Kekko dei Modà, l’altra faccia del successo: “La depressione è un male oscuro”

Kekko Silvestre dei Modà racconta l'altra faccia del successo, segnata da una diagnosi di depressione che gli stava togliendo tutto

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Redazione

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Modà, vent’anni di carriera segnati dal grande successo, grazie soprattutto alle indimenticabili canzoni d’amore della band che sono rimaste nel cuore di tantissimi fan. Canzoni che sono frutto della maestria e dell’animo di Francesco “Kekko” Silvestre, frontman dalla voce vibrante e potente che ha saputo imporsi negli anni come uno degli autori più apprezzati del panorama musicale italiano. Eppure c’è stato un momento in cui Kekko ha pensato di mollare tutto, di abbandonare la sua più grande passione: quello segnato dalla depressione, un “male oscuro” dal quale non è ancora del tutto guarito.

Kekko Silvestre e la diagnosi di depressione

C’è stato un momento nella vita di Kekko Silvestre in cui tutto è cambiato. Da tempo il leader dei Modà aveva capito che qualcosa non andasse, ma mai avrebbe pensato alla diagnosi che di lì a poco sarebbe sopraggiunta: “Il 29 aprile 2021: mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe – ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera -. Pensavo fosse un’influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione“.

Una diagnosi che è stata insieme un macigno e una liberazione. A quel punto i puntini si sono uniti nella sua mente e finalmente ha compreso il perché di certi episodi. Aveva attacchi di panico prima di iniziare i suoi concerti ma ha sempre negato il problema, cercando di convincersi e convincere gli altri, specialmente i genitori e la famiglia, che tutto fosse normale. Ma c’è un limite a tutto: “Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te”.

Un “male oscuro” che ha spinto il cantautore verso il baratro, arrivando al punto di voler abbandonare tutto e dire per sempre addio alla musica, la sua più grande passione: “Nel tour del 2017, quello dopo i due San Siro, sentivo le gambe che non tenevano, andavo in confusione… All’ultima data mia madre aveva in mano il rosario… Ho pensato di smettere del tutto. Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto più volte ‘Papà perché non canti più?’. Le dicevo che era per il mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me”.

Poi il colpo di grazia: la pandemia. La compagnia degli amici, gli abituali impegni, i momenti di svago, improvvisamente gli unici appigli erano scomparsi nel nulla, lasciando Kekko in un isolamento che non ha fatto altro che aggravare le sue condizioni di salute: “È arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi”.

Modà a Sanremo con la canzone “Lasciami”

Sono stati mesi difficili ma da questo percorso in salita Kekko Silvestre è riuscito a trovare nuova linfa. La stessa che lo ha spinto a tornare al Festival di Sanremo insieme ai Modà, celebrando sul palco dell’Ariston che li ha sempre accolti con grande calore i vent’anni di carriera.

Lasciami non è, però, la solita ballata d’amore a cui la band ci ha abituati. “Ho scelto una metafora per lasciare libera l’interpretazione: la fine di un amore per essere universale o di una depressione per raccontare il mio vissuto”, ha spiegato al Corriere. E alla fine di questa parabola discendente di dolore, delusione, rabbia, paura in cui Kekko fa riferimento ai “farmaci” definendoli un “veleno”, c’è la svolta: “Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita“.