Morto Roberto De Simone, il papà di La Gatta Cenerentola

Artista simbolo della cultura partenopea, Roberto De Simone si è spento a 91 anni nella sua abitazione dopo aver combattuto contro una polmonite

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Martina Dessì

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Pubblicato: 7 Aprile 2025 14:20

Musica e teatro in lutto per la morte di Roberto De Simone, scomparso il 6 aprile 2025 all’età di 91 anni nella sua casa di via Foria, a Napoli, dov’era tornato dopo il lungo ricovero cui era stato costretto a inizio 2025. La notizia, confermata dalla famiglia, ha immediatamente suscitato un’ondata di cordoglio tra intellettuali, artisti e istituzioni, consapevoli della portata storica della perdita. Musicista, compositore, regista, musicologo e antropologo della cultura popolare, De Simone è stato uno degli ultimi grandi custodi e innovatori della tradizione partenopea. Il decesso sarebbe avvenuto in seguito a complicanze dovute a una polmonite, che aveva superato con un recupero rapidissimo che purtroppo si è rivelato effimero.

Chi era Roberto De Simone

Nato a Napoli il 25 agosto 1933, De Simone si forma al Conservatorio di San Pietro a Majella, dove ottiene il diploma in pianoforte e composizione. Ma già da giovane avverte l’urgenza di approfondire e restituire dignità alle espressioni popolari della sua terra, dov’è rimasto fino all’ultimo dei suoi giorni: tammurriate, canti di lavoro, riti sacri e profani che rischiavano di andare perduti nel tempo. Negli anni Sessanta intraprende una lunga e rigorosa attività di ricerca sul campo, riscoprendo e archiviando testimonianze orali della cultura contadina e delle comunità da cui proveniva.

Nel 1967 fonda la Nuova Compagnia di Canto Popolare (NCCP) insieme ai giovanissimi Eugenio Bennato, Carlo D’Angiò e Giovanni Mauriello, con l’obiettivo di far rivivere repertori secolari attraverso un linguaggio musicale raffinato, che unisse rigore filologico e forza teatrale. Una visione che troverà la sua massima espressione nella celebre La Gatta Cenerentola, opera del 1976 considerata il suo capolavoro che fece il suo debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Una prova magistrale di teatro musicale in cui fiaba, mito e tradizione si fondono in una partitura poetica e profondamente mediterranea. L’opera lo consacra a livello internazionale, imponendolo come punto di riferimento nella ricerca musicale e teatrale.

Nel corso della sua lunga carriera, De Simone ha ricoperto numerosi incarichi di prestigio: è stato direttore artistico del Teatro di San Carlo di Napoli – dov’è stata allestita la camera ardente – dal 1981 al 1987 e successivamente direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella tra il 1995 e il 1999, carica dala quale si era dimesso nel 2000. Ma più ancora delle istituzioni, a definire il suo operato è stata la sua visione: un profondo rispetto per la tradizione unito a una capacità unica di tradurla in linguaggio contemporaneo, rendendola accessibile e viva anche per le nuove generazioni.

Il Maestro è stato autore di numerose opere teatrali, saggi scientifici, partiture e raccolte. Ma soprattutto, ha inciso una traccia che rimane nella coscienza culturale del Paese. Il suo impegno nel preservare il patrimonio immateriale del Sud Italia – dal teatro dei burattini alle nenie religiose, dai carnevali alle forme rituali precristiane – ha avuto un valore storico e antropologico inestimabile.