Tim Roth e la morte del figlio 25enne: “Non esiste un solo modo di affrontare il lutto”

Tim Roth ha raccontato il dolore per la morte di suo figlio Cormac, scomparso a 25 anni per una rara forma di tumore

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Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

Pubblicato: 21 Maggio 2025 12:01

Non esiste dolore più grande di quello di un genitore che perde suo figlio. È quello che è accaduto al celebre attore Tim Roth, che si è trovato a viverlo prima sul set, durante la sua interpretazione nel film Poison, e pochi mesi dopo anche nella realtà, quando il figlio Cormac, di appena 25 anni, è scomparso a causa di un raro tumore.

Tim Roth e il dolore per la morte del figlio Cormac

Non c’è un modo giusto o sbagliato per affrontare il dolore e il lutto. Lo sa bene il celebre attore Tim Roth, che qualche anno fa ha dovuto dire addio al figlio Cormac, scomparso a soli 25 anni a causa di un cancro in stadio avanzato, che in breve tempo gli aveva fatto perdere 30 chili e parte dell’udito, ma che non gli aveva mai tolto la speranza e la voglia di vivere.

Il divo di Hollywood ha parlato della sua terribile esperienza al Guardian, ricordando i mesi che hanno preceduto la scomparsa di Cormac, quando era impegnato sul set di Poison, un film sull’elaborazione del lutto. “Il film parlava proprio di questo, della perdita e del dolore… E ora, per la mia famiglia, è diventato qualcosa di estremamente toccante”, ha raccontato Roth. “Ognuno affronta il lutto a modo suo. Non c’è un’unica strada, altrimenti avremmo già trovato una cura“.

Il figlio stava combattendo la battaglia contro un cancro a cellule germinali al terzo stadio quando si trovò di fronte a un bivio: partire per il set o rinunciare al film per stare vicino al ragazzo. Ma fu proprio lui a spingerlo ad accettare il ruolo, nonostante la malattia. “Non era affatto preoccupato che andassi. Anzi, penso volesse anche un po’ liberarsi di me”, ha raccontato col sorriso l’attore. “Volevo la sua approvazione: se lui non fosse stato d’accordo, non sarei mai partito. Se avesse avuto bisogno che rimanessi, sarei rimasto”.

Il film specchio della realtà

I momenti sul set sono stati complicati per l’attore, che ha interpretato un padre che si ritrova con la ex moglie dopo la morte del figlio. Le più difficili erano le scene girate in un vero cimitero in Lussemburgo, quando il pensiero volava sempre a casa. “In quel momento cercavamo di essere positivi, perché lui era ancora con noi. Giravamo in un cimitero, sì, ma io cercavo di continuare ad avere speranza”, ha detto al Guardian.

Il film, tratto da un’opera teatrale dell’autrice olandese Lot Vekemans, è una sorta di lotta interiore tra due genitori che non riescono a condividere il dolore: “Mostra una verità profonda: ognuno elabora il lutto in modo unico, come un’impronta digitale. Ora lo vedo chiaramente con amici e familiari: ognuno lo sta affrontando a modo suo, e bisogna rispettarlo”.

La regista Désirée Nosbusch sapeva della malattia di Cormac. Quando venne a conoscenza della morte del ragazzo rimase profondamente colpita. “Mi sono chiesta: ‘E se il mio film fosse stato di cattivo auspicio?'”. Ma Roth la rassicurò: “Non ho nessun rimpianto per averlo fatto. In un certo senso, mi ha aiutato a prepararmi“.