzo che non apparteneva a questo mondo – ha spiegato il cantautore – per discrezione, generosità, senso dell’umorismo”.

L’artista ha parlato spesso anche del legame che sente ancora intatto con il figlio, consapevole però che una perdita del genere provoca un dolore che è destinato a non passare mai. “Durante il giorno mi faccio forza, anche per mia moglie. Inoltre lavoro moltissimo ma qualche notte, quando Daria dorme mi ritrovo a piangere, lei non si dà pace e così è da oltre un anno. Non avevamo mai pensato al suicidio“, ha ammesso Vecchioni. E ha aggiunto: “La malattia mentale viene ancora affrontata come una vergogna; invece se ne deve parlare. Forse io e Daria scriveremo un libro. Un tempo io bevevo soprattutto superalcolici, lui soffriva nel vedere il suo papà, una persona importante, che si distruggeva così, di certo anche io ho le mie colpe”.

Una confessione durissima, anche se non beve più da dieci anni, “proprio perché l’alcol mi distraeva dai figli. Ma ad Arrigo non è bastato. Non siamo riusciti a capirlo. Le forme bipolari sono aumentate con il Covid, lo stravolgimento dei rapporti umani ha fatto il resto, e l’assistenza sanitaria è gravemente insufficiente. Troppe famiglie vengono lasciate sole. È una battaglia che io e mia moglie vorremmo combattere”.