Nick Reiner è il figlio del celebre regista Rob Reiner e della fotografa Michele Singer, e fa parte di una famiglia già famosa a Hollywood, segnata dalla fama del nonno paterno Carl Reiner. Nonostante il cognome illustre, la sua vita non è stata priva di profonde difficoltà.
Nick Reiner, una vita segnata dalla tossicodipendenza
Classe 1993, Nick è figlio di una delle famiglie più note di Hollywood: suo padre, Rob Reiner, è un regista e attore celebre per film come Stand by Me – Ricordo di un’estate, La storia fantastica e Harry, ti presento Sally….
Mentre i suoi fratelli e lui crescevano nell’ambiente privilegiato di Los Angeles, Nick ha dovuto affrontare una precoce e difficile lotta contro la tossicodipendenza. Egli stesso ha parlato apertamente del suo percorso, rivelando di essere entrato in un centro di riabilitazione già a quindici anni. Le sue battaglie personali lo hanno portato, in alcuni momenti, a una rottura con la famiglia, inclusi periodi in cui ha vissuto per strada dopo aver lasciato la riabilitazione. Per lunghi periodi Nick Reiner era stato senza fissa dimora in diversi stati come Maine, New Jersey e Texas.
Questa esperienza è stata parzialmente trasposta nel suo lavoro come sceneggiatore per il film Being Charlie (2015), un’opera che, seppur romanzata, attingeva al trauma della dipendenza giovanile. Il progetto è stato diretto dal padre Rob Reiner, e lo stesso Nick ha ammesso che molti elementi della sceneggiatura derivano dalle sue esperienze reali, incluse parti dure e dolorose del percorso di recupero. Anche il padre aveva dichiarato che il film, seppur romanzato, è tratto dalle loro vite e ha rappresentato per entrambi un modo per elaborare e condividere una storia intensa e complessa con il pubblico.
“Quando ero là fuori avrei potuto morire. È tutta fortuna, tiri i dadi e speri di farcela”, aveva dichiarato Nick durante la promozione del film. In quella fase aveva raccontato di aver incontrato persone straordinarie, completamente diverse dal suo mondo abituale, e di essere poi riuscito a tornare a casa, riabituandosi gradualmente alla vita a Los Angeles vicino alla famiglia. La possibilità di lavorare insieme aveva fatto riavvicinare padre e figlio che, fino a quel momento avevano avuto un rapporto conflittuale.
Nick Reiner e l’uccisione dei genitori
Rob Reiner e di sua moglie Michele Singer, trovati senza vita domenica 14 dicembre nella loro abitazione di Brentwood, a Los Angeles. Sui corpi del regista e della moglie sono state trovate diverse lacerazioni compatibili con ferite da arma di taglio: il coltello con cui sono stati uccisi non è ancora stato rinvenuto. A ritrovare i cadaveri sarebbe stato un familiare che avrebbe lanciato l’allarme quando però ormai i due erano già morti. La porta di casa non mostrava segni di effrazione, motivo per cui la polizia di Los Angeles sta investigando per omicidio.
Secondo alcune fonti giornalistiche citate da People, in un primo momento Nick stesso sarebbe stato indagato per l’uccisione dei genitori. In una conferenza, il vice capo del Dipartimento di Polizia di Los Angeles, Alan Hamilton, ha rilasciato ha però dichiarato: “Al momento, il Dipartimento di Polizia di Los Angeles non sta cercando nessuno come sospettato o come persona di interesse… e non lo faremo finché non avremo concluso le nostre indagini”. Ha aggiunto poi che molti familiari saranno interrogati, ma che “nessuno è stato arrestato e nessuno è stato interrogato come sospettato“.
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