Una storia d’amore sui generis, quella tra Renato Zero e Lucy Morante, la donna che ha condiviso con lui il viaggio di un’intera vita, lontano dai riflettori ma dentro ogni suo passo artistico. Un punto fermo per lui, abituato a farsi travolgere da un’energia totalizzante e che, ancora oggi, è una compagna di vita che conosce tutti i suoi pregi e i tantissimi difetti che sono tipici di un essere umano così complesso com’è sempre stato Renatino.
Renato Zero, l’amore incondizionato per Lucy Morante
Lucy Morante non è mai stata solo la compagna di Renato Zero ma è stata la custode del suo mondo e la testimone della costruzione di un mito che è iniziato dal niente. Da Zero, come direbbe lui. “Ha sposato me e il mio personaggio”, ha raccontato il cantautore a Correire della Sera. Perché vivere accanto a un artista come lui — istrionico, vulnerabile, geniale — significa accettare anche l’universo di maschere, di eccessi e di fragilità che gli ruotano attorno.
Gli è stata accanto a Renato nei giorni della gavetta, quando il giovane Fiacchini — non ancora Zero — si esibiva nei locali romani con la sua 12 corde e un coraggio che spesso era più grande del pubblico stesso. Si racconta che vendeva i suoi dischi ai concerti, quasi fosse una parte del gruppo e un’estensione della sua passione.
Zero, da parte sua, non ha mai nascosto la riconoscenza per chi ha saputo restare senza chiedere nulla. “Donne come lei non ce ne sono quasi più”, racconta, “ha sposato me e il mio personaggio. Ha condiviso il mio lavoro e le mie scelte. Non c’è bisogno del prete per suggellare questo tipo di rapporto”.
Eppure, dentro questa relazione discreta si avverte tutta la solitudine di un uomo che ha vissuto molte vite, e che ha trasformato ogni ferita in poesia. Renato Zero è sempre stato un interprete dell’anima: dei suoi chiaroscuri, delle sue rivolte e delle sue redenzioni. Ma dietro la ribellione estetica, dietro il trucco e le piume, si è sempre nascosto un cuore antico, fedele a un’idea d’amore che non conosce il consumo.
Forse è per questo che Lucy Morante è rimasta: perché in lui ha riconosciuto l’artista ma anche l’uomo che cercava un punto fermo in mezzo al caos del successo. Un amore così non ha di certo bisogno di definizioni. è complicità, è rispetto, è la quotidiana accettazione di un genio che appartiene un po’ a tutti, ma che solo lei ha potuto conoscere davvero.
L’amore per Enrica Bonaccorti
Oggi Renato Zero parla di Enrica Bonaccorti come di una donna che non ha mai smesso di amare davvero: “Il nostro è stato un percorso meraviglioso, che non teneva conto solo di un’esigenza fisica, era uno scambio continuo di emozioni. Mi ha aiutato molto. Conobbe un mecenate, mi fece fare un disco, che ahimè non rese quello che costò. Il primo aveva venduto venti copie, tanti quanti erano i parenti. Questo qui me lo produsse Gianni Boncompagni. ‘Però ti devi trovare un nome. Fiacchini non va bene’. Risposi: ‘Fiacchini è fiacco, vale poco, vale zero’. “Ecco, ti chiamerai Renato Zero”.
E ancora: “Con Enrica non è mai finita, il rapporto si può trasformare, gli attribuisci una carica diversa, che non è solo quella dell’amante. Certe vicinanze non vanno perdute. Invece i maschi all’anagrafe non capiscono altri ruoli. Se non gliela dai, hai perso”. Ora che lei si è ammalata, continuano a sentirsi: “Tenace, meravigliosamente ostinata. Non ha intenzione di mollare”.